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I terziari francescani rifiutano nel 1221 a Rimini e Faenza di portare le armi

Nel 1221, a Rimini i Terziari Francescani (appartenenti al Terzo Ordine, fondato da Francesco d’Assisi nel 1211, chiamati anche Frati della Penitenza) rifiutano pubblicamente l’invito del Rettore (Podestà) di prestare giuramento di fedeltà perché questo comportava il dovere di portare le armi e quindi di combattere e di uccidere. Essi infatti dichiarano di “non poter né combattere, né portare le armi, sia di offesa che di difesa: perché vogliono la pace con gli uomini e con Dio, conquistandola con opere di bontà, trasformando il male, che è nel Mondo, in bene”. Per questo loro rifiuto sono imprigionati.

Il Papa Onorio III interviene in favore loro e dei Terziari della vicina Faenza, che avevano manifestato lo stesso rifiuto, promulgando il 16 dicembre 1221 la  Bolla “Significatum est” , inviata al Vescovo di Rimini Bonaventura Trissino (perché la Diocesi di Faenza in quel momento non aveva il Vescovo Titolare) chiedendogli di attivarsi in modo che i Frati della Penitenza, cioè del Terzo Ordine, non fossero costretti dai Rettori (Podestà) di Faenza, di Rimini e delle altre città vicine a prestare giuramento di fedeltà per poi portare le armi e prestare servizio nella Milizia. La Bolla prevedeva per i Terziari Francescani una specie di Servizio Civile, dato che dovevano svolgere attività di assistenza e di manutenzione nell’ambito cittadino.

I Terziari vengono quindi liberati. In questo modo si riconobbe ad essi, che pur vivendo allo stato laicale, obbedivano alla Regola promulgata da San Francesco, il diritto di rifiutare di portare le armi, di combattere e di uccidere, volendo invece risolvere tutti i conflitti, da quelli interpersonali a quelli tra i Comuni e gli Stati, con la Nonviolenza, come aveva insegnato San Francesco. Al riguardo ricordiamo che in quel periodo i Comuni erano in uno stato endemico di guerra civile, alimentata dalla lotta tra le opposte fazioni dei Guelfi (sostenitori del Papa) e dei Ghibellini (sostenitori dell’Imperatore).

La notizia del rifiuto dei Terziari di Rimini di portare le armi si trova alla pag. 286 del terzo volume della Storia di Rimini, scritta da Luigi Tonini e pubblicato nel 1862, in cui si fa riferimento alla Bolla pontificia promulgata da Onorio III.

Il fatto è inoltre riportato nella Relazione con la quale l’on. Carlo Fracanzani (DC) il 30 settembre 1971 presentò alla Camera dei Deputati la Proposta di Legge per il riconoscimento del diritto all’Obiezione di Coscienza al servizio militare. La Legge, approvata dal Parlamento l’anno seguente e promulgata dal Presidente della Repubblica il 15 dicembre 1972 con il numero 772, era purtroppo molto restrittiva dato che l’Obiezione non era riconosciuta come “diritto”, ma era una “concessione” elargita dal Ministero della Difesa, che peraltro doveva sindacare, con una apposita Commissione, la bontà delle motivazioni addotte dai giovani “arruolati” per rifiutare di portare le armi.  Inoltre il Servizio Civile Sostitutivo del Servizio Militare era più lungo di ben 8 mesi.

Giorgio Giannini


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