La torre del Giudizio e dei reperti ritrovati. La Torre del Giudizio, comunemente denominata Torraccia sorge sulla riva destra del Tevere in via Teodora, una traversa di via della Magliana.…
L’incredibile casta dei dipendenti parlamentari – Matteo sta per licenziare la sua Antonellina – Il tratto umano dell’ex comandante Schettino – Documenti “gender free” – La sussistenza che non sussiste
Fatti e misfatti di gennaio 2016L’incredibile casta dei dipendenti parlamentari
“Il Collegio d’appello – l’organismo interno competente a giudicare i ricorsi in materia di lavoro dei dipendenti della Camera – ha sentenziato che il tetto dei 240 mila euro annui avrà valore, per loro, soltanto fino al 31 dicembre 2017. Dopo di che allegria e ritorno alle altezze siderali delle buste-paga. Così come era stato già sentenziato, d’altra parte, per i dipendenti del Senato”.
Non si può che rimanere sorpresi ed indignati. Sia per il fatto che i dipendenti di Camera e Senato, dopo il 31 dicembre 2017, potranno tornare a superare loro sì, a differenza di tutti gli altri dipendenti statali che continueranno giustamente a non superarli, i 240 mila euro annui. Sia per il fatto che un semplice cosiddetto Collegio d’appello abbia il potere – come sembra – di sentenziare al di sopra e contro una legge nazionale. Siamo ancora uno Stato di diritto con il principio fondamentale della divisione dei poteri sanciti dalla Costituzione o si è aggiunto il quarto potere delle caste?
Matteo sta per licenziare la sua Antonellina
“Voci che circolano a Palazzo Chigi – in queste ore – danno per certo che il “premier” Renzi vorrebbe continuare la sua battaglia per assicurarsi il controllo asoluto delle aziende “partecipate” (come Eni, Enel e Finmeccanica) che il Ministero dell’Economia non vorrebbe invece cedere”.
In vista, dunque, un cambio ai vertici in campo. Ma non il generale di corpo d’armata Ministro della Funzione pubblica, Marianna Madia, né il suo potente attendente Luca Lotti, ma quell’Antonella Manzione pur promossa, da Renzi, da comandante dei vigili urbani di Firenze a colonnello dell’Ufficio legislativo di Palazzo Chigi. Perché, Madonnina, sarebbe stata lei ad avere deluso il Matteo per non essere stata capace di vincere , in punto di diritto, le resistenze della fortezza Ministero dell’Economia. Arriverà così qualcun altro a giorni, magari anche lui da Firenze, in contemporanea con l’annunciato prossimo “rimpastino” di Governo. E l’Antonellina? Nessuna paura. Non tornerà a dirigere il traffico nella città toscana. Sarebbe già pronto, pur dopo la sua prova di asserita incapacità decretata da Renzi, una comoda poltrona consolatrice al Consiglio di Stato. Come nelle peggiori tradizioni del passato. Altro che annunciato, spergiurato e ribadito “cambio di verso”.
Il tratto umano dell’ex comandante Schettino
“Guardavo la “Concordia” di fronte a me, rovesciata su un fianco come un animale ferito – questo ha dichiarato l’ex comandante Francesco Schettino dirà, in sua difesa, ai giudici d’Appello – Avrei voluto raddrizzarla con le mie mani… La Corte valuti il mio tratto umano”.
Francesco Schettino, cioè, riterrebbe a lui favorevole difendersi con il confermare che, mentre la “Concordia” si stava rovesciando su un fianco causando decine di morti, lui se ne stava a guardarla, al sicuro, su uno scoglio? Che avrebbe voluto raddrizzare la nave con le sue mani quando, scappato come una lepre subito dopo l’urto violento contro lo scoglio davanti al Giglio, non ha invece avvertito il dovere di rimanere a bordo e tendere le sue mani per salvare i suoi passeggeri? Invitando oltretutto la Corte a valutare il suo tratto umano che a lui solo, evidentemente, non è apparso perlomeno abominevole? Francesco Schettino potrebbe essere impazzito. Ma fatti suoi. Ove davvero volesse andare a difendersi così in Appello – da reo, cioé, confesso – dovrebbe andare incontro ad una pena maggiore dei ridicoli 16 anni comminatigli in primo grado di giudizio. E, così, giustizia potrebbe essere veramente fatta.
Documenti “gender free”
“Un comitato parlamentare bipartisan britannico – guidato dall’ex Ministro della Cultura, Maria Miller – ha rivolto l’invito, al Governo, a rimuovere la parola maschio o la parola femmina da ogni documento ufficiale”.
Ognuno, insomma, non si faccia più i cavoli e le cavole dei cittadini britannici. Fatti loro. “Gender free”. Libertà di essere maschi o femmine senza doverlo sbandierare a destra e a sinistra. Oppure, volendosi dichiarare, abbassandosi magari le braghe. C’è da sperare che Dio, oltre a salvare la Regina, salvi anche i documenti dei cittadini britannici.
La sussistenza che non sussiste
“Ezio Macri – l’autista di un deposito dell’azienda dei trasporti pubblici di Roma – aveva presentato un certificato di malattia, si era dunque assentato dal lavoro, ma era stato sorpreso a cantare sul palco di un ristorante nella vicina cittadina di Zagarolo. Denunciato per truffa aggravata ai danni dell’azienda, era stato rinviato a giudizio”.
E il giudizio? Assolto, proprio in questi giorni, con formula piena. Con quale motivazione? Perché “il fatto non sussiste”. Ma come il fatto non sussiste? Il cantante sul palco del ristorante di Zagarolo era allora un suo sosia mentre Ezio Macri, poverino, era a letto malato? Le sentenze – si continua a dire – non si devono commentare. Alle volte, però, è dura. Molto dura. Basti soltanto dire che si è messo le mani nei capelli lo stesso pubblico ministero che aveva chiesto, invece, la condanna.