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IV Municipio: la Seduta del consiglio del 2 novembre 2022

Al centro del dibattito il regolamento sugli impianti di telefonia mobile, i raccoglitori di pile esauste e l’utilizzo degli immobili sgomberati in via del Frantoio
Agenzia Aniene Onoranze Funebri

All’ordine del giorno della seduta del 2 novembre 2022 del Consiglio del IV Municipio: una proposta di regolamento per l’installazione delle antenne di telefonia, una mozione sulla installazione dei raccoglitori di pile esauste, e una risoluzione per il recupero degli immobili di via del frantoio.

Installazione impianti di telefonia mobile

La discussione del Consiglio si è aperta con l’analisi della proposta di iniziativa consiliare a firma del gruppo capitolino del M5S, inerente una proposta di Regolamento per la localizzazione, l’installazione e la modifica di infrastrutture e di impianti di telefonia mobile e tecnologie assimilabili e per l’adozione di un sistema di monitoraggio delle sorgenti di campo elettrico, magnetico ed elettromagnetico.

Ad illustrare la proposta il Presidente della Commissione Assetto del territorio Adriano Brescia (PD), che ha esordito informando l’aula del parere negativo della maggioranza dei membri della sua Commissione, ricordando come già pochi mesi fa si sia provveduto in Campidoglio ad abrogare il vecchio regolamento sulle infrastrutture per la telefonia mobile, con l’obiettivo prefissato di arrivare alla proposta (da sottoporre al parere dei 15 Municipi) di una nuova regolamentazione. Brescia ha comunque tenuto a precisare che il documento in questione, seppur respinto, presenta al suo interno degli spunti accoglibili, e che quindi costituisce un impulso ulteriore per gli uffici affinché completino l’iter in corso nel minor tempo possibile.

Intervenendo in favore del documento, Stefano Rosati (M5S) ha invece sottolineato un suo stupore legato al fatto che, rispetto al passato, le installazioni in questione non siano più un problema legato alla tutela dei cittadini. Il suo riferimento è stato in particolare alla situazione di vacatio originata dall’abrogazione del vecchio regolamento cui non è ancora seguita l’approvazione di uno nuovo, per il quale il consigliere M5S sottolinea la quasi scadenza del termine di 60 giorni previsto per l’adozione di un regolamento sostitutivo. Rosati inoltre ha sottolineato la necessità dell’introduzione di un Osservatorio dei cittadini (previsto nell’art. 8 della proposta) che dovrà controllare, monitorare e dare istruzioni affinché le installazioni siano effettuate in base alle vigenti direttive europee e non solo in relazione alle indicazioni nazionali.

Il consigliere Roberto Santoro (FdI) ha ricordato che l’ambientalismo non è un tema di esclusivo interesse della sinistra, ma la tutela dell’ambiente è invece un tema che sta a cuore anche alla destra. Da questa precisazione nascono infatti tutte le sue perplessità in merito a recenti installazioni – pur in assenza di nuova regolamentazione – di antenne su edifici che si trovano a distanze inferiori a 100 metri da plessi scolastici, portando gli esempi di via Palombini, via Bellucci e via Pollenza.

Santoro ha inoltre ricordato le proteste dei cittadini in fase di installazione di un’antenna a Portonaccio, vista la vicinanza dell’Istituto Elis, ma nonostante le proteste alla fine l’installazione è stata effettuata. Santoro ha concluso il suo intervento auspicando che i consiglieri, in attesa del regolamento, possano essere informati di ciò che succede sul territorio anche con una mappatura delle antenne sul territorio municipale.

Il capogruppo PD Federico Proietti ha cercato di fare un po’ di chiarezza sulla materia, ricordando innanzitutto che, nonostante il 7 settembre scorso sia stato espresso parere favorevole per l’abrogazione del precedente regolamento, tale delibera non è ancora stata perfezionata, e quindi non essendo ancora stato abrogato non ci si trova in un regime di vuoto normativo.

Proietti ha anche ricordato che il regolamento del 2015, che dava un certo margine di manovra al Comune in materia di installazioni, si è trovato ad essere subordinato a diverse sentenze che hanno impedito al Comune di imporre limiti generici alle installazioni, dovendo invece stilare un elenco puntuale dei luoghi dove non posizionare le antenne. Inoltre la L.120/2020 (Decreto Semplificazioni) prevede che su tali materie non si può intervenire con singole ordinanze (da qui la necessità di un nuovo regolamento organico). Da ultimo, il capogruppo PD ha informato che il Dipartimento Urbanistica ha già avviato un monitoraggio per l’installazione delle antenne, ma poiché il processo è ancora in corso, i 60 giorni per l’adozione del nuovo regolamento non risultano ancora essere iniziati.

Infine, il capogruppo FdI Luca Scerbo Polverato ha dichiarato che il suo gruppo non sarebbe entrato in una diatriba tra Centrosinistra e Movimento 5 Stelle, visto che sono stati questi due schieramenti a governare il territorio durante il periodo cui fa riferimento la diatriba regolamentare affrontata in aula. Scerbo ha quindi accusato la maggioranza di non prendere posizione sulla questione, ma di assistere contemporaneamente al continuo posizionamento di antenne sul territorio, creando a suo dire un preoccupante “far west”.

A tali affermazioni ha quindi risposto Proietti che, anticipando il voto contrario del suo gruppo, ha ribadito come su una materia del genere sia necessario arrivare ad una discussione su un regolamento che sia in linea con le norme nazionali, al contrario del documento presentato in aula che invece non è in linea con tale esigenza.

Raccoglitori pile esauste

Il consigliere Stefano Rosati (M5S) ha quindi illustrato una proposta di mozione a firma sua e della sua collega di gruppo Roberta Della Casa per l’implementazione dei raccoglitori di pile esauste sul territorio del IV Municipio.

Rosati ha motivato la presentazione partendo dalla proposta di proroga per il contratto di servizio con AMA, rapporto per il quale ha invece auspicato la stesura di un nuovo contratto. In un nuovo contratto, ha spiegato Rosati, sarà opportuno rivedere le diverse implementazioni, e tra queste i raccoglitori di pile esauste; tali raccoglitori andranno da un lato incrementati nel numero, dall’altro dovranno essere posizionati in base ad una mappatura da cui derivi la funzionalità del posizionamento (esempio in mercati rionali o nei pressi di esercizi commerciali che vendono pile per uso domestico).

Attualmente nel territorio del IV Municipio risultano presenti 67 raccoglitori, motivo per cui Rosati con tale mozione chiedeva al Presidente di adoperarsi per implementare un numero che a suo dire è probabilmente basso in relazione ad una popolazione di circa 180.000 abitanti, nonché di pubblicizzare maggiormente le aree dove i contenitori sono presenti.

Il gruppo di FdI è intervenuto tramite il consigliere Santoro, il quale ha dichiarato la propria disponibilità a votare l’atto, manifestando al contempo la necessità di implementare e posizionare in maniera efficiente anche altri tipi di raccoglitori, tra i quali quelli di abiti usati che secondo lui sarebbe più sensato se si trovassero solo in prossimità delle chiese, visto la peculiarità del tipo di conferimento; Santoro ha inoltre tenuto a precisare che è importante al tempo stesso anche effettuare un’azione di monitoraggio costante sullo svuotamento, poiché spesso ci si imbatte in raccoglitori speciali (di abiti o anche di farmaci) che risultano essere pieni e quindi non utilizzabili.

La consigliera Della Casa (M5S), cofirmataria del documento, ha auspicato un atteggiamento positivo da parte di tutti i presenti in aula, poiché l’assenza o l’insufficienza di tali contenitori (con conseguente utilizzo dei normali cassonetti per il conferimento delle pile esauste) rappresenta in generale un danno enorme sia per l’ambiente sia per gli impianti di smaltimento. Bocciare un documento simile sarebbe per il M5S poco lungimirante, visto che attualmente il contratto di servizio è in proroga fino al 31 dicembre e quindi  – se effettivamente un eventuale nuovo contratto è in fase di elaborazione – un atto del genere non può che essere di stimolo nella valutazione della mappatura territoriale in merito ai contenitori in questione.

Il capogruppo PD Proietti ha precisato che non esistono contrarietà o preclusioni su questo tipo di implementazioni, ma ha evidenziato come il numero di 67 raccoglitori presenti sul territorio posizioni il IV Municipio nella classifica dei raccoglitori per abitante. Proietti ha voluto precisare che per un tema così importante e di interesse collettivo sarebbe più utile e corretto affrontarlo in una discussione nelle Commissioni piuttosto che presentarsi con un documento già redatto da discutere in aula, poiché la discussione in Commissione genererebbe sicuramente un insieme organico di pareri da fornire in fase di effettiva redazione del nuovo contratto di servizio AMA.

Nella discussione è intervenuto quindi il Presidente della Commissione Ambiente Gianluigi Bardini (Roma Futura) che  – accogliendo la possibilità di approfondire il tema anche nelle sedute della propria Commissione – ha ricordato come, avendo già parlato nellaprecedente seduta del Consiglio del concetto delle 3R (Ridurre, Riciclare, Riutilizzare) come concetti cardine della difesa dell’ambiente, sarebbe il caso di cominciare ad aggiungere una quarta R, ossia “Ripensare”, soprattutto in riferimento a tutto ciò che ruota dietro all’utilizzo degli apparecchi a pila: in assenza di un reale ripensamento degli usi, in futuro si riproporrà sempre una carenza dei luoghi di smaltimento, anche in un territorio come quello del IV Municipio che non presenta problemi particolari in merito al numero di raccoglitori pro capite.

La maggioranza quindi, nelle dichiarazioni del suo coordinatore Proietti, ha dichiarato di astenersi sul provvedimento, dal momento che la sua non contrarietà all’atto coincide contemporaneamente con l’esigenza manifestata di dover discutere ulteriormente della questione in Commissione Ambiente, affrontando il tema più ampio della raccolta dei rifiuti speciali, tra i quali andranno inseriti anche i farmaci ed i RAE.

Recupero degli immobili di via del Frantoio

Roberta Della Casa ha illustrato la proposta di risoluzione a firma M5S sul recupero degli immobili siti in via del Frantoio.

Nell’esporre il documento, la Della Casa ha ripercorso cronologicamente alcuni passaggi che hanno portato alla presentazione della mozione, ricordando che già in aprile era stata proposta una risoluzione simile, ma che per motivi di interpretazione non era mai stata calendarizzata.

Gli immobili di via del Frantoio sono stati spesso oggetto di scontri importanti, anche perché nelle immediate vicinanze sono presenti una scuola ed un asilo, motivo per cui tempo fa il Municipio fu costretto a mandare un usciere, poiché molte persone utilizzavano l’accesso alla scuola come passaggio per recarsi presso tali immobili. Dei tre immobili in questione, due erano destinati rispettivamente all’accoglienza dei transitanti, tramite gestione della Croce Rossa Italiana, ed alla polizia municipale (quest’ultimo poi trasformato in centro SPRAR dopo il trasferimento dei vigili a via Fiorentini), mentre il terzo era il laboratorio artistico dello scultore Nena.

Successivamente il Comune di Roma ha acquisito tutti gli immobili nella propria disponibilità, non avendo tuttavia la disponibilità nell’immediato di fondi per sistemare gli immobili stessi, che nei mesi successivi sono stati occupati e sgomberati più volte, fino ad arrivare ad una situazione in cui all’interno della struttura si verificava un importante spaccio di stupefacenti ed una serie di furti nelle scuole e nell’impianto sportivo adiacente.

Nel racconto della Consigliera Della Casa si arriva quindi ad ottobre 2020, quando cioè il Municipio IV riceve dalla ASL RM2 la richiesta di poter usare tutti e tre gli immobili per la realizzazione di un ulteriore presidio sanitario, processo che poi si è interrotto. La Della Casa ha concluso il suo intervento chiedendo di poter riavviare il percorso di ristrutturazione finalizzato all’assegnazione alla ASL, poiché un presidio sanitario costituirebbe un importante valore aggiunto per il territorio.

Il Presidente del Municipio Massimiliano Umberti – presente in aula per intervenire sul documento – ha confermato anche lui che ci si trova di fronte ad un tema centrale per la rivalutazione di un intero quadrante.

Umberti ha raccontato che, nonostante ci fossero stati diversi sgomberi negli anni passati, l’ultimo ha portato alla luce una situazione igienico-sanitaria molto più grave rispetto al passato, con condizioni simili a quelle riscontrate di recente nella ex Penicillina. Questa situazione, ha proseguito Umberti, costituiva una “bomba ecologica” aggravata dalla contiguità con una scuola che rendeva il quadro ancora più preoccupante. Durante l’aggravarsi di questa situazione, la ASL ha declinato la possibilità di aprire una sua sede poiché l’immobile risultava occupato, e ciò andava a sommarsi alla considerazione della nuova maggioranza municipale, che fin dall’inizio ha ritenuto ridondante la presenza di un presidio sanitario in via del Frantoio, vista la presenza della ASL a pochi metri di distanza nella sede di via Mozart. Nell’idea illustrata da Umberti quindi, quegli stabili – che ora sono stati murati onde renderne impossibile una nuova occupazione – andranno destinati ai servizi alla persona, che però potranno essere molteplici e di diversa natura, e non solo focalizzati in ambito sanitario.

In risposta alla disamina di Umberti, il M5S è intervenuto nuovamente per chiarire che non sapeva nulla in merito alle informazioni fornite in aula dal Presidente e, pur insistendo sulla possibilità di verificare nuovamente la disponibilità della ASL all’assegnazione dei locali, si è dichiarato disponibile a lavorare insieme su fatti concreti inerenti la soluzione di questo problema che da troppo tempo non vede una soluzione concreta.

Federico Proietti (PD) ha ricordato come l’intervento di messa in sicurezza sia stato completato e si sia quindi messa mano ad una situazione di forte disagio sociale e di difficile convivenza territoriale. Anche lui come Umberti ha evidenziato la necessità di evitare la monofunzionalità dei servizi, poiché il territorio ha bisogno di funzioni in grado di creare un indotto economico, dal momento che ormai da diversi anni il Tiburtino Terzo si sta lentamente svuotando. In merito ai servizi da dover destinare negli immobili, Proietti ha detto che non c’è ancora un’istruttoria in tal senso e che attualmente ci si sta interrogando su quali possano essere le migliori opzioni per il territorio.

Adesione manifestazione 5 novembre

La seduta di consiglio si è conclusa con un atto, approvato all’unanimità, con cui il Consiglio aderisce alla manifestazione per la pace indetta per sabato 5 novembre a Roma, presentato da tutti i capigruppo di maggioranza cui si sono in seguito aggiunte le firme dei consiglieri di opposizione presenti. Tutti coloro che sono intervenuti hanno a vario titolo sottolineando che la manifestazione non potrà che essere un ulteriore momento di sensibilizzazione dell’opinione pubblica in merito all’atrocità della guerra ed alla necessità di un cessate il fuoco immediato come elemento chiave per un reale negoziato di pace.


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