Il gruppo scout Agesci Roma 91 “Aquila Azzurra” e gli auguri in una Messa speciale
Martedì 22 dicembre, presso la parrocchia di San Bernardo di Chiaravalle, il rito per gli scout ed i loro genitori“Lupi, Lupi, Lupi” …”Lupo!”, e poi quei due fischi netti, forti, chiari: un punto ed una linea, nell’alfabeto Morse (quello che gli scout ancora utilizzano per inviare e ricevere messaggi) è la lettera A, l’iniziale del nome del Reparto Antares. Lupetti ed esploratori, fino al quel momento sparpagliati sul sagrato della chiesa di San Bernardo di Chiaravalle, accorrono. I fratellini del Branco corrono (si chiamano così i bambini che per gli scout sono i lupetti), gli esploratori e le guide camminano (sono loro gli scout, esploratore in inglese). All’appello sembrano mancare i rovers e le scolte (sono i ragazzi più grandi) ma dalla chiesa già illuminata e pronta per la celebrazione eucaristica giungono voci e suoni di preparazione: i ragazzi sono già dentro pronti a mettersi a disposizione degli altri!
Nel tardo pomeriggio di un martedì di questo strano dicembre, di questo Tempo di Avvento diverso, il gruppo scout Agesci Roma 91 “Aquila Azzurra” ha voluto vivere un momento di comunità nello spirito della fratellanza scout e dell’attesa del Natale, rendendo come sempre accade nel metodo scout protagonisti i ragazzi: per loro, per quei ragazzi che indossano con coraggio ed orgoglio pantaloncini corti anche a dicembre e fazzolettone al collo è stata celebrata una Messa di Natale.
Chitarre, canti (per una volta tanto i giovani cantori hanno avuto la scusa che le loro voci non si sentivano non perché non cantassero ma perché indossavano le mascherine, potere dei dispostivi di protezione!) e i simboli del loro essere scout: attenzione all’altro, al più piccolo, la comunità, il totem simbolo del branco, i guidoni simboli delle squadriglie, la fiamma simbolo del reparto, l’essere una grande famiglia, una comunità.
La Messa, semplice e partecipata, ha permesso ai bambini ed ai ragazzi di riflettere sul significato del loro essere scout e sul perché hanno compiuto e realizzato alcune scelte che agli occhi di una mondanità distratta e nichilista sembrano vecchie e non più adatte a ragazzi moderni. La risposta alla domanda l’hanno cantata proprio loro, e non solo con la voce (quella andrebbe un po’ esercitata in verità), ma con il loro comportamento, con il loro essere partecipi al una Messa un martedì sera, con il loro stesso essere scout.
Il ritmo, e non solo delle chitarre e dei bonghi, era forte e si sentiva distintamente: era ritmo di passi che vogliono risentire di nuovo la terra sotto di loro, era ritmo di fiati che si adattano al cammino, era ritmo di cuori che stanno crescendo seguendo e vivendo regole che sembrano vecchie ma che aiutano e preparano per la loro vita adulta, era ritmo di bambini e ragazzi belli, bellissimi con i loro fazzolettoni al collo orgogliosi di essere e non fare gli scout.
L’appuntamento è stato dato dai capi al 2021, augurando a tutti di poter vivere di nuovo quel ritmo di passi che tanto manca loro.
Buona Caccia, Buon Sentiero, Buona Strada!
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