Intervista ad Alessandro Rosi
Alle elezioni amministrative del 5 giugno è il candidato presidente del Centrosinistra nel V MunicipioAlessandro Rosi ha 33 anni. E’ un “ragazzo” del quartiere, nato e cresciuto all’Alessandrino. Iscritto al Pd dalla sua fondazione, è stato assessore alle Politiche Sociali nella giunta di Giammarco Palmieri. Alle elezioni amministrative del 5 giugno è il candidato presidente del Centrosinistra nel V Municipio. Sabato 7 maggio a Largo Agosta c’è stata l’apertura della campagna elettorale alla presenza del candidato Sindaco Roberto Giachetti.
Alessandro Rosi, lei è l’assessore uscente alle Politiche Sociali e ora si candida a guidare il Municipio. Con quali presupposti affronta la sfida?
Essere dalla parte dei cittadini, ascoltare le loro richieste e renderli partecipi della macchina amministrativa e della gestione della cosa pubblica. C’è un forte scollamento tra amministratori e amministrati, una distanza che deve essere colmata dalla buona politica. Per questo motivo, ho deciso di incentrare la campagna elettorale sul confronto diretto con i cittadini. Alle cene e ai grandi raduni preferisco il contatto con le persone nei quartieri, per entrare in empatia anche con le difficoltà e le problematiche dei vari territori. Il Governo di una città complessa come Roma non può prescindere dall’azione dei Municipi, che nell’ambito della Città Metropolitana potranno acquistare una personalità giuridica utile a rafforzarne l’incidenza sul territorio.
Lei è un renziano doc a tutti gli effetti. Secondo alcuni ci potrebbero essere problemi di copertura a sinistra…
Mi appassiona poco il dibattito interno al partito quando è fine a sé stesso. Il Pd è un partito di sinistra, non dimentichiamolo. Penso che le riforme del governo Renzi si pongano l’obiettivo di migliorare la governabilità del paese e la qualità della vita delle persone. Mi dispiace che non si sia potuto costruire un progetto comune con gli amministratori di SEL con cui abbiamo governato insieme in questi anni e mi auguro che si possano risolvere gli ostacoli burocratici che potrebbero escludere le liste di SI dalla competizione elettorale.
Parliamo della sua esperienza di assessore alle Politiche Sociali
Fare l’assessore alle Politiche sociali mi ha cambiato il modo di vedere il mondo. Ho affrontato molte situazioni di difficoltà. Infatti le politiche sociali sono totalmente decentrate ai municipi, tranne le questioni inerenti le case di riposo e le RSA. Il supporto agli orfani, ai minori che non possono contare sull’affetto dei genitori, le fragilità della disabilità, la socializzazione degli anziani over 65. Sono tutte questioni gestite dai Municipi.
Abbiamo dato un aiuto concreto alle fasce più deboli della popolazione, e in molti casi anche con un operatore del Municipio che si recava presso le diverse abitazioni per la prima assistenza. Abbiamo fornito un sostegno importante, inoltre, agli utenti dei centri per anziani fragili e alle loro famiglie. Tutti servizi a carico del Municipio e che siamo stati in grado di mantenere attivi e funzionanti anche quando nel resto della città le politiche sociali andavano in tilt. Ho l’umile vanto, inoltre, di aver aperto con il supporto di tutta l’amministrazione Palmieri nuovi servizi, come gli alloggi per le donne vittime di violenza al Collatino, in modo da sottrarle a situazioni famigliari vessatorie, e la casa famiglia per disabili in via degli Angeli, che sviluppa i livelli di autonomia, partendo dalle cose semplici fino ad arrivare alle questioni più complesse inerenti la vita quotidiana.
Quali saranno invece le priorità della sua azione amministrativa in caso di vittoria?
Sicuramente la qualità della vita dei cittadini e del territorio. La buona politica, del resto, deve fare questo: incidere sulla quotidianità delle persone, non con livelli assistenziali minimi ma attraverso un percorso condiviso di gestione della cosa pubblica. Le idee, le proposte e anche le rimostranze dei cittadini rappresenteranno il pane quotidiano della mia azione politica.
Mi viene in mente il problema dell’emergenza abitativa, le questioni sanitarie, la rivalutazione e l’utilizzo degli spazi verdi e degli spazi pubblici, la valorizzazione del patrimonio archeologico del Municipio che è enorme e degli spazi culturali, come ad esempio il cinema L’Aquila, che dovrà riaprire, e il Teatro del Quarticciolo le cui attività torneranno presto a regime. Come ha confermato il governo Renzi nei giorni scorsi con il finanziamento di 40 milioni per Tor Sapienza, la cultura deve essere al centro di ogni buona azione politica e amministrativa.
Un’altra questione decisiva è quella dei rottamatori dal parco di Centocelle e dall’area di TorPignattara. E’ molto strano che la gestione dei rifiuti speciali vada in deroga a tutte le normative regionali e nazionali, non si sa bene sulla base di quale principio. Dobbiamo creare delle imprese di riciclo così come previsto dalla legge.
E poi ancora la modernizzazione e il potenziamento dei trasporti. Con piccole modifiche intelligenti al traffico urbano è possibile fare il tratto con il tram da Quarticciolo a Termini con un risparmio di dieci minuti, e questo progetto potrà essere concluso a breve. Da risolvere, anche, la questione dei rapporti con i vigili urbani che sono assegnati ai Municipi, ma sono totalmente indipendenti. I presidenti di Municipio dovrebbero avere degli strumenti più incisivi per interagire e dialogare con il corpo della Polizia Locale. In questo modo., potrebbero essere affrontati con più incisività diversi problemi del territorio, come l’abusivismo commerciale a TorPignattara e Centocelle o la qualità della vita del Pigneto.
Ed è proprio sul Pigneto che vorrei spendere alcune parole. Dal nostro intervento nel 2013 con il camper abbiamo notato una netta inversione di tendenza. Tanto rimane da fare e comprendo pienamente i malumori dei cittadini, ma il nostro impegno ha portato ad alcuni risultati concreti e l’azione amministrativa continuerà a garantire il rilancio di uno dei quartieri più importanti nel nostro Municipio. Infine voglio ribadire che la gestione di alcuni spazi pubblici non può essere azzerata dalla Delibera 140, soprattutto laddove c’è una partecipazione attiva della rete delle Associazioni, che spesso si fanno carico delle carenze dell’Amministrazione Comunale.
In che modo è possibile conciliare questi buoni propositi con una riforma della governance locale che rafforzi le competenze dei Municipi?
Il V Municipio non dirà più ai cittadini “non è di mia competenza”. Tutte le loro richieste saranno accolte e vagliate, poi sarà nostra cura spiegare bene le competenze del Municipio e le possibilità di azione amministrativa nei confronti degli altri organi locali. Molto spesso c’è un totale scollamento tra le aspettative dei cittadini e quello che le istituzioni di prossimità possono fare per dare risposte rapide. Sarà nostra cura parlare con i cittadini e fare tutto il possibile e anche di più per risolvere le loro problematiche, elencando chiaramente tutte le potenzialità del Municipio di incidere sulla loro vita quotidiana. Nel rapporto con il Campidoglio si gioca, infatti, una partita fondamentale per l’incisività dell’azione dei Municipi. Faccio riferimento, ad esempio, al contratto di servizio con le aziende partecipate del Comune, come Ama e Acea. Allo stato attuale, se ci sono disservizi i municipi possono soltanto segnalare la questione al Comune che poi dialoga con le municipalizzate. In questo modo, però, i tempi si allungano e spesso l’azione capitolina si arena nelle pastoie burocratiche. Dovrebbe essere concessa ai municipi la possibilità di interloquire direttamente con le municipalizzate in caso di problemi e dinamiche legate al territorio, anche attraverso la concessione della personalità giuridica ai municipi, che in questo modo potrebbero avere autonomia di bilancio, autonomia gestionale e autonomia per negoziare e concludere i contratti di servizi. Il Comune dovrebbe mantenere, invece, potenti strumenti di controllo per rafforzare l’azione amministrativa.