Allarme aggressioni a medici e infermieri, 1.200 episodi in un anno nel Lazio

Nel 65% dei casi la vittima è una donna

1219 sono le lavoratrici e i lavoratori del servizio sanitario regionale del Lazio che hanno denunciato di aver subito un’aggressione durante il 2023. Nel 65% dei casi si tratta di donne e nel 57% personale infermieristico.

Rispetto al 2019 sono aumentati sia i casi denunciati (+45%), che il numero di operatori coinvolti (65,4%) e in un caso su tre l’aggressione è stata anche fisica.

Quanto emerge dai dati dell’Osservatorio nazionale sulla sicurezza degli esercenti le professioni sanitarie e socio-sanitarie inizia a mettere in luce un fenomeno molto più ampio e grave di quanto riportato dall’Inail, che traccia solo gli infortuni denunciati e generati dalle aggressioni, ma che comunque resta parziale.

I dati sono sottostimati sia per l’assenza di dati raccolti in molte realtà private, che per la mancata denuncia da parte delle lavoratrici e dei lavoratori delle aggressioni subite.

Tutto ciò rende ancora più urgente agire per garantire al personale sanitario di lavorare in sicurezza, una garanzia che non passa solo ed esclusivamente con il presidio delle forze dell’ordine ma con investimenti ed assunzioni per migliorare la qualità dei servizi e le condizioni lavoro e diminuire i tempi di attesa o anche, semplicemente, per avere il tempo di interfacciarsi con pazienti e accompagnatori.

In troppi casi, infatti, le aggressioni scaturiscono dalla  frustrazione e dell’insofferenza per lo stato dei servizi ed è su questo che le istituzioni e le aziende devono fare la loro parte.


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