“Boccadasse” di Paolo Alberto Valenti alla Fondazione Murialdi
Il 28 ottobre 2021, ore 17:30. Intervengono oltre all’Autore, Luciano Zani, Vincenzo Luciani, Anna Maria Curci, Giancarlo TartagliaGiovedì 28 ottobre alle 17.30 presso la Fondazione Murialdi in via Augusto Valenziani 10 A-11, sarà presentato il libro di Paolo Valenti “Boccadasse” edito dalla casa editrice Cofine. Ne discuteranno con l’autore: il professor Luciano Zani, l’editore Vincenzo Luciani, la dottoressa Anna Maria Curci responsabile editoriale e Giancarlo Tartaglia, segretario generale della Fondazione Murialdi. Per partecipare è necessario il green pass ed è obbligatoria la prenotazione alla mail fondazionemurialdi@
A 31 anni dalla morte del grande poeta toscano viene pubblicata integralmente quella che ormai diventa, a tutti gli effetti, l’ultima intervista rilasciata da Giorgio Caproni.
Nel volume “Boccadasse” – scritto dal giornalista e producer europeo Paolo Alberto Valenti (Edizioni Cofine, Roma) – non si rintracciano solo le storie di 4 generazioni di emigranti italiani verso il Nordafrica, le Americhe e la Francia, ma si ripercorre il profilo tragico della storia nazionale italiana che la grande poesia ligure e in parallelo i cantautori genovesi hanno declinato in arte.
Nonostante la sua copertina che riproduce una cartolina postale dell’anno 1900 della Compagnia di Navigazione Italiana Florio e Rubattino (spedita da un emigrante di 12 anni partito da solo per Montevideo), “Boccadasse” non è un volume patinato che ripropone le carrellate fotografiche del pittoresco quartiere degli innamorati a Genova, piuttosto entra nelle viscere della città, entra a Staglieno, entra nelle parole di Gino Paoli, di Camillo Sbarbaro, di Fabrizio De André, di Dino Campana, di Eugenio Montale, di Francesco Biamonti rivelando la morte e la resurrezione di quelle stagioni che si sono fuse in seno a una sola matrice letteraria e musicale. Il denominatore comune di un racconto autobiografico che diventa storia collettiva parte da quei paradisi lirici, dolenti e sublimi, che il poeta dell’esistenzialismo parigino André Frénaud (“Il silenzio di Genova”) e lo stesso Giorgio Caproni (“Stanze della funicolare”) hanno consegnato alla poesia immortale, quella che Montale avrebbe condotto fino al Nobel.
“Boccadasse” è dedicato a tutte le vittime del Ponte Morandi e della nave Concordia e in questo si erge a corollario dell’insieme dei lutti nazionali italiani, dalla guerra al dopoguerra fino ad oggi, ma riconosce anche la straordinaria forza vitale della Liguria, la capacità degli italiani tutti di rifiorire anche su orizzonti lontani e nella vicina Francia.
Dolente è il capitolo “In successione sulla via di fuga” in cui, come il Caproni di Cronistoria che ritrova in Roma “luttuose e violente ascensioni d’erbe millenarie di ponti bianchi d’ossa, di rosse mura, di sangue, di fuoco”, svela quella tragicità dell’Italia anni ’70 e 80’ che in troppi non hanno saputo decifrare e che l’autore riconosce e ritrova dopo le sue trasferte in Spagna quando, chiamando vecchi amici e conoscenti, sente un solo ritornello dall’altro lato del telefono: “Non c’è, sta in India”, “Non c’è, sta a rota”, “Non c’è, sta in galera”.
Oltre allo svelamento di come anche il fascismo abbia in parte attecchito nella Francia della seconda guerra mondiale e l’evocazione dell’unica grande mostra storica su Benito Mussolini e i milioni di cartoline che gli furono intitolate (realizzata nel 1997 presso il lionese Centre d’Histoire de la Résistance et de la Déportation sotto la presidenza d’onore di Raymond Barre) Valenti pubblica in “Boccadasse” il diario di guerra del padre Italo Francesco, adolescente costretto a fuggire due volte fortunosamente dalla Tunisia dove viveva con i genitori che persero i beni costruiti da due generazioni di espatriati.
Non sfugge al racconto qualche accenno alla storia della famiglia materna – quella della compianta scrittrice e autrice della Rai e di Radio Vaticana Maria Luigia Ronco – il cui padre fu tra i più valorosi alti ufficiali del Corpo Italiano di Liberazione che contribui’ allo sfondamento della Linea Gotica e contro l’ordine del Comando alleato guido’ i paracadutisti del ricostituito Reggimento Nembo nell’opera di sminamento della Città di Chieti. A guerra finita visto che sapeva “fare bene la guerra” il comando italiano lo “premio’” affidandogli fra il 1945 e il 1946 il “nettoyage” della Val Pusteria (insidioso nascondoglio di nazisti che iniziavano a fare la spola con Bariloche) dove in azioni rimaste poco chiare perse alcuni suoi paracadutisti.
Ispirato a un profondo antifascismo “Boccadasse” è stato pubblicato da quell’editrice militante e testimone della realtà che alla periferia di Roma è la Cofine di Vincenzo Luciani. La responsabile editoriale è la germanista Anna Maria Curci.
Orchestrato quasi all’interno di un sofisticato meccanismo di scatole cinesi “Boccadasse” non appartiene ad alcun genere letterario ma si sforza, sulla base delle esperienze di una carriera giornalistica internazionale, di far tesoro del passato e ringrazia coloro che hanno aiutato a decifrare questa traccia di memoria con l’unico intento di “additare quei frammenti di splendore che si accendono ancora dentro di noi come in quei brevi istanti in cui il deserto fiorisce”.
Maggiori info QUI
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