A volte vorrei non essere anziano
Per avere il tempo di aspettare il 2026 per vedere come va a finire con il PNRRHo davanti a me tante speranze e non mi sento, delle volte, anziano.
Vorrei avere il tempo di aspettare il 2026, per vedere se mi ero sbagliato, 18 mesi fa, con tanti miei post in cui raccomandavo a tutti un forte cambio di passo per “entrare nella logica del PNRR”!
Adesso i nodi vengono al pettine. Dopo l’anno delle cosiddette “riforme” (e che riforme: giustizia, autonomia differenziata, bozza di riforma fiscale, legge sugli appalti che ci fa tornare a 50 anni fa, roba da scompisciarsi…), abbiamo incassato 6 miseri miliardi, stiamo sotto osservazione per altre decine e i progetti infrastrutturali, in conto capitale, quelli che ci dovrebbero assicurare altri 170 miliardi di euro, non decollano affatto!
E non solo per l’aumento dei prezzi e per la crisi energetica, ma per mancanza di capacità progettuale, gestionale, imprenditoriale delle scarse e impreparate strutture responsabili delle azioni da svolgere.
È cominciato lo scarica barile: “È colpa del precedente governo, dobbiamo fare le Risonanze magnetiche progetto per progetto, diamoci una smossa!” Povero Ministro Fico, sono mesi che ti seguo, a te e alla tua cosiddetta Regia! Siete ridicoli.
Ma come si fa ad affidare una operazione così straordinaria, come importo, come soluzione strategica ai nostri problemi (economici e mafiosi), come complessità gestionale, al Ministero dei Rapporti Europei, come se fosse importante soltanto presentare le carte a Bruxelles! Hanno provato a correggere il tiro, riportamdo tutto a Palazzo Chigi, ma con la stessa struttura insufficiente.
Io mi sento italiano, tecnico, gestore di progetti complessi, e voglio che il Governo di destra mi rappresenti, anche se io non l’ho votato. Finiamola coi giochi di parti(ti), lavoriamo seriamente, sbrigatevi a strutturare un’organizzazione seria, dal centro alla periferia, con responsabilità ben definite a tutti livelli, con puntuale progettazione e attuazione dei programmi, con controllo di gestione adeguato, con professionalità politiche di qualità: altro che “risonanze”!
All’estero, sono in grado di affermarlo, facciamo ridere, come facevamo ridere ai tempi delle corna al G20 di Berlusconi, che credeva di essere spiritoso, come si credeva di esserlo Grillo, quando andò a farsi fischiare dagli studenti ad Oxford, perché non sapeva spiccicare una parola in inglese su un solo argomento serio!
A Londra sta riscuotendo successo uno spettacolo esilarante sulle avventure amorose con le olgettine, come la nipotina di Mubarak, del Cavalier Silvio.
Ma vogliamo diventare seri una buona volta?
Voglio combattere la mia anzianità, perché voglio proprio vedere se arriveremo, con mio immenso senso del ridicolo, a dare spettacolo anche a Brooklyn o a Berlino!