Nel sito Poetidelparco.it ...
In cartoline tutto il Gargano poetico
Serricchio, Tusiani, Scarale, Michele e Emilio Coco, Siani, Angiuli, Luciani, Granatiero, D’Amaro, Fraccacreta, Damiani e RitrovatoPer i garganici e per i numerosi pugliesi che vivono a Roma pubblichiamo questo articolo del nostro amico e collega Vittorio Polito apparso sul sito www.giornaledipuglia.com/2016/06/in-cartoline-tutto-il-gargano-poetico.html
Sabato 11 giugno, all’interno di una manifestazione organizzata da un circolo culturale privato, vi sono stati 30 minuti dedicati alla poesia per riempire un vuoto che si era creato per il mancato arrivo di una pianista.
L’editore Gianni Cavalli mi aveva invitato ad andare, senza dirmi che mi avrebbero donato una targa con diploma per il mio impegno a favore della ‘Baresità’, con la solita frase ‘gli assenti non hanno mai sorprese’ che per me si è coniato da solo ispirandosi al suo modo di agire: non partecipa mai a niente che riguardi Levante. Avevo accettato con la segreta speranza di potergli parlare del mio ‘progetto’, ma in macchina eravamo in cinque e ognuno aveva da chiedere qualcosa a Gianni. Premesso che sono stato trattato, forse, oltre i miei modesti meriti e che la serata è stata vivace veniamo al motivo di queste note.
Una gentile signora, con un passato da annunciatrice, si era offerta di leggere versi tratti da tre autori che erano presenti e che non citerò perché io vi parlerò solo di un libro che l’editore Levante aveva consegnato a questa signora, che tutti chiamavano Titti, e che vede schierati ai nastri di partenza famosi poeti con cui sono in contatto. Il libro in questione è ‘Cartoline dal Gargano’, ma io ho appreso questo particolare solo al termine della serata, cioè quando Gianni mi ha donato il libro dicendo ‘vai alle notizie biografiche in modo che eviti sviste tipo quella di far nascere D’Amaro a San Marco in Lamis’. Io, in effetti, ero convinto che tutto il Gargano del panorama Levante fosse nato a San Marco ed invece registro che il collaboratore culturale della G.M. è di Rodi Garganico e Luciani di Ischitella. Il libro in questione ritengo di averlo citato e recensito più volte, ma io voglio raccontarvi in maniera giornalistica quello che è successo sabato scorso quando la ‘corpulenta’ Rosa ha inforcato gli occhiali e aperto il volume del Gargano alle pagine segnate dall’editore Cavalli. Doveva essere letta una poesia del professore Cosma Siani dal titolo ‘Gargano haiku’.
Letta in maniera spigliata e direi perplessa la poesia, l’incolpevole Titti, ha dovuto fronteggiare coloro che chiedevano il significato di quella strana parola. Attimi di comico smarrimento ed ecco che l’editore Levante, comparso improvvisamente e doverosamente, ha fatto ridere tutti con una battuta dedicata al sottoscritto, che ho avuto difficoltà a capire e giustificare al momento, ma che si è dimostrato ottimo espediente in sede di premiazione. (Cosa che ignoravo, per cui sono apparso risentito…e ciò ha scatenato maggiore ilarità: quasi tutti sapevano quello che era in serbo per me).
Gianni ha spiegato che l’haiku è un componimento poetico nato in Giappone, generalmente composto da tre versi e che si tratta di un tipo di linguaggio sensoriale per catturare sentimenti e immagini. Vi è stata una precisazione riguardo le 17 more, non sillabe, che vi risparmio e, non per togliere benemerenze all’amico Siani, vi dico che l’applauso finale non era per i versi, ma per il fatto che il nostro editore avesse finito di tediare con le sue precisazioni ‘giapponesi’. Quindi sono state lette due poesie di Emilio Coco: ‘Boschetto di San Matteo e ‘ Via Cappellini’ 33, bellissima perché molto breve, anche se l’editore ha voluto sproloquiare fiumi di parole e ricordi personali che non erano contemplati. Dopo la difficile e significativa lettura della poesia che Lino Angiuli ha dedicato ad Ischitella qualcuno, la regia è sempre Levante, ha ricordato che il poeta di Valenzano compie 70 primavere e vi sarà un libro di amici per festeggiare l’avvenimento. (Qualora fossi stato messo a conoscenza, mi sarebbe piaciuto essere presente con poche righe!). La Titti di cui sopra ha rinunciato a leggere i versi in dialetto di Luciani che ha ricevuto un caloroso applauso per il suo impegno di editore con la sigla Cofine. Anche per Tusiani vi era lo stesso problema del dialetto e allora colui che tutto pensa e dispensa… per caso ha estratto dalla tasca due pagine della G.M. datata 8 luglio 2016 e ha letto l’articolo che Sergio D’Amaro ha stilato per l’uscita del nuovo libro del mitico Tusiani “In una casa un’altra casa trovo”, Bompiani. Non è stata una lettura, ma un commento che mi è parsa trovata pubblicitaria, intervallata da citazioni di generosa stima per tutti, cosa che avrebbe fatto piacere a Siani e Tusiani ‘beatificati’ dall’editore Levante. Chiaramente i tre poeti di cui sopra sono stati emarginati dalla squadra del Gargano capitanata da Tusiani, capitano per anzianità di servizio anagrafico e poetico, (Serricchio perdonami ma noi in terra ci teniamo a tenere in vita certe usanze !) così schierata : Lino Angiuli ( Valenzano, per licenza poetica aggregato d’ufficio al Promontorio), Emilio e Michele Coco ( San Marco in Lamis ), Sergio D’Amaro (Rodi Garganico), Claudio Damiani ( S. Giovanni Rotondo), Enrico Fraccacreta (S. Severo), Francesco Granatiero (Mattinata), Vincenzo Luciani (Ischitella), Salvatore Ritrovato ( S. Giovanni Rotondo), Giovanni Scarale ( S. Giovanni Rotondo), Cristanziano Serricchio (Monte Sant’Angelo), Cosma Siani ( S. Marco in Lamis) Joseph Tusiani ( San Marco in Lamis).
Dalla premessa del volume ‘CARTOLINE DAL GARGANO’, curata in simbiosi da Sergio D’Amaro, Enrico Fraccacreta e Salvatore Ritrovato, vi propongo il capoverso iniziale: ’Oggetto e soggetto di questo quaderno di ‘diversi autori’ è il Gargano. Oggetto perché è l’argomento dei versi; soggetto perché si propone come sfondo nel dialogo che la poesia intrattiene con la vita degli uomini e con la natura’ e quello finale: ‘La fama di un luogo non si fonda solo sulla prelibatezza di una specialità culinaria o sulla ricchezza dell’habitat naturale, ma anche sulla capacità di restare nella memoria degli uomini, e quindi nelle loro parole. Gli autori della presente silloge ci credono’.
Solo al termine della serata quando Gianni ha letto la magnifica poesia di Tusiani ‘ Versus Garganici’, composta in latino e tradotta dal prof. Emilio Bandiera, ho notato che il libretto conteneva anche tutte le traduzioni, anche dal dialetto, e mi sono convinto che vi è stata una regia improvvisata (la pianista abbiamo saputo dopo che ha avuto un piccolo incidente d’auto) e gli ‘attori’ sono andati a braccio e l’editore, senza danneggiare i tre poeti presenti, ha calato l’asso ‘cartoline’ mettendo in campo poeti di chiara fama. Bravo anche perché mai è stato citato il nome Levante per il libro, ma sono stati citati i due editori degli altri tre libri. Corretto fino in fondo il nostro ‘paladino’. Devo dirvi che non trovo giusto, non certo per mancare di rispetto a Tusiani, tutta questa propaganda per Bompiani, non mi pare che da Roma in su… ricambino. A volte le libere opinioni sono pericolose, compresa questa, ma mi rendono immune da tutto e tutti e questo dovrebbe bastare. Si sa ad una certa età si diventa più pazzi dei giovani, con il vantaggio che non ci si deve preoccupare del futuro. La mia gratitudine andrà per sempre al padre di Gianni, il mitico don Mario, che mi ha permesso di trovare in casa Levante un’altra ragione di vivere e di entrare in contatto con tanta gente che vive e opera per lasciare una traccia del proprio passaggio su questa terra. Questo finale servirà al figlio di don Mario per continuare a ripetermi: ‘nei tuoi articoli parti soldato e concludi da generale’; non ho mai chiesto l’ovvia spiegazione della frase all’interessato perché capace di trasformare la cosa lampante in molto complessa: il fatto che ripeta che ‘non ha mai letto, per mancanza di tempo, i miei scritti’ non mi ha mai creato alcun problema, anzi nessun complesso. Continui a non leggermi in piena libertà: le cartoline del GARGANO non necessitano di affrancatura, sono in porto franco.