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L’idea del frate ricercatore

In tempo di pace essere creativi viene quasi spontaneo (si fa per dire); diversamente quando un conflitto bellico bussa quasi alle porte di casa, essere sotto stress, con la paura che la guerra porti una concreta turbativa al quieto vivere, non aiuta certo a rintracciare la soluzione più efficace per risolvere il problema. Invece, qualcuno è proprio nel momento di estrema tensione che si scuote per individuare la via d’uscita più perseguibile.

Ed è forse quello accaduto a Fra Liborio, folgorato dalle parole del Santo Padre indirizzate alla fratellanza che non deve mai venir meno tra gli umani (soprattutto nella conversione dei disumani) per una pace duratura, nella promessa di una futura vita eterna in Paradiso.

Il fatto è che da sempre si parla spesso di una ricompensa, una volta lasciata la vita terrena – ovvio, per tutti coloro che l’hanno meritata – senza tuttavia considerare che sono troppi coloro che non ce la fanno a sopportare una breve frazione temporale terrena, pretendendo da subito una vita migliore. E questo è presente in ogni pagina della storia che ci portiamo alle spalle, È sufficiente rileggerne le pagine più cruente e vedrete se non ho ragione.

Chiuso il necessario preambolo, su richiesta del nostro buon Frate ricercatore ho riconvocato il gruppo dei discepoli per valutare la proposta che Liborio voleva estendere agli amici, stavolta presenti senza defezioni. Prendendo subito la parola, non ha perso tempo.

“Amati confratelli, per fermare la guerra che l’incosciente Putin, torbido dittatore russo, ha scatenato in Ucraina, molti uomini e donne di buona volontà hanno tentato un dialogo di conciliazione, andato ogni volta fallito, soprattutto non essendo state chiarite a sufficienza le motivazioni di una carneficina umana tanto orripilante.”

Si intuiva e si vedeva senza ombra di dubbio come Liborio leggesse da un foglio compilatogli da qualche anima buona del Convento con una buona cultura alle spalle.

“Ora, estrapolando il messaggio pontificio che pone il cessate il fuoco alla base di ogni trattativa possibile, faccio mia la proposta di rendermi disponibile per un viaggio a Mosca, spinto da intenzioni puramente umanitarie. Fratelli, vi siete chiesti veramente quali siano le recondite ambizioni del tiranno russo? Vi siete domandati quale sia l’attrazione maggiormente di suo gradimento da proporgli affinché la faccia finita con la sporca guerra? Ebbene, ritengo che nessuno dei diplomatici coinvolti abbia mostrato la creatività necessaria per centrare l’obiettivo. Eppure non è difficile. La gran parte della Russia ricade in ambito europeo e dunque se Stati, finora sordi al richiamo, avvertono la necessità di sentirsi al sicuro sotto l’ombrello della NATO, perché un’analoga ambizione non dovrebbe esistere nelle intenzioni di Putin?” Alzò gli occhi dal foglio e fece una carrellata col lo sguardo sui presenti.

“Fratelli e compagni, se otterrò il permesso dalle Istituzioni Internazionali, andrò io a proporre al dittatore l’entrata della Russia nella NATO. Lui dice di non sentirsi protetto dalla continua avanzata dell’Occidente verso l’Oriente. Se questo è il vero motivo della guerra che lui ha scatenato, l’entrata della Russia nella NATO eliminerà all’istante ogni timore di espansionismo da ambo le parti. Mi sembra tanto semplice, da chiedermi perché mai nessuno dei negoziatori non ci abbia pensato prima. È l’uovo di Colombo, una soluzione lapalissiana che risolverebbe guerre europee future attuali e future. E allora vi chiedo: ritenete inutile che sia proprio un povero Frate ricercatore (anche se per lo più nei cassonetti) a muoversi con umiltà, ma anche determinazione per porre fine alla guerra?”

Questa volta un grido di giubilo, un hurrà da tutti i presenti si è alzato all’indirizzo di Fra Liborio. Si è alzato anche il mio. Tuttavia mi chiedo come possa un fraticello risolvere in prima persona un garbuglio tanto grande. Alle volte può bastare un’idea semplice vincente? Me lo auguro di cuore. Vedi mai?


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