La libertà del blogger don Mauro Leonardi

«Ho deciso di prendermi una pausa dai social», così il presbitero, scrittore, opinionista e blogger che esercita il ministero pastorale a Roma, presso il Centro Elis di Casal Bruciato
Agenzia Aniene Onoranze Funebri

“Un blogger popolare ma libero si prende una pausa dai social”, così Guido Mocellin in un articolo su Avvenire del 3 aprile, che solo oggi mi è capitato di leggere. Ne trascrivo qualche riga: “Questa volta il passo indietro si deve a don Mauro Leonardi, presbitero, scrittore, opinionista e blogger di origini lombarde ma che esercita il ministero pastorale a Roma.

(Da settembre 2015 abita a Roma presso il Centro Elis, dove fa il Cappellano soprattutto per il Liceo dell’Accoglienza Safi Elis, ed è in appoggio alla Parrocchia di San Giovanni Battista al Collatino. La sua residenza è via Sandro Sandri 71 e il numero di telefono è 06 4356031)

Il primo annuncio l’ha dato lo scorso 24 marzo con un sobrio post sul blog “Come Gesù”: «Ho deciso di prendermi una pausa dai social». E più avanti: “Poi il motivo della decisione, maturata già da un anno: «Mi prendo una pausa perché sento il bisogno di investire maggiormente nelle relazioni delle persone che ho vicino». E infine: “Il sottotitolo dell’ultimo, fortunato libro di don Leonardi, “Il Vangelo secondo TikTok”, recitava: «Usare i social e restare liberi».

Ora, è evidente che Guido Mocellin ignora quanto don Mauro tenesse al suo blog, quanto tenesse a TikTok e a tutte le “finestre” dalle quali si affacciava per parlare a migliaia di persone. Se lo conoscesse, come lo conosco io, saprebbe quale sacrificio gli costi la “pausa” che, a mio parere, durerà per sempre. Ovviamente questo è solo un mio pensiero. Ed è anche solo un mio pensiero che se don Mauro fosse libero, non si sarebbe mai preso una pausa, o perlomeno non se la sarebbe presa da tutti i social (TikTok, Facebook, Twitter, Instagram e YouTube) contemporaneamente. Non è don Mauro il prete convinto che “nell’annuncio del Vangelo non va tralasciato nessun “continente”, compreso quello di Internet, e in particolare i social network, frequentati da miliardi di utenti in tutto il mondo, molti dei quali hanno una scarsa conoscenza del cristianesimo, a maggior ragione della Chiesa”? (L’Osservatore Romano 9 giugno 2021 – “Il Vangelo secondo i social”,  di Charles de Pechpeyrou). Come mai nell’intervista non fa cenno alla sua decisione se già ci stava pensando, stando a quanto scrive Mocellin? Anzi, dichiara: “Francesco Saverio è andato in Asia perché l’Asia esisteva: io sto sui social per la stessa ragione di ogni missionario”.

Insomma, credo che Guido Mocellin non si sia reso conto che la causa della penosa rinuncia di don Mauro, è stata proprio la sua libertà sui social.


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Un commento su “La libertà del blogger don Mauro Leonardi

  1. Concordo pienamente con te Renato, anche io come te ho frequentato i social dove don Mauro scriveva e lo conosco virtualmente da un decennio,lui non avrebbe lasciato i social mai di sua spontanea volontà, amava comunicare con la gente, soprattutto con i giovani, diffondere il vangelo attraverso i social. Su tik tok aveva tantissimi followers, ma anche su instragam, Twitter, dovunque scriveva era seguitissimo. Qualcuno ha deciso di farlo tacere e tagliarli le ali della libertà, davvero un peccato!!

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