La persecuzione dei Testimoni di Geova

Altre vittime dimenticate del regime nazista
Giorgio Giannini - 30 Gennaio 2023

I nazisti hanno perseguitato i Testimoni di Geova (che in quel periodo si chiamano Studenti Biblici (Bibelforscher) per ragioni esclusivamente religiose. Erano considerati “oppositori” del regime nazista per il loro comportamento, motivato dalle loro convinzioni religiose. Infatti, non prestavano il prescritto saluto Heil Hitler!, non esponevano, quando prescritto, la bandiera nazista e soprattutto rifiutavano di prestare il servizio militare.
Su circa 35.000 Testimoni 35.000 fedeli presenti nell’Europa occupata dai nazisti, più di un terzo hanno subito la persecuzione. La maggior parte sono stati arrestati ed oltre 4.000 sono stati internati nei Lager, dove circa 1.600 sono morti per le malattie ed i maltrattamenti subiti. Inoltre circa 370 sono condannati a morte, con infamia, mediante impiccagione o decapitazione, per aver rifiutato di prestare il servizio militare dopo l’inizio della guerra.
I Testimoni di Geova prendono posizione contro il nazionalsocialismo sulla loro rivista The Golden Age (L’Età d’Oro) dalla fine degli anni venti. Inoltre, sul numero del 4 gennaio 1933 (pochi giorni prima dell’ascesa al potere di Hitler, il 30 gennaio 1933) è scritto: “Incombe la minacciosa ombra del movimento nazionalsocialista…”.

Dopo l’incendio del Parlamento (Reichstag) del 28 febbraio 1933 il Governo nazista emana un Decreto che limita i fondamentali diritti di libertà ed anche i Testimoni di Geova sono perseguitati perché considerati “oppositori” del regime nazista.

Il 1° aprile 1933 il Ministro dell’Interno del Reich vieta la diffusione delle pubblicazioni del Movimento. Per reazione, i Testimoni di Geova, dall’8 al 16 aprile 1933 organizzano in tutto il Paese un “periodo di testimonianza” e distribuiscono due milioni di copie dell’opuscolo Die Krise (La crisi), richiamando l’attenzione dei lettori sul pericolo del nazismo. Contemporaneamente, i Testimoni sono messi al bando in vari Lander con la falsa accusa di “cospirazione contro lo Stato”.

Il 24 giugno 1933 il Movimento è sciolto in Prussia ed i suoi beni sono sequestrati. Il giorno dopo, si riuniscono a Berlino circa 7.000 Testimoni di Geova che approvano una Dichiarazione, inviata al Governo ed ai funzionari pubblici per spiegare gli scopi esclusivamente religiosi del Movimento.

Nel mese di luglio i primi Testimoni di Geova, anche donne, sono inviati in appositi Campi di rieducazione, per essere “rieducati” in quanto considerati “asociali”, come i Rom, gli omosessuali, gli alcolisti, i senza fissa dimora. L’esistenza dei Campi è resa nota nel numero del 16 agosto 1933 della rivista The Golden Age (L’Età d’Oro).

Il 21 ed il 24 agosto 1933, sono bruciate pubblicamente, nelle città di Magdeburgo e di Colonia, tutte le pubblicazioni trovate nelle sedi dei Testimoni.

Il 1° dicembre 1933 sulla rivista La Torre di Guardia è pubblicato l’articolo Non li temete!, che esorta i fedeli a reagire alle crescenti pressioni da parte del regime nazista.

Il 9 febbraio 1934 il Presidente del Movimento Internazionale, che ha sede a New York, Joseph F. Rutherford, invia ad Hitler una lettera di protesta per i maltrattamenti subiti dai suoi correligionari in Germania. In particolare scrive che se entro il 24 marzo la condizione dei Testimoni in Germania non fosse migliorata, sarebbe stata pubblicizzata in tutto il mondo la loro persecuzione. I nazisti rispondono all’ultimatum di Rutherford intensificando la repressione ed inviando molti altri Testimoni nei Campi di rieducazione.

Dar Ciriola

Il 1° aprile 1934 è pubblicato un numero speciale, in inglese, della rivista The Golden Age, sulle persecuzioni dei Testimoni in Germania, che sono denunciate anche nel corso dell’Assemblea internazionale che si svolge a Basilea (Svizzera), dal 7 al 9 settembre.

Il 13 settembre 1934 il Ministero dell’Interno del Reich autorizza la stampa della Bibbia e di altre pubblicazioni a carattere religioso, vietandone però la distribuzione pubblica.

Il 7 ottobre 1934 i Testimoni di Geova tedeschi organizzano una nuova protesta collettiva, inviando una lettera ai funzionari governativi, nella quale annunciano che rimarranno fedeli ai loro principi. Contemporaneamente i Testimoni di altri 49 Paesi, riuniti in apposite Assemblee, inviano migliaia di telegrammi di protesta ad Hitler, in cui è scritto: “Astenetevi dal perseguitare ulteriormente i Testimoni di Geova; altrimenti Dio distruggerà voi ed il vostro Partito”. Per reazione Hitler ordina l’intensificazione della repressione ed il 17 novembre 1934 dispone che la sorveglianza sui Testimoni sia affidata alla Gestapo.

Nonostante il divieto di stampare e di diffondere la rivista Torre di Guardia e ogni altro opuscolo, nonché di fare proselitismo religioso in pubblico, i Testimoni di Geova continuano a stampare clandestinamente le loro pubblicazioni e a diffonderle.

La situazione peggiora dopo l’introduzione del servizio militare obbligatorio, il 16 marzo 1935, perché i Testimoni di Geova lo rifiutano in quanto Dio impone di “amare tutti gli uomini come fratelli”.

Il 1° aprile 1935 i Testimoni di Geova sono espulsi dalla Pubblica Amministrazione.

Il 21 maggio 1935 il Ministro dell’Interno del Reich revoca il permesso di stampare la Bibbia. Il divieto provoca una nuova ondata di arresti in massa perché i Testimoni continuano a stamparle ed a diffonderle clandestinamente.

Il 13 luglio 1935 il Ministro dell’Interno dispone lo scioglimento di tutte le Associazioni dei Testimoni di Geova e la confisca dei loro beni. È la fine del Movimento, i cui attivisti vengono perseguitati, arrestati ed internati nei Lager dalla Gestapo.

Nella scuola, i giovani Testimoni sono relegati, come i bambini ebrei e Rom-Sinti, negli ultimi banchi e sono dileggiati dai compagni. Spesso sono bocciati, anche se hanno buoni voti in tutte le materie, perché non partecipano alle attività paramilitari.

I bambini vengono strappati dagli agenti della Gestapo ai loro genitori e sono internati in apposite Case di rieducazione, allo scopo di essere indottrinati nell’ideologia nazista. In questi Istituti le condizioni di vita sono pesanti ed umilianti. Basti pensare che i bambini non possono parlare tra di loro, non possiedono oggetti personali e non possono giocare. Le punizioni, anche corporali, sono molto frequenti.

Dal 2 febbraio 1936 i Testimoni perdono il sussidio di disoccupazione e la pensione.

Il 28 agosto 1936 c’è una nuova ondata di arresti in massa, ma i Testimoni reagiscono distribuendo il 12 dicembre 1936, simultaneamente in tutto il Paese (nell’arco di un’ora circa), oltre 200.000 copie di una Risoluzione di protesta, contro la loro persecuzione da parte del regime nazista, adottata dall’Assemblea internazionale del Movimento, tenutasi a Lucerna (Svizzera) a settembre. In seguito a questa protesta le pene vengono inasprite.

Il 20 giugno 1937 i Testimoni attuano una nuova campagna di informazione sulla repressione da parte della Gestapo, distribuendo centinaia di migliaia di copie di una Lettera aperta, riportando le date, i luoghi ed i nomi dei funzionari responsabili della loro persecuzione. La Gestapo è sorpresa dal contenuto particolareggiato della denuncia.

Intanto la nuova rivista internazionale del Movimento Consolation (che dall’inizio del 1937 ha sostituito The Golden Age), informa che nel Lager di Dachau è stato sperimentato il gas Ott 20, prodotto in una fabbrica di Hochst, vicino a Francoforte.

Nella primavera 1938 i Testimoni di Geova diffondono l’opuscolo Di fronte ai fatti, nel quale denunciano la repressione attuata contro di loro dal regime nazista.

Nel maggio 1938 è pubblicato in Svizzera, in tedesco, il libro Kreuzzug gegen das Christentum (Crociata contro il Cristianesimo), che documenta la persecuzione dei Testimoni di Geova in Germania.

Il 2 ottobre 1938 il Presidente del Movimento Internazionale, Rutherford, pronuncia da una radio di New York il discorso Fascismo o libertà, che è una durissima accusa contro il nazismo ed il Fuhrer. Il discorso è ripreso da una cinquantina di altre radio americane ed è pubblicato nel 1939 sulla rivista Consolation.

Nel maggio 1939 la rivista Consolation, nell’articolo Come si può rimanere in silenzio? informa sulla repressione attuata dal regime nazista contro gli ebrei.  In successivi articoli la Rivista informa sulle tremende condizioni di vita degli internati nei Lager (non solo Testimoni di Geova, ma anche ebrei, asociali, oppositori politici…)

Nel settembre 1939, con l’inizio della guerra, la situazione dei Testimoni di Geova in “età di leva” si aggrava notevolmente perché rifiutano di prestare il Servizio Militare e quindi vengono condannati come Obiettori di coscienza dai Tribunali Militari alla pena di morte con infamia (mediante impiccagione o decapitazione).

Nei Lager i Testimoni  portano il triangolo viola. Sono considerati “detenuti modello” e possono uscire dal Lager con l’abiura della loro fede religiosa, che però quasi nessuno sottoscrive. Pertanto, sono considerati “prigionieri volontari”.

Quando le SS decidono di metterli nelle baracche con gli altri detenuti, i Testimoni di Geova fanno opera di proselitismo verso gli altri detenuti.

Nel gennaio 1945 i Testimoni partecipano, con gli altri deportati, alle evacuazioni forzate dai Lager verso Ovest (le famose marce della morte), per sfuggire all’avanzata dell’Armata Rossa. Moltissimi deportati perdono la vita durante queste marce, ma quasi tutti i Testimoni riescono a sopravvivere grazie alla solidarietà e all’aiuto reciproci.

La loro persecuzione è stata studiata da pochi storici e per questo si può ritenere che sono “vittime dimenticate” del regime nazista, come i Rom, gli omosessuali ed i disabili. Studi ben documentati però sono stati fatti dagli stessi Testimoni di Geova, soprattutto tedeschi, sulla base delle testimonianze rese da coloro che sono stati internati nei Lager e sono sopravvissuti. In particolare, hanno realizzato una Mostra sulla deportazione, esposta nei principali Lager e nei più importanti Musei della Resistenza, ed il documentario I testimoni di Geova, saldi di fronte all’attacco nazista, tradotto in molte lingue, compreso l’italiano.

La tenacia della loro resistenza al nazismo è ben espressa in queste parole della storica Christine King, della Staffordshire University (Inghilterra): “Si opposero al nazionalsocialismo, rifiutarono di obbedire alla sua dittatura e ai comandi illegali; parteciparono ad atti di disobbedienza civile, distribuirono letteratura clandestina, aiutarono gli ebrei, propugnarono la propaganda antinazista e, in generale, turbarono il funzionamento dello stato nazionalsocialista”.

 

BIBLIOGRAFIA

Giorgio Giannini, VITTIME DIMENTICATE, Lo sterminio dei disabili, dei Rom, degli omosessuali e dei Testimoni di Geova, Nuovi Equilibri-Stampa Alternativa, Viterbo 2011


Commenti

  Commenti: 2

  1. Raffaele Coluccia


    Complimenti al Prof Giorgio Giannini per l’acutezza della sua analisi storica e per la completezza e intensità delle informazioni e delle ricostruzioni storiche e politiche.
    Grazie per le Sue luminose ricerche e per le Sue importanti pubblicazioni.
    Un caro saluto.
    Raffaele


  2. Un sentito grazie Prof Giannini, per questa sua accurata ricostruzione storica, che denota onestà intellettuale e vera passione per fornire informazioni concrete, documentate e libere da ogni preconcetto.

    La saluto distintamente – Lucio

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