Commissione di inchiesta sull’omicidio Pasolini
In via di approvazione in ParlamentoIn Parlamento è in via di approvazione una Commissione d’inchiesta sull’omicidio di Pier Paolo Pasolini.
Il provvedimento era già stato presentato il 25 novembre 2015, in occasione del quarantesimo anniversario dell’assassinio del regista, assassinato dopo aver subìto violenze, all’età di 53 anni, la notte del 2 novembre 1975, sul litorale dell’idroscalo di Ostia.
In quel testo si sintetizzavano le dinamiche dell’assassinio, i risultati delle indagini, ed infine, la perplessità del crimine, individuando un omicida “di comodo”, e senza prendere in considerazione la sentenza di primo grado che sospettava una partecipazione plurima al delitto. Infatti, le indagini effettuate nel 2009, quando si riaprì il caso per volontà di un parente di Pasolini, in virtù di nuove tecnologie che avrebbero permesso di dissipare molti dubbi, soprattutto quelle che permettevano di estrarre il DNA dagli indumenti, per analizzare il sangue non solo della vittima, ma anche di eventuali complici, avrebbero confermato la presenza di più persone.
Secondo i deputati firmatari della proposta, la Camera non può tacere ma, anzi, ha l’obbligo di affermare un principio di verità e giustizia, in relazione all’omicidio di Pasolini, personaggio affermatosi come “patrimonio culturale” universale, in un contesto sociale contemporaneo che certo non intende dimenticare la memoria del grande artista.
Per concludere, la proposta istitutiva della Commissione d’inchiesta consiglia di inserire sette articoli che, in breve, delineano i compiti della stessa Commissione, la propria composizione (venti deputati, in rappresentanza di ciascun gruppo parlamentare nominati dal Presidente della Camera), le finalità (individuazione del movente e degli esecutori del crimine), l’obbligo di segretezza (di Stato, d’ufficio, bancaria e professionale, all’interno della commissione stessa, ma anche sui nuovi atti e documenti prodotti all’esterno), le collaborazioni di cui avvalersi (autorità giudiziaria), le risorse economiche di cui usufruire (€.130.000,00, da suddividere nei tre anni di vita della stessa, in 16% (primo anno), 54% (secondo anno) ed il restante 30% (terzo anno) a carico del bilancio interno della Camera), ed infine, il termine dei lavori (18 mesi) per la presentazione (nei due mesi successivi) di una relazione destinata alla Camera dei Deputati.
Il 17 maggio 2016, la discussione in Commissione Affari Costituzionali della Camera si è concentrata sull’analisi dei compiti della Commissione d’inchiesta che si intende istituire, compiti diretti all’individuazione della causa e dei sicari, riesaminando l’eventuale partecipazione di “apparati, strutture e organizzazioni” come la loggia massonica P2, e relazionando il caso Pasolini ai precedenti omicidi irrisolti, quali il presidente dell’Eni Enrico Mattei, ucciso nel 1962, e il giornalista Mauro De Mauro assassinato nel 1970.
La discussione entra poi in dettagli tecnici sottolineando la possibilità di istituire la Commissione con atto legislativo da parte anche di una Camera sola, con la peculiarità di un’altra legge per la sua proroga, oppure da entrambi le Camere, per avere vita fino alla fine della legislatura.
Sottolinea la nomina dei commissari, secondo l’articolo 82 della Costituzione, nel rispetto del principio di proporzionalità e il parallelismo con l’autorità giudiziaria, limitata alla sola fase di istruttoria delle indagini e non giudiziale, avvalendosi degli articoli 366 e 372 del Codice Penale, riguardanti il rifiuto di uffici legalmente riconosciuti e la falsa testimonianza.
La discussione in Commissione Affari Costituzionali proseguirà nelle prossime settimane per arrivare alla definitiva approvazione della istituzione della Commissione d’inchiesta sull’omicidio irrisolto di Pier Paolo Pasolini.
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