L’acquedotto Vergine stuprato e abbandonato

Viaggio nel degrado ai confini tra V e IV Municipio
Vincenzo Luciani - 2 Novembre 2020

Fontanile di Benedetto XIV il 1° novembre 2020

Davvero non c’è mai limite al peggio. Sì proprio così, mi sono detto domenica 1° novembre 2020 durante la mia passeggiata perlustrativa tra il IV e V Municipio.

Ero passato lungo via Collatina Vecchia provenendo da via Salviati alcuni mesi fa ed ecco come mi è apparso l’antico fontanile lungo l’Acquedotto dell’Acqua Vergine con lapide di Benedetto XIV che l’aveva restaurata nel 1743 durante il suo pontificato.

Ed ecco come appariva nell’ottobre del 2015, quando allo stesso luogo il nostro Alessandro Moriconi dedicò un articolo di allarme intitolato “Salviamo il Fontanile di Papa Benedetto XIV in via Collatina vecchia. L’opera, del 1743, è minacciata da vandali e da scarichi di immondizia

 

Ed ecco come ho trovato incredibilmente peggiorata la situazione all’interno della recinzione, divelta in più punti, che dovrebbe proteggere il fontanile e proteggere il tratto emergente dell’Acquedotto Vergine il tratto peraltro sbracata in più punti.

Tutto attorno e in specie lungo la via Collatina Vecchia, dapprima un roveto foltissimo che si riversa “impunito” fin sulla carreggiata occultando il marciapiedi e poi un canneto ugualmente pendente verso la strada.

Ancora più avanti una discarica “firmata”. Si firmata, perché ad una anche superficiale indagine (ammesso che la si voglia fare) degli operatori dell’Ama dovrebbe saltare all’occhio la provenienza di quegli immondi resti e, una volta individuati i lordatori, sanzionarli.

Invece non ci resta che denunciare e documentare e naturalmente richiedere un intervento congiunto dei Municipi V e IV, il cui confine corre lungo le vie Salvati (di competenza del V) e Collatina Vecchia (appartenente al IV)

Qui di seguito riportiamo una descrizione della via di cui stiamo parlando tratta dal libro Biogravie di Colli Aniene e Tiburtino III a cura dell’Associazione Il Foro.

Via Collatina Vecchia 

(Da via Grotta di Gregna a via della Martora)

Nell’ambito del Comune di Roma, la via Collatina Vecchia si riferisce al tratto di strada da Via Grotta di Gregna a via Salviati che ne è la sua continuazione. Chiaramente questo è un segmento della vecchia via Collatina che prende il nome da quella antica, di cui ne segue grossomodo il tracciato. La via Collatina antica collegava Roma a Collatia. Dalle fonti è ricordata soltanto da Frontino in relazione alle sorgenti dell’Aqua Augusta (presso la Cervelletta) e alle sorgenti presso l’VIII miglio dell’acquedotto Vergine. Quindi se in origine si connota come asse di collegamento tra Roma e Collatia, da molti indicata al castello di Lunghezza, sicuramente a partire dall’età augustea servì anche come strada per la manutenzione dell’acquedotto costruito da Agrippa. Non conosciamo con esattezza il tratto entro le mura urbane forse coincidente con la Tiburtina. Da essa si distacca subito dopo la Porta omonima del recinto di Aureliano attraversando in diagonale il quartiere di San Lorenzo, il cui tracciato si perpetuava nel vicolo di Malabarba ora Via dei Falisci e via degli Apuli. Il tracciato antico fino a via di Portonaccio è documentato da numerosi resti venuti alla luce all’inizio del Novecento, durante i lavori di urbanizzazione del quartiere S. Lorenzo, per la costruzione dello scalo ferroviario e soprattutto più recentemente durante i lavori per la realizzazione del tratto ferroviario Roma – Napoli del Treno Alta Velocità. Un mausoleo in blocchi di travertino della prima metà del I secolo d.C. fu rinvenuto nel 1935 in viale S. Lorenzo angolo via dei Sardi, lungo l’antico tracciato della via Collatina, ora ricostruito in largo Talamo. La strada proseguiva con un andamento rettilineo in direzione est e, dopo aver attraversato la dorsale collinare fiancheggiante ad est il Fosso dell’Acqua Bullicante, collocandosi a Nord dell’acquedotto Vergine antico che qui corre in sotterraneo, scendeva verso la marrana di Gottifredi. Lungo tutto il tratto scoperto (largo metri 2,40-2,50) presenta ai lati edifici funerari e, in corrispondenza dell’intersecazione di altri due percorsi stradali di collegamento in età repubblicana con la via Tiburtina e la Prenestina fino all’attuale via Andriulli, una vastissima necropoli di tombe terragne. Ad ovest di via Andriulli sulla collina che domina la vallecola si estende una villa tardo repubblicana mentre ad est è stato scoperto un santuario (I-II a.C.) legato allo sfruttamento delle acque salutari. La via antica continua a mantenersi a nord dell’acquedotto Vergine fino al tratto in elevato lungo m. 448 che attraversa la depressione di Bocca di Leone sul fosso di Centocelle, caratterizzato da una fontana che ricorda i restauri effettuati nel 1743 sotto il pontificato di Benedetto XIV, per poi spostarsi a sud di esso fino al fosso di Tor Sapienza; da qui ritorna a nord fino a Salone passando per La Rustica. Un breve tratto, ben conservato, è venuto alla luce durante i lavori per la realizzazione del parco Fabio Montagna in via della Rustica, parte del quale è rimasto visibile. Poi la via antica la ritroviamo a sud della ferrovia Roma – Sulmona coincidente grossomodo con l’attuale tracciato. Altri tratti del basolato sono stati scoperti nei pressi del centro commerciale Roma Est a Ponte di Nona. Dopo aver raggiunto Collatia, il suo prolungamento giungeva sino all’antica città di Gabii, mentre una diramazione la ricollegava alla via Tiburtina in prossimità di Ponte Lucano.

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