La Lazio è, oggi, una squadra con tifosi divisi in fazioni, pro o contro la dirigenza, pro o contro Delio Rossi, pro o contro i giocatori. Divisioni che non sono…
Lazio, il dilettantismo è sotto gli occhi di tutti
Nuova stagione vecchi problemi per la Lazio, dal gran rifiuto di Bielsa al “rincalzo” Inzaghi. Un affare mancato che ha portato alla luce tutto il dilettantismo e l’arroganza lotitianaCome ogni anno la Lazio si è radunata ad Auronzo per preparare la nuova stagione. Un raduno triste quello 2016/2017, triste come l’attuale Lazio affidata in fretta e furia a Simone Inzaghi, triste come la Dirigenza che tiene in ostaggio da 12 anni una tifoseria intera. Incredibile quello che è successo in questi giorni con la gestione Lotito, nell’affare Bielsa, che molto probabilmente ha toccato il punto più basso da 12 anni a questa parte, calpestando ancora una volta la dignità e la lazialità della Prima Squadra della Capitale.
Sotto le Cime di Lavaredo secondo i programmi di Lotito e Tare a guidare la Lazio ci doveva essere Marcelo Bielsa, un allenatore dal profilo internazionale che in pochi giorni ha mostrato al mondo intero il dilettantismo ed il pressappochismo del duo Lotito-Tare. Un contratto ufficioso e mai ufficiale con la comunicazione romana per un mese, su indicazione di Formello, tutta a spingere la Lazio dei sogni con Marcelo Bielsa allenatore. E proprio l’argentino stanco, dell’immobilismo cronico in sede di calciomercato della dirigenza laziale, ha rassegnato le proprie dimissioni a ridosso della partenza della squadra per Auronzo, rinunciando così ad un ricco contratto di 3 milioni di euro. Un gesto che i vari Pioli, Reja ecc, da ottimi yes man, non hanno avuto mai il coraggio di compiere.
Bielsa no, il suo curriculum parla chiaro, non a caso lo chiamano “El loco”, uno che prima essere un grande allenatore è un uomo. L’argentino ha capito che tipo è Lotito, uno che fa promesse da marinaio, e soprattutto chi è Tare, un direttore sportivo che in questi anni ha riempito Formello di bidoni spacciandoli per buoni giocatori. Questa è la Lazio e soprattutto chi la gestisce, l’arroganza fatta persona. Lotito un personaggio meschino che punta a diventare il novello Luciano Moggi, con la sola differenza che l’ex juventino di calcio ne masticava e metteva il suo potere a disposizione della Juventus mentre Lotito lo mette a disposizione della sua tasca.
L’ennesima battaglia legale – Il presidente ha voluto tirare troppo la corda e questa volta gli ha detto male. Non è stato neanche capace a prendersi le proprie responsabilità facendo, al contrario e per l’ennesima volta, la vittima in una conferenza stampa falsa con i giornalisti presenti a Formello che ad un certo punto, stanchi dell’arroganza del padrone di casa, si sono alzati lasciandolo solo con i suoi monologhi ed i suoi ultimi fedelissimi. E così quando tutti speravano in un assunzione di responsabilità ecco che ha rilanciato rigettando tutta la responsabilità di quanto successo sulle spalle di Bielsa, mettendo su l’ennesima battaglia legale, d’altronde è dimostrato che la Lazio spende più soldi nelle aule di tribunali che nelle stanze del calciomercato… (basta guardare nel bilancio gli emolumenti dell’Avvocato Gentile). E la Lazio intesa come squadra? Nella stagione del teorico rilancio, dopo i disastri dell’ultimo campionato, si affida a Simone Inzaghi che da un giorno all’altro si è ritrovato catapultato su una panchina di Serie A, dopo che per giorni si stava preparando alla nuova stagione alla guida della Salernitana in Serie B, l’altra squadra di proprietà di Lotito. Una situazione ingestibile che ha portato la tifoseria a radunarsi, dimostrando compatto il dissenso di un popolo intero, giovedì 18 luglio in Piazza Santi Apostoli a Roma da una parte ad Auronzo dall’altra.
Rosa in ebollizione – L’ex giocatore biancoceleste così si trova a gestire una Lazio triste e sola in quel di Auronzo, pochi pochissimi i tifosi al seguito di questo ritiro privo soprattutto di nuovi giocatori che possano almeno in teoria, a provare a rilanciare le ambiziosi dei biancocelesti. Proprio la rosa a disposizione è il grande problema attuale di Simone Inzaghi. Niente acquisti ma soprattutto piena di sgradevoli grane da risolvere, che per giunta escono fuori giorno dopo giorno. In primis erano Candreva e Biglia destinati ad andare via per finanziare il NON mercato della Lazio che tuttora sono un mistero soprattutto la situazione che riguarda l’argentino. Poi quella relativa al fenomeno dei social, che risponde al nome di Felipe Anderson, desideroso di partecipare con il Brasile alle Olimpiadi di Rio 2016, che arbitrariamente ha deciso di disertare il ritiro. Alle bizze del brasiliano poi sono seguite quelle di Keita che ha partecipato dapprima alle visite mediche ed al pre-ritiro di Formello pensando poi bene di rendersi irreperibile al momento della partenza per Auronzo. Dietro a questa mossa ci sono situazioni mai chiarite di natura contrattuale.
Un sorriso – Nella prima sgambata stagionale i reduci della rosa biancoceleste hanno rifilato 19 goal ai dilettanti dell’Auronzo. In grande spolvero Ricardo Kishna, autore di un poker, e Ravel Morrison in quale, oltre ad aver siglato un goal, ha fatto vedere delle belle giocate. Nel tabellino dei marcatori anche Djordjevic (doppietta), Milinkovic-Savic (doppietta), Oikonomidis (tripletta), Onazi (doppietta), Mauricio, Murgia, Palombi, Lombardi e Javorcic.