Il latitante. Monologo in un miniatto unico

Ettore Visibelli - 20 Gennaio 2023

Il protagonista è solo in una camera di ospedale. Ha in mano la cornetta di un telefono e parla spigliatamente come chiunque non abbia più niente da perdere.

Se vorrete affermare che la mia cattura è stata laboriosa e fatta di speranze e delusioni che si sono alternate in trent’anni, questo è affar vostro. Dove mi nascondo vi è noto da tempo. Allora tra noi, diciamocela tutta. (breve pausa)

Di fare il latitante mi sono rotto le palle. Latitare stanca. Che credete? Pensate sia piacevole nascondersi, quando il primo imbecille che ti riconosce ti denuncia e allora, addio latitanza? Anche perché recentemente ve l’avevo detto che la salute mi stava abbandonando. Così, l’ultima volta che ci siamo sentiti – lo so, eravate preoccupati per le intercettazioni – ve l’ho detto chiaro e tondo: o mi fate stanare voi, facendo bella figura, o mi costituisco io… e allora… Bella figura, sì, bella figura davvero! (pausa lunga)

Lo so! Inutile che lo ripetiate. Sì, serviva l’occasione adatta. E quale migliore di quella che vi offro: un nuovo governo che appena insediato è sotto tiro per le accise e qualcos’altro… C’è maretta, provate a dire di no. E la maretta, inutile dire il contrario, non ha mai giovato ai vostri intrallazzi. So bene che vi aiuta la calma piatta. (pausa) No, sentite: se aspettavate un’occasione più propizia per ricevere l’aiuto dalla mia cattura, non ci siamo. Aspetta, aspetta, rischiate di sprecarla nel nulla. Volete mettere: c’è un governo nuovo di zecca, mai visto prima nell’Italia demo; dovrà pure essere battezzato! E quale miglior battesimo con la mia cattura? Siate onesti, dai. Prendere un latitante che vi è… diciamo sfuggito per trent’anni, pensate che non sia essenziale per rimettere il peccato originale… colorato di scuro… che questo governo si porta appresso? (pausa)

Ho capito. Ma come cosa ci guadagno io?! Ci guadagno quello che andremo a concordare nella trattativa. Eh no, cari, un favore si paga, scusate. Ho bisogno di cure particolari e specifiche. In una struttura ospedaliera italiana non ci tornerò più, questo è sicuro. Quindi mi farete sparire all’estero: che so? Magari in Svizzera, così, per dirne una. Mi garantirete ancora protezione e troverò lo specialista di mia fiducia per affrontare una malattia che potrebbe complicarmi gli ultimi anni della carriera. (pausa)

Nooo, si può fare: vedrete lo farete. In cambio, vi garantisco: muto, come un pesce muto. In caso contrario, lo sapete, la voglia di collaborare con la giustizia ha sempre offerto una forte attrattiva, con tutti i benefici che comporta, e stavolta non tanto per saperne di più sull’organizzazione a cui appartengo, pardon, apparteniamo – ormai sanno già tutto – quanto piuttosto la parte avversa a voi, quella che non ci vuole stare, mi sarebbe molto riconoscente per tutti i nomi e le malefatte che vi metterebbero in primo piano come miei complici e mandanti. Credo di essermi spiegato bene e poi, via, non è difficile da capire… Per voi sarebbe la fine tragica di un’onorata carriera. (pausa)

Se lo volete capire, bene, altrimenti ognun per sé… e ce ne assumeremo le conseguenze. (pausa)

(con voce risentita) Un blitz comandato da voi è conveniente per entrambi! Lo volete capire? Basta che ci mettiamo d’accordo sul dopo, come d’altronde ci siamo sempre intesi da trent’anni, no? Gli applausi tutti per voi e i fischi per me. Che vorreste di più? Dai ch’è la soluzione migliore!

Adotta Abitare A

Buio sulla scena. Pausa di un minuto/due per cambiare il vestito al latitante.

Quando si riaccende la luce, lui è seduto da solo in una stanza, piantonato da una guardia che esce chiudendo la porta a doppia mandata. Perplesso parla a voce alta.

Peccato, la morte della bella Gina poteva servire a calmare la piazza, a sedare la canizza politica e sociale quanto la mia cattura. Un’occasione sprecata? Non credo: lei novantacinquenne, c’era da aspettarselo. Me, trentenne di latitanza, molto, ma molto meno… No, non c’è paragone. 1-0 per me.

(Nel racconto di una latitanza finita, ogni riferimento a fatti e avvenimenti accaduti è pura satira astratta, partorita dalla fantasia dell’autore.)                                


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