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“La Grande Monnezza” dopo la manifestazione del 27 luglio

Appuntamento il 2 agosto 2021, al Giardino dei Ciliegi, nel cuore del Quadraro Vecchio, per riflettere sui risultati della prima mobilitazione

Residenti, abitanti e commercianti dei municipi V e VII di Roma si sono dati appuntamento il 2 agosto 2021, al Giardino dei Ciliegi, nel cuore del Quadraro Vecchio, per riflettere sui risultati della prima mobilitazione dello scorso 27 luglio, quando sono stati ricevuti al Ministero della Transizione Ecologica.

La valutazione assembleare, collettiva e condivisa, fa emergere due macro temi: – da un lato l’apprezzamento per la rete avviata tra cittadini e cittadine di diverse realtà accomunate dalla stessa tragedia dei rifiuti, incoraggiata dalla forza di questa unione e profondamente desiderosa di maggiore partecipazione ai processi politico-istituzionali i cui esiti ricadono sulla società civile inascoltata; – dall’altro una risposta istituzionale poco incoraggiante che non ha traccia del percorso evolutivo ricercato dalla mobilitazione ma prospetta piuttosto un’involuzione, restando miope e ancorata al vecchio: all’emergenza, al tamponare, al ricorso a figure prefettizie.

La manifestazione ha rappresentato il primo passo di un percorso di mobilitazione importante e consapevole che, al MITE, è andato con la richiesta precisa di un cambio di paradigma: dall’attuale economia lineare a un’economia circolare concreta. La delegazione è stata accolta dalla dirigente Dott.ssa D’Aprile e dal Vice Capo Gabinetto del Ministro il Dott. De Salvo. I toni sono stati cordiali. Immutata la fermezza dei comitati riuniti consapevoli che una crisi dei rifiuti perpetua, tra l’altro, l’emergenza sanitaria in corso. Trapela il forte timore che per la cattiva gestione dei rifiuti venga avviata una procedura di infrazione della Commissione europea nei confronti della Regione Lazio, il cui costo sarà ovviamente a carico di tutte le cittadine e cittadini del paese. La risoluzione del problema, rimbalzato tra Comune e Regione, rischia di finire al vaglio del Prefetto. E’ stato dichiarato che il problema non è di competenza del Ministero. E’ alta la preoccupazione dei comitati che le istituzioni preposte non riescano a trovare una soluzione di lungo periodo: prefetto è sinonimo di emergenza, ossia il contrario di democrazia, trasparenza e programmazione.

I cittadini chiedono un approccio completamente innovato rispetto al tema rifiuti. Chiedono che al rifiuto sia riconosciuto un valore specifico, che sia trattato come una risorsa. Calato nel contesto locale, di Roma, questo vuol dire:

– servizio di raccolta porta a porta;

– rafforzamento dell’organico dedicato;

– economia circolare per la valorizzazione delle materie prime seconde.

Il Ministero sa bene quanto l’istanza locale faccia da eco a un problema universale: è il Pianeta che oggi chiede maggior respiro, è per il pianeta che il problema dei rifiuti va affrontato. La società civile è pronta a un impegno rinnovato, a fare la propria parte come da più voci sollecitata ma, la verità vera, è che lo Stato, i governi, la politica devono prendere provvedimenti, tracciare la strada, fare la loro parte, come da mandato costituzionale. Gli eventi degli ultimi giorni sembrano smentire questa direzione. La riorganizzazione del Ministero della Transizione Ecologica (Consiglio dei Ministri del 29 luglio, Approvata in Consiglio dei ministri la riorganizzazione del MiTE | Ministero della Transizione Ecologica) soffoca quella che dovrebbe essere la vocazione ambientalista del MITE, integrando le sue competenze con quelle “in materia energetica sul piano nazionale e internazionale in precedenza assegnate al Ministero dello sviluppo economico” (come esplicitamente dichiarato sulla stessa pagina del MITE), rischiando così di sacrificare la tutela dell’ambiente agli interessi e agli schemi produttivi ancora legati al fossile – ben rappresentati, ad esempio, da ENI e ENEL, paradossalmente eletti ad interlocutori principali della progettualità “innovatrice” del PNRR. Inoltre, il mancato inserimento dei reati ambientali tra quelli procedibili nella riforma della giustizia e l’ormai famosa dichiarazione della Ministra Cartabia, che riassume il lavoro parlamentare a un mero «gioco di bandierine», indicano chiaramente quale sia la volontà politica del governo nei confronti della tutela dell’ambiente nel nostro paese: un indirizzo che allarma ulteriormente alla luce degli incendi che in queste settimane stanno devastando i nostri territori.

I comitati restano in attesa di conoscere il piano di lungo termine con cui si intende realizzare uno degli obiettivi che l’Europa ha ascritto tra le priorità e messo al centro dell’agenda di tutte e tutti noi.

Non restano in attesa immobili, continuano proattivi nel pretendere un cambiamento. Pronti a sostenerlo quando scelte davvero coraggiose e giuste faranno cambiare lato da cui manifestare in piazza.

La Grande Monnezza – aderiscono: Comitato Spontaneo Sottosuolo Quadraro Vecchio, Comitato TorPigneto Almagià’, Assemblea spontanea cittadin* ed esercenti del Pigneto-Prenestino, Pigneto Pop, P.A.C. Libero, Cinecittà Bene Comune, Circolo ARCI Sparwasser, Comitato Castore Durante.


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