Lettera di una mamma
Il valore di un sorriso: un sorriso non conta nulla, ma vale molto, arricchisce chi lo riceve e chi lo dona, non dura che un istante ma, il suo ricordo è talora eterno. Nessuno è così ricco da poterne fare a meno, nessuno è cosi povero da non poterlo dare
Signora L.C. ho letto la sua lettera e mi permetto di riprenderla per dare modo che venga letta dai bambini, dagli adolescenti, dai ragazzi, dagli adulti. I giovani sono il futuro e loro possono comprendere il significato delle sue righe. Abbiamo tutti bisogno di imparare dalla vita, “il nostro futuro” può insegnarlo ora e passare il pensiero alle prossime generazioni, per renderle migliori.
La ringrazio dal profondo del mio cuore.
E così ieri, giovedì grasso, siamo andati al carnevale della mia cittadina… C’erano praticamente tutti i compagni di scuola di L., non solo della sua classe…..Siamo stati un paio d’ore girottolando per la piazza….Tutti lo hanno salutato, naturalmente, qualcuno con quel pizzico di enfasi con cui si saluta un disabile, magari alzando leggermente un po’ la voce (non ho mai capito perché)… Bimbi con cui passa ore tutti i giorni a scuola o incrocia nei corridoi a ricreazione….Be’, due ore sono tante, due ore in quella piazza, circondati da centinaia di persone, eppure L. è stato tutto il tempo da solo, quando arrivava un saluto a lui più gradito, si voltava emozionato e diceva: mamma è mio amico, mi ha salutato!… AMICO: cosa significa L. un amico per te?… Uno che ti saluta ma poi si dilegua e corre via con il gruppetto e continua il suo bel pomeriggio… Abbiamo incontrato la sia amica A., una bimba squisita con cui siamo stati un pochino a giocare con i coriandoli, ed è stato un momento molto bello e L. era felice!… Ma nel complesso è stato un pomeriggio brutto e pesante, lo sguardo di L. non aveva bisogno di parole.
Tra poco ci sarà la giornata mondiale sulla sindrome di down e poco dopo quella sull’autismo… A volte mi domando che senso abbiano, eppure negli anni scorsi ho dedicato giornate intere nelle scuole a spiegare la disabilità e le sue sfaccettature, forse tutto tempo perso?… La verità è che più i bimbi disabili crescono e più aumenta quella distanza che li divide dagli altri, e si fa sempre più fatica ad includere… Lo si riesce a fare solo in ambienti e situazioni circoscritte ed un po’ “guidate” come la scuola o un compleanno … Ma la vita reale è un’altra cosa, la vita reale è tutti i giorni, già da tempo ho deciso di non voler più “istruire” gli altri alla disabilità ma di lavorare su L., per prepararlo ad affrontare il mondo e tutte le sue difficoltà, soprattutto le “delusioni” umane come ieri… Avrei potuto chiamare io i bimbi, sostituendomi a lui o a quelle mamme troppo distratte… Ma no, ho preferito essere passiva e un po’ crudele, osservarmi intorno e incrociare lo sguardo di L. come a dire “è questa la normalità, amore mio, fatti le ossa che la vita è così, fortificati io ti sono vicino ma certe cose devi capirle da solo”… Buon carnevale mondo, soprattutto alle mamme e ai loro bimbi diversi.
https://www.facebook.com/labottegadeisemplicipensieri/videos/286221752909374/
Carla
25 Febbraio 2022 alle 17:29
Tutto nasce dalla famiglia…dagli adulti e dall’esempi di comportamento che danno! Bastava che una mamma si fosse avvicinata con naturalezza e spontaneità e sarebbe stata tutta un altra storia !
Francesco
26 Febbraio 2022 alle 11:37
Non sempre gli altri, ” i normali” che ti fanno sentire “un diverso” lo fanno per cattiveria o bullismo; talvolta i loro occhi rivelano semplice curiosità o compassione, ma questo mette il disabile ancor più a disagio, perché alle parole offensive o di derisione può reagire con rabbia e questa, almeno all’inizio, attutisce il dolore di sentirsi diverso ed emarginato dal mondo dei normali. Purtroppo quanto dolore, quali ferite e quali cicatrici l’essere considerato diverso possa lasciare nell’anima fin dai primi anni di vita può comprenderlo solo chi è portatore di una disabilità e i suoi genitori. Il disabile in realtà vorrebbe soltanto essere considerato uguale agli altri: da bambino vorrebbe giocare con gli altri e da adulto vorrebbe aver diritto ad una vita la più normale possibile. Quando parcheggia, per esempio, la propria auto in un posto vicino all’ingresso del supermercato vorrebbe tanto non essere invidiato. Nessuno, tantomeno il normale che, talvolta, occupa abusivamente un posto riservato ai disabili, può comprendere quanto chi ne ha diritto e trova quel posto occupato possa desiderare non averne bisogno.
angelo
27 Febbraio 2022 alle 11:31
Siamo tutti diversi e tutti disabili ad affrontare la quotifdianità degli altri.È triste.
Solo una madre è abile a leggere la non diversità. Se fossimo tutti un po’ più madri!