Lazio, Cossutta: “Bonus mamme demagogico. Via libera alle associazioni Pro Life”
Durante l’estate la Giunta regionale a guida Rocca fa un’operazione grave e demagocica: approva una delibera di Giunta, in attuazione di una già molto discutibile legge approvata dal Consiglio nella scorsa legislatura, con cui di fatto attacca la legge 194 e apre alle associazioni cosiddette pro-vita.
Si tratta di una delibera che stabilisce i criteri con cui una donna partoriente può accedere alle misure di sostegno alla maternità. E’ un beneficio una tantum, sono cifre del tutto irrisorie, solo per una manciata di donne, solo per 318 donne. Un’offesa più che un concreto e valido aiuto alle neomamme.
Ben vengano, infatti, gli aiuti per quelle donne che affrontano la maternità in condizioni di maggiore fragilità, ma è inaccettabile una misura spot che non tiene conto in nessun modo di quello che è ormai oggetto di moltissime indagini ed analisi: per sostenere la maternità servono servizi per l’infanzia, come gli asili nido, serve garantire l’occupazione femminile, contrastare la precarietà, promuovere le pari opportunità e le misure antidiscriminatorie sui luoghi di lavoro.
Ma la delibera oltre che demagogica si svela essere del tutto ideologica: infatti invece di ascoltare e rispettare i bisogni, i desideri, le scelte delle donne che decidono di essere madri, si lascia la parola alle associazioni pro-life. Per la divulgazione di questa informazione si esclude totalmente il ruolo già istituzionalmente previsto dei consultori, con il loro bagaglio di esperienza e competenza, e invece si attiva il supporto delle associazioni pro-life, che interverranno a gamba tesa nel percorso previsto dalla legge 194.
Poiché le donne beneficiarie saranno tutte le le donne “partorienti”, intese anche quelle “che hannosuperato la dodicesima settimana di gravidanza”, le associazioni pro-life saranno legittimate ad essere presenti negli ospedali, a fianco delle donne che intendono accedere alla legge 194, prima della dodicesima settimana, per informarle, per “aiutarle” a non abortire, con l’offerta del beneficio economico. Altro che tutela della maternità. Torna l’ “assegno per non abortire”, di triste memoria, e continua l’attacco alla libertà di scelta delle donne.
A dichiararlo è Maura Cossutta, Presidente della Casa Internazionale delle donne.