

Un sospiro di sollievo per l’Italia. Cecilia Sala, la giornalista italiana detenuta in Iran dal 19 dicembre, è stata rilasciata. L’aereo di Stato che l’ha riportata a casa è atterrato alle 16:10 a Ciampino.
Ad attenderla sulla pista Giorgia Meloni, i genitori e il compagno Daniele Raineri. Presente anche il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri.
Il direttore dell’Aise, Giovanni Caravelli è andato personalmente a Teheran per prendere Cecilia Sala. Sergio Mattarella invece si è complimentato con Giorgia Meloni per la buona riuscita dell’operazione.
Pantaloni e maglietta scura con sopra una giacca, tenendo uno zaino su una spalla, così Cecilia Sala è scesa da sola dall’aereo che l’ha riportata in Italia da Teheran.
Un’operazione che ha visto il governo italiano in prima linea, con il Premier Giorgia Meloni che ha chiamato personalmente i genitori di Cecilia per informarli della liberazione della figlia.
Un’operazione diplomatica delicata, condotta sotto traccia per evitare tensioni che avrebbero potuto compromettere la liberazione della giornalista.
“Esprimo gratitudine a tutti coloro che hanno contribuito a rendere possibile il ritorno di Cecilia, permettendole di riabbracciare i suoi familiari e colleghi”, ha dichiarato Giorgia Meloni in un comunicato ufficiale.
Tra i primi a parlare dopo la notizia della liberazione è stato Renato Sala, il papà della giornalista.
“Sono orgoglioso di lei”, ha detto emozionato all’ANSA. “Ho pianto soltanto tre volte nella mia vita. Oggi è una di quelle volte”.
Sala ha elogiato il lavoro del governo italiano: “Credo che abbiano fatto un lavoro eccezionale. Se mi sente la voce rotta, è perché non vedevo l’orizzonte. È stato un coordinamento straordinario”.
Con un tono affettuoso e visibilmente commosso, ha poi aggiunto: “Confidavo nella forza di Cecilia. Nei suoi giorni di prigionia l’ho sentita tre volte. Mi sembrava una partita a scacchi, ma a un certo punto la scacchiera si è affollata. Questo ha creato forti timori in un genitore come me, che purtroppo ignora le mosse”.
Renato Sala ha anche rivelato di essere in contatto diretto con il ministro degli Esteri, Antonio Tajani: “Fortunatamente io e Tajani abbiamo abitato per dodici anni a due passi l’uno dall’altro. La nostra frequentazione si è trasformata in un’amicizia. Ricevere informazioni dirette e immediate ha aiutato molto”.
La liberazione di Cecilia Sala è frutto di un lungo lavoro nei canali diplomatici e di intelligence, condotto con riservatezza e discrezione.
La vicenda della giornalista ha tenuto in apprensione il mondo dell’informazione, i familiari e gli amici, ma anche l’opinione pubblica italiana, che ha seguito con attenzione ogni sviluppo.
Ora, però, la storia ha un lieto fine. Cecilia Sala sta tornando a casa, pronta a riabbracciare chi le vuole bene e a raccontare, ancora una volta, le storie del mondo con il coraggio che da sempre la contraddistingue.
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