Gira la moda. Saldi e sostenibilità

Ma quel vestito ci serve davvero?
Alice Sola - 3 Luglio 2021

Luglio è sinonimo di saldi. Col caldo torrido di questo mese, iniziano proprio oggi – 3 luglio 2021- i saldi estivi. Una volta in un video ho sentito “Puoi dirmi qualcosa che è da poveri per i poveri ma ricca per i ricchi? Sì, sostenibilità”. Fa sorridere, ma c’è molto di vero. Quando parliamo di sostenibilità, di riciclo, di vintage abbiamo da una parte chi rabbrividisce e dall’altra chi ha gli occhi a cuoricino.

In un momento così delicato per la storia del Pianeta, parlare di sostenibilità è doveroso e importante e quindi la domanda sorge spontanea: servono davvero i saldi? E se sì, comprare nelle grandi catene quanto è etico? Può sicuramente apparire come un discorso da ragazza-con-la-puzza-sotto-il-naso, certo, ma riflettere sul consumismo sfrenato e sugli acquisti incontrollati può portare ad una piccola analisi di cosa facciamo quando troviamo un paio di jeans a 12 euro. Sì, perché se noi paghiamo (e ce ne vantiamo) uno short, un top, un vestito così poco facciamo un grave errore: quello di non accorgerci che alimentiamo un sistema malato fatto di ricchi sempre più ricchi e poveri sempre più poveri. Pagando un capo così poco abbiamo due fattori da valutare la manodopera e il materiale. Quanto arriva a chi “ha costruito” il vestito? Come ha lavorato? In condizioni di sfruttamento? E dove ha lavorato? E di cosa è fatto questo vestito? Plastica…ancora?! Mancano 9 anni alla scadenza del termine per raggiungere gli Obiettivi 2030 (ONU Italia La nuova Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile (unric.org) e non possiamo perdere tempo. Continuare a produrre, a vendere e a comprare non sostenibile ci porterà (in realtà ci sta già portando) al collasso. Comprare sostenibile è prima di tutto un dovere verso noi stessi e il Pianeta, capirlo prima che sia troppo tardi può salvarci la pelle, davvero!

Ma quindi tutte queste parole sono per dire di boicottare i saldi? E i commercianti? No, l’obiettivo non è quello di certo, ma pensare prima di comprare può essere già un passo in avanti. Bastano 33 capi totali nell’armadio per vestirsi tutto l’anno, e 3 paia di scarpe (4 se contiamo le pantofole) eppure sfido chiunque ad averne così “pochi”.

Cosa ne deduciamo da tutto questo discorso da “Ginny-diventata vegana-che veste solo di lino-non guarda televisione-ha costruito un pozzo con le mani”?

  • Compra davvero solo se ti serve, una regola ovvia ma non banale; prima di uscire a fare shopping, passa in rassegna l’armadio e chiediti se hai seriamente bisogno di quel nuovo paio di scarpe. Al 90%, no.
  • Hai mai fatto decluttering? Cioè svuotato l’armadio e buttato quel maglione che non metti più dalle medie? Può essere un inizio, combo perfetta con la donazione dei capi o i mercatini.
  • La moda passa, tesoro. Ergo, non comprare cose che vanno in voga ora. Comprare vestiti con stampe anni ’70 per quest’estate, durerà il tempo di un aperitivo e se sbirci negli scatoloni di mamma qualcosa trovi.
  • Acquista capi senza tempo e che userai davvero: gli slip servono sempre.
  • Fai compre nei negozi. Stare a casa in comodità e ordinare su internet è una pacchia lo so, ma dato che ogni scelta fa la differenza: esci a fare shopping e compra nei piccoli negozi.
  • Salutiamo il fast fashion. Il vintage è da snob? È tornato di moda curiosare nei negozietti di vintage della città, e chi siamo noi per non prendere quella camicetta di Valentino a 20 euro?
  • Quando puoi, scegli e compra sostenibile. I capi fatti con materiale riciclato cominciano ad apparire sul mercato, facciamo girare quest’economia e tra qualche tempo sarà la normalità.

Tutto questo per dire semplicemente: compra responsabilmente. La moda muove tanto denaro ma se la moda gira bene non sarà più un problema per il nostro pianeta in fiamme. La rivoluzione comincia dal tuo armadio.


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