Capire e fare

In parlamento e nel governo si dice tanto, ma si fa poco
GiProietti - 27 Ottobre 2022

I miei amici, ragazzi e giovani, delle periferie romane e di Scampia (Universita’/scommessa) mi fanno notare, accalorati, che “si dice tanto”, ma si fa poco.

A. Si fa l”innalzamento del limite dell’uso del contante, con motivazioni cretine: come si fa a citare una frase di Padoan fuori contesto e ignorare tutti gli studi sull’argomento della Banca d’Italia (anche nel 2022), degli Istituti Internazionali, delle statistiche sul riciclaggio, del fatto che all’estero non si usa praticamente contante (e chi va a Londra, Berlino, Parigi, Oslo, Pechino, lo sa). Come si va a paragonare la legislazione europea (tedesca, austriaca, etc) con la nostra, quando in quei Paesi il Fisco funziona, i Tribunali sono veloci a giudicare, il comportamento etico e sociale dei cittadini e’ monitorato puntualmente, nel rispetto della privacy, ovviamente, la macchina statale funziona.Per es come si fa ad ignorare che in Germania c’e’ un grosso dibattito e una crescente preoccupazione sul riciclaggio di denaro sporco, proveniente…da altro Paesi. Ci vogliamo informare, prima di dire e fare sciocchezze? Vogliamo dire ai cittadini che il loro comportamento “libero” non vuol dire danneggiare lo Stato. Facciamolo l’innalzamento del limite, ma almeno dopo la riforma Giudiziaria e del Fisco. Entriamo nel “merito” dei problemi, per favore.

B. Si parla, si parla solo, del PNRR. Si dichiara che abbiamo consuntivato poco e su obiettivi avviati da molto tempo addietro, si fa capire che la gestione del PNRR da parte del precedente Governo, fatto da due terzi del Governo attuale, non ha dato risultati soddisfacenti, si invoca l’applicazione dell’art.21 dell’EU Recovery Plan per “rinegoziare” i termini contrattuali del Piano, essendo cambiate molte condizioni al contorno (crisi energetica, inflazione galopoante, guerra in Europa.
Ebbene, anche questi giorni di dibattito hanno evidenziato tante chiacchiere, assolutamente inadeguate su questi argomenti: – i 214 o 240 miliardi di euro (a seconda delle fonti di finanziamento) sono stati stabiliti, a tempi del Governo Conte, sulla base dei problemi da affrontare quell’anno. Gli obiettivi strategici esplicitati li elencano. L’emergenza Covid e le successive crisi 2021 e 2022 ha sicuramente cambiato il portafoglio dei progetti prioritari e i Governi devono dialogare a livello UE per aggiornare, in contenuti ed in risorse, il Piano. Ma il fatto che una parte del finanziamento europeo fosse a fondo perduto, circa un terzo, porto’ UE a chiedere ai Paesi piu’ carenti, in termini di equita’ sociale e processi decisionali e amministrativi meno aggiornati, per cosi’ dire, delle Riforme Strutturali (es Giudiziaria, Fiscale, Catastale, nella Semplificazione e nella Amministrazione Pubblica), laddove il nostro Paese è agli ULTIMI POSTI in Europa.

L’erogazione dei rilevanti finanziamenti da parte UE al raggiungimento degli obiettivi (strategici, politici, infrastrutturali, operativi) passa, per contratto, attraverso verifiche puntuale dei consuntivi complessi presentati dallo Stato beneficiario. Gentiloni e C. conoscono benissimo i talloni di Achille italiani (la mafia piu’ potente al mondo, la corruzione tra le più diffuse, una scuola che non copre tutte le esigenze, una pubblica amministrazione tra le più arrugginite, una partecipazione attiva dei cittadini tra le più basse, etc etc) e i parlamentari europei italiani passati (Berlusconi, Salvini, la Comi, ah scusate lei e’ stata arrestata e cacciata) dovrebbero aver sentito il tono dei dibattiti europei sull’Italia, anche se hanno frequentato pochissimo gli scranni di Strasburgo e Bruxelles. Facciamo finta di non sapere?

Non abbiamo capito che dobbiamo fare una politica che rigiri l’Italia, a Roma, in tutte le Regioni ed in tutti gli Enti Locali, come un pedalino? Dobbiamo creare le condizioni perche’ ci avviciniamo all’Europa, ai Paesi più in alto nelle graduatorie di “merito” e di virtu’.

DOBBIAMO FARE LE RIFORME! Altro che “rinegoziare”, altro che “lasciare liberi tutti di fare”, altro che innalzamento dei limiti del contante.
Fate le riforme, informate i cittadini coi fatti non con le chiacchiere, siate coraggiosi, convincete i ragazzi che sono molto scettici sui vostri proclami.
Date a loro e a tutti noi speranza nel futuro! Forza!


Commenti

  Commenti: 1

  1. don domenico vitulli


    Sebbene non si possa che concordare – secondo me, almeno – sulla urgenza di profonde riforme dello stato e dei suoi organismi, mi dispiace non poter condividere la sicurezza con cui si dà per scontato che l’uso del contante sia deleterio e fonte di innumerevoli maii. Ricordo un interessante articolo dell’economista Étienne Perrot su Civiltà Cattolica in cui si evidenziavano i problemi sollevati dall’abolizione del contante, problemi che poco tempo fa hanno portato il direttore della Banca centrale svedese a chiedere di ritornare sui propri passi e mettere in circolazione una maggior quantità di moneta. Sarebbe lungo riportare tutti i punti toccati dall’articolo. Io stesso, su queste stesse pagine, ad aprile manifestai la mia contrarietà a limiti tanto stringenti sull’uso del contante, basandomi in particolare sulle necessità dei più poveri (non si tiene mai conto di loro nelle discussioni economiche e politiche). Non è ai più deboli che dovrebbe prestare maggiore attenzione una comunità?
    Mi chiedo anche: si può reggere un governo, un’amministrazione statale che dia per scontata la disonestà e la malafede dei propri cittadini, che dia l’onere della prova prima ancora che si commetta un reato? può avere l’appoggio delle persone una politica che tratta i propri cittadini secondo la presunzione di colpevolezza? Ce ne è da ragionare, e non sono questioni su cui si possa sorvolare dando per scontato che il controllo statale sia sempre un bene. O non ricordiamo il prelievo forzoso notturno di Amato nel 1992, per altro inutile come soluzione alla speculazione sulla lira?
    Al di là di questo, è encomiabile il desiderio di dare finalmente ai giovani motivi di speranza nella efficacia della politica per il benessere di tutti e spero che il nuovo governo riesca dove altri hanno fallito (o non hanno neanche provato).

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