La libreria antiquaria Cascianelli
In largo Febo al numero 15 dal 1909Immaginatela magica come il Ghirigoro di Harry Potter ma anche misteriosa e caotica come il nascondiglio di Bastian ne’ La storia infinita.
Cercatela tra piazza Navona e l’antica università di sant’Ivo alla Sapienza e scopritela affacciata sul muro vestito d’edera di largo Febo, incastonata nel numero 15 dal 1909. La libreria antiquaria Cascianelli.
La porta è aperta per chi è pronto a viaggiare nell’alternarsi delle stagioni d’un tempo lontano, in infinite storie e angoli di mondo inesplorati.
In vetrina oggi, 15 febbraio 2020, c’è una scritta in cinese, un drago, una lanterna, libri ed altri oggetti provenienti dal paese della Grande Muraglia.
“È un nostro piccolo omaggio alla Cina che sta attraversando un periodo difficile – spiegano Claudio Cascianelli e la sua socia Valentina La Rocca –. Abbiamo trovato il modo di scrivere Forza Wuhan in cinese, abbiamo esposto un incoraggiamento ed un augurio per il nuovo anno insieme a qualche oggetto cinese antico, qualche libro”.
È stato apprezzato?
“Sono entrati dei signori cinesi l’altro giorno, erano contenti, emozionati, non se lo aspettavano pensi, per cosi poco poi!”
Ma qui entrano anche persone importanti?
“Vari attori – risponde Claudio – da Manfredi a Oliver Stone, Mel Brooks, giornalisti. Luigi Ontani è venuto poco tempo fa – interviene Valentina – poi Luigi Serafini, William Kentridge, ma da Cascianelli veniva Greta Garbo, Sciascia era un habitué.”
Questa libreria sembra uscita da un film.
“Sì, qui hanno girato ‘La famiglia Ricordi’ di Mauro Bolognini; ultimamente John Wick con Keanu Reeves, sa quella scena in cui lui cerca un negozio di cartografia per avere le mappe del Vaticano. Inoltre – continua – Alessandro Michele, direttore artistico di Gucci, ci ha iscritto nei Gucci Places. È una bella cosa, ad esempio quando c’è stata la sfilata al Campidoglio ci hanno acquistato dei libri antichi nei quali mettere l’invito. Erano dei classici italiani, latini e greci e le persone venivano a prendere qui il loro invito-libro!”
Sul pavimento ci sono dei binari, la vetrina è mobile?
“È manuale – dice Claudio – torna indietro, si sposta all’interno del negozio sui binari per permettere ai portelloni di legno di chiudersi. Una volta non c’era la saracinesca!”
Di che epoca è questo negozio?
“Del 1835 – risponde Valentina – era una sartoria ecclesiastica”.
“E questa non è una semplice scaffalatura piena di libri” – Claudio, come in Frankenstein Junior, mostra un passaggio segreto.
Entrano anche ragazzi qui?
“Ultimamente vediamo entrare più giovani – dice Valentina – magari solo per fare fotografie col telefonino, fotografarsi in una vecchia libreria potrebbe essere una cosa desueta però gli piace, forse – riflette – quel distacco dal cartaceo adesso crea una distanza che gli rende queste cose affascinanti”.
C’è un calo nelle vendite?
“Qualche anno fa Claudio pensava di chiudere. I momenti sono stati difficili per tutte le ragioni che avete già elencato nel vostro articolo su Odradek, cioè Amazon, la vendita on line.”
Come siete riusciti a sopravvivere?
Claudio: “grazie all’intervento di Valentina e degli altri soci che hanno rivitalizzato tutto l’ambiente con quadri, stampe, incisioni, tutto quello che vede, e poi nelle altre sale si tende a fare delle mostre, delle presentazioni”.
Valentina: “Non siamo molto esigenti, ho letto che la libreria Odradek si lamenta per il fatturato, il nostro fatturato è inferiore al loro ma abbiamo l’esigenza di mantenere in vita questo luogo perché ci stiamo bene, è affascinante, è patrimonio di Roma!”
La nuova legge per la promozione della lettura migliorerà le cose?
“Si, c’è un tax credit che ci sgrava un po’ dalle tasse, presenteremo la domanda”.
Purtroppo a conclusione va raccontato che, come in un racconto di Arthur Conan Doyle, in una fredda e affollata domenica dello scorso dicembre, è stato commesso nell’antico negozio un crimine.
Qualcuno è entrato di soppiatto ed ha rubato le “Effigie de i maggior at più valorosi Capitani”, libro del ‘500 in pergamena.
“Era in libreria da 100 anni!” – lamentano con le lacrime agli occhi i librai, ancora profondamente feriti e sbigottiti.
Patrizia Artemisio
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