

La Commissione sanità regionale ritiene insostituibile il ruolo della struttura per i servizi neonatali del territorio
Giovedì 19 settembre 2019 si è svolta la Commissione sanità della Regione Lazio sulle ipotesi di chiusura del reparto maternità nella clinica Fabia Mater. All’incontro hanno partecipato lavoratori e personale sanitario della struttura mentre la proprietà ha comunicato di non poter essere presente, ma di essere disponibile ad un futuro confronto con la Commissione.
La Clinica convenzionata Fabia Mater è considerata tra le migliori strutture ostetriche romane per l’alta professionalità dei suoi operatori; ha una classificazione di II livello ed effettua oltre 1500 parti ogni anno, confermandosi nel primo semestre 2019 al secondo posto nel vasto territorio della ASL Roma 2.
L’audizione era stata richiesta dalla Consigliera regionale Michela Di Biase, allarmata per le insistenti segnalazioni arrivate anche dai Social da parte di molte donne riguardo la chiusura del reparto e per le preoccupazioni del personale sanitario, che rischia di perdere il posto di lavoro. La Consigliera Di Biase aveva presentato il 26 luglio un’interrogazione all’Assessore alla Sanità della Regione Lazio D’Amato, il quale ha risposto confermando che è tuttora vigente la convenzione con la Clinica, la quale è quindi obbligata a garantire un servizio che rientra a pieno titolo nel sistema neonatale regionale, scongiurandone la chiusura.
La Consigliera ha ricordato come, dal mese di luglio, la proprietà abbia arbitrariamente deciso di eliminare 16 posti letto e di informare gli utenti con un avviso della Direzione di non poter garantire la regolare effettuazione del servizio per presunte responsabilità della Regione Lazio. Nell’avviso si invitano quindi le partorienti a indirizzarsi verso il vicino Ospedale Vannini (Figlie di San Camillo), specificando i numeri telefonici a cui rivolgersi. A questa campagna di dissuasione si sarebbe affiancato un blocco dei parti cesarei programmati, creando numerose proteste anche sui social, come risulta da testimonianze di donne al secondo cesareo invitate a rivolgersi ad altre strutture. Da luglio la proprietà avrebbe comunicato verbalmente alle lavoratrici l’intenzione di chiudere il reparto maternità e lunedì 16 settembre l’amministratore della Sacli Srl ha comunicato alle ostetriche che sarebbe stata avviata la procedura di mobilità e di licenziamento collettivo.
Visto che non esiste, come confermato dall’Assessore D’Amato, alcuna richiesta ufficiale di modifica della convenzione da parte della proprietà che ne giustifichi gli atteggiamenti, la Consigliera Di Biase ha preteso dal Presidente della Commissione Simeone e dai Dirigenti regionali l’utilizzo di ogni strumento per far rispettare la convenzione tra la Regione e la Fabia Mater, convenzione determinante per la risposta ad un territorio così popoloso come quello del V municipio.
La Direttrice sanitaria della ASL Roma 2 De Grassi ha ribadito il ruolo insostituibile della Clinica Fabia Mater per l’alto numero di parti effettuati, che non possono essere dirottati su altre strutture territoriali, ritenendo peraltro inammissibile l’invito a rivolgersi ad altri ospedali in presenza di 30 posti di ostetricia e ginecologia convenzionati e non pienamente utilizzati; questa convenzione ha il valore di un contratto ed un privato non può decidere autonomamente di passare ad attività più remunerative in presenza di un impegno sottoscritto con la Regione. A questo proposito la D.ssa De Grassi si è impegnata a richiamare la Direttrice sanitaria della Fabia Mater al rispetto degli impegni nei confronti delle utenti e della Regione Lazio.
Il Dr. Schiavetti, Capo Segreteria dell’Assessore D’Amato, ha ricordato che nei mesi scorsi la proprietà aveva chiesto una rimodulazione del servizio verso la medicina e chirurgia, ma la Direzione Regionale ha respinto tale proposta per la carenza strutturale dei servizi neonatali nel territorio della ASL Roma 2; intervenendo nel dibattito, i Consiglieri Ciani e Maselli hanno sottolineato che, in assenza di altre strutture idonee, vanno mantenute e fatte rispettare le convenzioni previste dal piano regionale.
I lavoratori e il personale sanitario presenti hanno chiesto un impegno della Commissione per dare maggiori certezze sulla situazione attuale e futura di un servizio che è stato riconosciuto di eccellenza anche nelle ultime rilevazioni degli uffici regionali competenti. Il personale sanitario presente, rispetto alle preoccupazioni che la proprietà avrebbe espresso ai dirigenti ASL per gli alti costi imprevisti dovuti ad un eccessivo contenzioso legale, ha ricordato che tale motivazione non ha fondamento perché, a fronte di circa 10mila parti effettuati negli ultimi anni, esiste una sola sentenza in cui viene riconosciuta una responsabilità della struttura. E questo, grazie alla professionalità del personale, rappresenta uno dei migliori livelli di sicurezza a livello regionale.
Il Presidente della Commissione e i Dirigenti regionali presenti hanno assicurato la massima disponibilità a confrontarsi sul miglioramento del servizio e dei costi del sistema complessivo neonatale nell’intera Regione, ma ogni confronto deve avvenire nel rispetto delle Convenzioni firmate e delle prescrizioni del Piano Regionale della Sanità del Lazio, senza fughe in avanti e senza creare immotivate tensioni e insicurezze per i lavoratori e per gli utenti di una struttura, che deve restare un punto di eccellenza per il territorio della ASL Roma 2 e per l’intero sistema sanitario regionale.
Sergio Scalia
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