Ei fu…

5 maggio, è naturale pensare a Lui, Napoleone, e a Sant'Elena
GiProietti - 5 Maggio 2021
Oggi, 5 maggio, è naturale pensare a Lui, Napoleone, e a Sant’Elena.
Gli Inglesi gli avevano promesso di condurlo in esilio in America e invece, relegandolo al centro dell’Atlantico del Sud, ingannarono un Imperatore…!
Discutere di Lui è come vivisezionare la Storia di tutti i tempi, perché Lui “tutto provò'”, nel bene (ha portato i concetti nati con la Rivoluzione in tutta Europa e nel Mediterraneo con le sue Legioni, ha fatto leggi moderne che ancora regolano la nostra vita, ha messo ordine anche col catasto, ha modernizzato il Settecento proiettandolo verso i secoli successivi, etc etc) e nel male (ha ucciso cinicamente civili a Tolone, in Egitto, ha tradito il suo giuramento alla Repubblica facendosi Imperatore, ha fatto ruberie in Italia e tradito il Veneto e Venezia, ha imposto umiliazioni al Papa e ad Ordini religiosi, ha riabilitato la schiavitù, ha fatto una politica di autoesaltazione mediatica istituendo i primi uffici stampa della storia, ha fatto tanto nepotismo trasformando la sua numerosa famiglia in un club di Re, etc etc).
Mi sento comunque affascinato e impegnato nel meditare sulla storia di questo ‘nanetto’ corso, diventato il più potente Gestore di potere del suo tempo. Beethoven, Manzoni, grandi poeti, artisti, politici, filosofi del suo tempo, tutti a fianco suo, a sperare perché il suo operato diventasse la direzione giusta per la storia dell’Europa, quella di oggi.
Due considerazioni.
1. Lui, la Storia da lui fatta, la poesia che lo ha esaltato, hanno cambiato il tempo cronos, trasformato il passato remoto in futuro: “Ei fu” non esiste più: ora è “sarà’ sempre”.
2. Tutti i giudizi che diamo sul passato e sulle grandi imprese, su qualunque grande Personaggio, sono tempo perso e dannosi, se usiamo i nostri criteri moderni e personali.
Come dice Alessandro Forlani, mio caro amico della Rai, non pretendiamo di trovare e scavare i lati oscuri nella Storia, cercando di dimenticare i “nostri” lati oscuri, non chiarendoci prima nel “nostro” intimo profondo.
Con Lui intercettiamo i “nostri” vizi e le “nostre” imperfezioni irrisolte, ecco perciò che Lui è grande anche nel buio delle perplessità che sono le “nostre”, vissute nella “nostra” vita.
Forse invece che continuare a giudicare la Storia, che non riusciamo a far diventare Maestra della “nostra” vita, dobbiamo impegnare il nostro tempo ad apprendere, a provare a discernere, nell'”hic et nunc” (qui e adesso), ad arricchire di esperienze attuali il nostro animo, oggi, invece che assolverci farisaicamente condannando Chi osservava l’orizzonte dagli scogli di Sant’Elena.
Solo apprendendo tanto possiamo provare anche a giudicare fuori di noi, con indulgenza.

Dicci cosa ne pensi per primo.

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