#IoRestoaCasa, sesto giorno
Diario di emozioni e sentimenti al tempo del Coronavirus. 12 punti 'semiseri' per misurare il nostro livello di esagerazione da pandemiaAscoltando i racconti di questi giorni, una delle preoccupazioni maggiori è che il 3 aprile è davvero lontano! Per non parlare di chi è già entrato in lallazione sul divano, perché convinto che il 3 aprile non terminerà la quarantena.
Dunque se questi miei articoli hanno un senso, quello di aiutare, proviamoci!
Allora parola d’ordine, la prima, è non esagerare. Esagerati?! Noi, no non è vero.
Ragazzi… un po’ di sana autocritica! Ok, per supportare l’autocritica stiliamo 12 punti necessari per misurare il nostro livello di esagerazione, un po’ come le dodici categorie della ragion pura di Kant… che poi, avrei voluto proprio vederlo Kant alle prese con la pandemia, magari avrebbe scritto le 12 categorie della “follia pura” facendo una raccolta dei meme su Facebook.
12 punti per misurare il nostro livello di esagerazione da pandemia
1 Portare fuori il pesce rosso con la scusa che deve fare pipì.
2 Cominciare a parlare con il barattolo del lievito madre perché oltre alla farina ha bisogno di sentirsi parte della famiglia.
3 Chiedere alla pianta grassa perché non risponde alle nostre domande… senza ricordarsi che ha un carattere spinoso da sempre.
4 Parlare ad Alexa da un metro di distanza, per lei il decreto sanitario non vale.
5 Riordinare il cassetto delle mutande per la terza volta, con criterio di gradazione di colore e per tenuta di elastico e ponderare la quarta.
6 Programmare, a fine quarantena, di iscrivervi a lotta greco romana o di cercare una palestra dove fanno un corso di cheese rolling.
7 Praticare in casa lo sport della corsa con la moglie in braccio (ricordatevi che i pronti soccorsi hanno il loro bel da fare in questo momento).
8 Chiamare il pony della pizza quattro volte al giorno, solo per conoscere gente nuova (c’è il pericolo che stasera Conte compaia in diretta straordinaria per inserire un numero limite di chiamate giornaliere).
9 Sfregiare i capelli dei vostri figli adducendo la scusa della frangetta troppo lunga (stanno già subendo sufficienti traumi poveri ragazzi).
10 Costringere figli, mariti e animali domestici a stare fermi per ore, con un modello di carta velina coperto di spillini, solo perché una volta avete cucito un vestito alla Barbie.
11 Cucinare il riso alle fragole, improvvisare cucina israeliana e sopratutto cimentarsi nella preparazione dell’anatra all’arancia quando fino a ieri “cucina elaborata” significava servire le pennette al dente.
(Vi avviso, voler preparare i panettoni per il Natale prossimo ed uscire per cercare il cedro candito di Amalfi in tutti i supermercati della città, non vale per l’autocertificazione).
E infine…
12 Giocare a fare i cecchini sul balcone appena vedete una forma umana che cammina o scrivere post indignati e furibondi su tutti quelli che escono con la tuta e scarpe da ginnastica, per evitare la trombosi agli arti inferiori e per rimandare a domani il patricidio.
Come valutari i risultati
Se siete arrivati fin qui senza assumere un’espressione colpevole e senza giustificarvi che il vostro pesce rosso è abituato alla socialità, potete considerarvi a buon punto.
Uno o più punti hanno colpito la vostra attenzione con delle immagini precise e nitide dei giorni scorsi…?
Allora sediamoci e pensiamo che l’esagerazione comincia a serpeggiare nel nostro quotidiano.
Se avete con orgoglio spuntato come fatti più di 5 punti, ok è il caso di coinvolgere un familiare con la 104 per chiedere assistenza (tanto il decreto emergenza ha esteso a 12 giorni i permessi per accudire i familiari in stato di bisogno… e voi credetemi, ne avete davvero molto bisogno).
Ultima raccomandazione, se con sprezzante spavalderia siete convinti di non averne nemmeno uno, vi consiglio fortemente di far leggere i 12 punti ad una persona che sta condividendo con voi la quarantena. Potreste avere pareri discordanti rispetto alla cena di ieri sera servita con rito masai e con un sottofondo di folk rock mongolo cantato di gola.
Stabiliti questi punti fermi, sono certa che chi più chi meno, abbiamo tutti bisogno di una strategia efficace per gestire la quarantena ed eccomi quindi ad esporre la mia proposta di gestione.
Ah, no. Scusate. Come non detto vi scriverò domani la mia strategia, adesso devo andare a girare i panettoni appesi alla cappa a testa in giù, mentre leggo il mio articolo di oggi a Grace… il mio lievito madre… è un’acuta lettrice sapete?!
A domani, forse.
Ilaria Pacelli
PS. Ovviamente se volete segnalare altre categorie per misurare la nostra esagerazione da pandemia, aspetto volentieri validi suggerimenti!