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Il PNRR dopo i comizi

È indispensabile passare dalle attività retoriche a quelle che realizzano il Bene Comune

Il periodo pasquale e la festa della Liberazione sono stati occasioni per ascoltare i nostri politici, che scalpitano per le prossime elezioni.

A me interessa cogliere eventuali segnali di novità nella politica delle riforme e del PNRR.
Il peggioramento della situazione energetica dovuto alle tensioni ed alla guerra in Ucraina rende urgente una inversione di tendenza radicale e profonda.
I politici non ne parlano. Tutti i discorsi che ho ascoltato sono un’elencazione di interventi ordinari e di facciata, che vengono implementati per il corpo elettorale e per raccogliere facile consenso. Ai tempi della guerra del Kippur, 50 anni fa, i toni erano più incisivi e più autentici sui contenuti veri.

La situazione italiana è particolarmente critica, sia per i dati macroeconomici, sia per l’assenza di una coscienza collettiva, in parlamento e negli enti locali, nella società e nella comunità, circa la necessità di assumere decisioni strutturali, culturali, civili industriali di ampissimo respiro.
Il PNRR, piano straordinario UE di risposta alla crisi pandemica, era un’occasione unica e irripetibile per il nostro Paese, già prima della guerra in Ucraina. Ora, la mancanza di decisioni sul Piano Energetico degli ultimi anni del 900 e la lentezza dello sviluppo di fonti alternative, compresa quella nucleare, hanno trovato l’Italia tragicamente impreparata al rischio concreto di rimanere senza gas né petrolio russi.

Decidere azioni correttive

Perciò dobbiamo accelerare: a capire i problemi e a decidere grosse azioni correttive.

1. Sono necessarie 5 grosse riforme e stiamo ancora, dopo 15 mesi, a parlare di mini riforma giudiziaria e di “porte girevoli”.

2. Dobbiamo implementare grosse innovazioni nei rapporti tra pubblico e privato, in un contesto legale e di controllo che da noi non c’e’, e i politici si preoccupano e parlano solo di mascherine negli uffici e ristoranti e di aiuti a fondo perduto alle piccole imprese in crisi profonda.

3. Per salvarci col PNRR, che rappresenta il 50% del vero Programma di Politica Industriale italiano, dobbiamo assolutamente qualificare le risorse umane ed il loro impegno , per impiegarle adeguatamente nelle nuove tecnologie, anche attraverso una continua formazione. Vanno cambiati schemi, processi decisionali, culture radicate, conoscenze e modi di partecipazione. Chi frequenta UE, America e Asia, coglie là fermenti e novità nel modo di fare collettivo e di fare politica. Da noi non si vede niente, tracciato piatto, strillano solo i polli di Renzo per Azzeccacarbugli e miriamo solo alla raccomandazione.

4. Si è acquisita ormai l’idea che il comportamento etico conviene! Gli affari devono essere responsabili e non devono essere fatti contro la Società e l’Ambiente! È questa una verità strategica, sacrosanta. Servono talenti, che sappiano guidare e coordinare, motivando, ascoltare e suscitare empatia e partecipazione responsabile. È necessario attuare la ibridizzazione tra competenze hard (tecnico-scientifiche) e soft (umanistiche) e gli italiani sarebbero in questo campo favoriti, se fossero coscienti delle necessarie novità e delle loro possibilità. Lo scoprono solo quando vanno a specializzarsi in progetti complessi in Usa, GB e Giappone.

5. Dobbiamo rendere tutto misurabile e controllabile. Noi si parla solo di generici avvii “a seguito dello stanziamento” del ministero X o della regione Y. Ma quando si parla di piani ben scritti, di consuntivi misurati, di responsabilita’ ben esercitate e di comportamenti non adeguati? Non ho sentito un politico parlare di percentuale di speso/stanziato di realizzato /pianificato, di efficienza e di efficacia. “Sono arrivati da UE 21 miliardi per i 27 obiettivi semestrali”: ma quali sono gli obiettivi, quali sono gli stanziamenti, qual è il grado di avanzamento, chi ha deciso questi obiettivi e gli organi esecutori…? Chi capisce di pacchetti di progetti e di gestione, davanti a certi politici ride, mi dispiace. E loro continuano a farsi fotografare alle processioni, a farci gli auguri a Pasqua e al Natale di Roma, all’inaugurazione dei Parchi ed alla posa in opera dell’Ospedale…! La nuova strategia è mostrare gli ospedali realizzati e funzionanti e i parchi ripuliti dalle plastiche e dalle erbacce…Non lasciare tutto alla discrezione dei favori ai soli noti…

Scusate se l’ho fatta lunga, ma purtroppo non si capisce che è oggettivamente ridicolo rendersi conto che lo sport preferito, da noi e sopra di noi, è fare i clowns (non felliniani).
Almeno rendiamoci conto che è obbligatorio inserirsi in una rete di collaborazioni sane e utili e passare dalle attività circensi a quelle che realizzano il Bene Comune.

 


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