

Vietarle era un errore, adesso arriva la svolta. Dopo anni di battaglie legali e proteste dei collezionisti, il consiglio regionale del Lazio ha dato il via libera a una modifica cruciale: i veicoli storici certificati non saranno più equiparati ai vecchi mezzi inquinanti.
Una decisione che accoglie la sentenza del TAR e mette fine a un braccio di ferro durato anni. Il risultato? Ciclomotori ultratrentennali e auto di rilevanza storica potranno tornare a circolare senza restrizioni.
Con una delibera approvata a fine gennaio, il consiglio ha sancito che ciclomotori ultratrentennali e auto d’epoca con certificato di rilevanza storica non saranno più soggetti ai divieti di circolazione imposti per ridurre l’inquinamento. Un cambiamento che fa esultare chi, da anni, combatte per il diritto di poter guidare i propri gioielli su due e quattro ruote senza restrizioni.
La strada per arrivare a questo risultato non è stata semplice. Nel 2023, un gruppo di associazioni – tra cui la Scuderia Romana La Tartaruga e l’Automotoclub Storico Italiano – aveva presentato ricorso contro le limitazioni imposte dal Piano regionale. Il loro argomento era chiaro: le auto storiche non possono essere paragonate ai vecchi veicoli inquinanti.
A dar loro ragione, c’era già stato un precedente importante: il Consiglio di Stato aveva bocciato le restrizioni imposte dal Comune di Torino, definendole “non proporzionate” perché trattavano tutti i mezzi pre-Euro 1 allo stesso modo, senza considerare il numero esiguo e l’uso occasionale dei veicoli certificati.
Il caso torinese è diventato un precedente prezioso anche per Roma. Nella Capitale, i collezionisti si erano visti chiudere le porte della Fascia Verde, con il rischio di non poter più portare in strada le loro auto d’epoca. Ora, grazie alla decisione del consiglio regionale, la situazione cambia: i veicoli storici certificati potranno continuare a circolare.
Questa delibera segna la fine di un lungo braccio di ferro e rappresenta una vittoria per gli appassionati di Fiat, Lancia, Alfa Romeo e tanti altri marchi che hanno fatto la storia dell’automobilismo.
Non si tratta solo di un hobby: è la difesa di un patrimonio culturale e ingegneristico che merita di essere valorizzato, non bandito dalle strade.
Per i collezionisti, ora, il piacere di guidare una storica in città è salvo. E il rombo di un motore d’epoca potrà continuare a raccontare la sua storia sulle strade di Roma e del Lazio.
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