Finalmente ad un anno e mezzo dalla richiesta Acea Ato2 ha installato la fontanella in via del Pergolato angolo viale Alessandrino richiesta dal Sig. Giancarlo Agnessi del Circolo Anziani di…
L’inconsistente leggerezza della politica italiana
Gli anglosassoni usano definire vision la capacità manageriale e politica di preferire la gallina domani, anziché l’appetitoso uovo oggi. Da noi – ma molto spesso anche da loro – la vision soffre di perniciosa miopia. Tuttavia, mai come da noi, i governi e le coalizioni durano come un gatto sul raccordo anulare. Viene spontaneo chiedersi perché il nostro arco parlamentare sia tanto sprovveduto da non essere capace neppure di gustarsi quell’uovo oggi, preparandoselo alla coque, in camicia, o più all’italiana al tegamino.
Dove risiede il tarlo atavico che ci ha fatto gioiosamente, quanto improvvidamente, battezzare balneari quei governicchi destinati fin dalla nascita a morire con la prima rinfrescata dell’autunno?
Qualcuno identifica la spiegazione nella natura della prima repubblica, inesorabilmente da noi incardinata nella contrapposizione DC / PCI, che voleva la prima destinata al governo. con la seconda condannata ad una crescente, sempre più solida, ma soltanto opposizione. Guai solo a ipotizzare un rovesciamento dei ruoli, ché la cortina di ferro era là a sancire una divisione, sottoscritta a Yalta, con gli interessi della politica postbellica, destinati a mantenere i vincitori all’est o all’ovest, in ragione della loro collocazione geografica più che ideologica. Un governo poteva mutare anche il giorno dopo il suo giuramento, tanto la sostanza non cambiava. La politica economica era da noi fondata sulla svalutazione della lira e sull’indebitamento oltre ogni limite, ché poi, un qualsiasi Pantalone a pagare il debito pubblico sarebbe intervenuto, tanto strategica era ed è, geograficamente parlando, la posizione dell’Italia nello scacchiere internazionale: una portaerei immobile al centro del Mediterraneo, al servizio della NATO.
Non altrettanto vale per il risparmio privato, là dove gli italiani avevano imparato bene la lezione, dopo il coinvolgimento in due guerre balorde, nel breve volgere di un ventennio, quasi che la guerra fosse diventata una periodica iattura inevitabile. Per questo la tendenza al risparmio, indirizzata all’acquisizione di beni duraturi (leggi soprattutto il mattone) ha spronato gli italiani a non sperperare ciò che il boom economico ha regalato loro, dalla seconda metà degli anni “50 per almeno quasi un ventennio.
Merito della politica e dei governi – balneari o no – che si sono succeduti in quegli anni? Col senno di poi che la Storia ci consente, direi proprio di no. Anche allora, i politici davvero di razza si possono oggi identificare, contandoli sulle dita di una mano. I più guardavano sempre con ingordigia all’uovo fortuito che ogni occasione ha loro offerto a portata di mano.
Strada facendo, il cammino della Repubblica – prima o seconda non fa differenza – che il percorso andasse in salita o leggera discesa, non ha saputo fare di meglio. Anzi, sarei portato a dire che l’imbarbarimento dei modi, ha lasciato per strada anche quel garbo col quale i governanti di un tempo usavano l’ipocrita cortesia per mettercelo in tasca. Nella sua globalità non si osserva una pur minima crescita culturale tra le forze parlamentari e ne sia la riprova il non essere stati capaci (per ben due volte) di eleggere il capo dello Stato.
Tornando alla vision, con quale speranza gli italiani, possono credere in una politica di rinnovamento stante il comportamento avvilente che abbiamo dinanzi agli occhi? I più vecchi e navigati come me sono stanchi e delusi; i giovani scettici; i sedicenti politici letteralmente incapaci di raccogliere la fiducia non riuscendo a presentarsi al proscenio con un coeso gruppo di attori bravi e affiatati, in grado di attrarre gli spettatori che preferiscono risparmiare la spesa del biglietto, restando a casa. per divertirsi magari con una vecchia comica di Stanlio e Ollio.
Purtroppo, quando la politica cessa di conquistare l’elettore, presentando bigné preconfezionati, insipidi, senza lasciare la minima scelta al cliente, è pressoché impossibile pensare a una rinascita che punti alla corposa gallina, per un ricco, saporito brodo domani, seguito da un goloso lesso, accompagnato da una gustosa salsa verde