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Battaglia politica nel Lazio: il caso Alta Tuscia divide la maggioranza e blocca il bilancio

In questo clima di incertezza e tensione, la seduta del Consiglio regionale, originariamente fissata per lunedì 21 ottobre, è stata rinviata a martedì 22 ottobre

Il centrodestra laziale è attraversato da nuove turbolenze, con uno scontro interno che rischia di rallentare i lavori del Consiglio regionale e mettere in crisi la maggioranza.

Non bastava il braccio di ferro tra Forza Italia e Fratelli d’Italia per la spartizione delle nomine in giunta, con il partito di Antonio Tajani che chiede maggiore rappresentanza mentre molti dei suoi disertano le sedute in aula e in commissione.

Adesso la tensione si è estesa anche all’interno di Fratelli d’Italia (FdI), esplodendo il 17 ottobre intorno a un emendamento presentato dall’assessore al Bilancio, Giancarlo Righini, riguardante l’istituzione della riserva Alta Tuscia Natura.

Il nodo dell’emendamento sulle riserve naturali:

L’emendamento, parte del collegato di bilancio, propone la creazione di un unico ente che accorpi diverse riserve naturali della provincia di Viterbo, tra cui la Selva del Lamone e Monte Rufeno.

Tuttavia, già in commissione Bilancio, la proposta è stata bocciata, non solo dall’opposizione, ma anche dagli alleati di Forza Italia.

Nonostante ciò, il capogruppo di FdI, Daniele Sabatini, espressione della provincia di Viterbo, ha ripresentato il testo in consiglio, scatenando una dura reazione non solo dagli alleati, ma anche da Partito Democratico (Pd) e Italia Viva.

L’ ostruzionismo in consiglio regionale:

Come racconta anche l’agenzia Dire, l’insistenza di Sabatini sul mantenimento dell’emendamento ha provocato una vera e propria battaglia politica in aula.

Il Pd ha risposto adottando una strategia di ostruzionismo: ha presentato decine di ordini del giorno al Documento di programmazione economica e finanziaria (Defr), rallentando di fatto l’intero iter legislativo.

I rappresentanti del Pd, Daniele Leodori, e di Italia Viva, Marietta Tidei, hanno apertamente dichiarato che FdI dovrà ritirare l’emendamento se vuole sbloccare i lavori.

Attualmente, ci sono ancora circa 60 atti da esaminare, sui 190 iniziali, il che potrebbe ritardare l’approvazione del Defr di almeno due settimane, con un conseguente slittamento del collegato al bilancio, che non è ancora stato discusso in aula.

La spaccatura interna:

La tensione ha raggiunto il culmine il 17 ottobre, con uno scontro frontale all’interno dello stesso Fratelli d’Italia, che guida la coalizione di centrodestra con 22 consiglieri. L’assenza del governatore Francesco Rocca e dell’assessore Righini, entrambi impegnati negli Stati Uniti per motivi istituzionali, ha complicato ulteriormente la situazione.

Inoltre strategia del Pd, le assenze pilotate di Forza Italia e il malessere degli assessori-consiglieri costretti (spiega sempre l’agenzia Dire) a essere presenti in aula per garantire il numero legale, ha fatto scoppiare la bomba.

Sabatini, durante una riunione di gruppo, è stato aspramente criticato da diversi colleghi del suo stesso partito, i quali non condividono l’ostinazione nel portare avanti l’emendamento di Righini.

Insomma la preoccupazione principale è che l’ostruzionismo dell’opposizione stia rallentando l’approvazione di due delibere cruciali come il Defr e il collegato al bilancio, creando una situazione di stallo.

Un possibile intervento del governatore Rocca:

In questo clima di incertezza e tensione, la seduta del Consiglio regionale, originariamente fissata per lunedì 21 ottobre, è stata rinviata a martedì 22, nella speranza che i vertici del centrodestra riescano a trovare un accordo.

Il governatore Francesco Rocca, al rientro dagli Stati Uniti, ha promesso di intervenire personalmente per risolvere il conflitto, qualora Forza Italia e Fratelli d’Italia non trovino un’intesa sulle nomine e sulla gestione del potere.


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