Mancano cento giorni alla fine dell’anno

In questo periodo l'Italia deve soddisfare 21 condizioni per incassare i fondi dalla Ue
G.Pr. - 21 Settembre 2021

Il PNRR (Piano Nazionale di Resistenza e Resilienza) più di 500 pagine fitte di dati, numeri, tempi, priorità strategiche e tattiche, che regola la struttura delle nostre attività fino ad agosto 2026, a fronte di un finanziamento di quasi 225 miliardi di euro dalla UE, è stato approvato e avviato, con un incasso da parte del nostro Ministero dell’Economia di più di 21 miliardi di euro, quale anticipo.

Il Regolamento, allegato al PNRR (per molti il RECOVERY PLAN), è un documento rilevante e molto significativo, perché riassume tutte le condizioni “di qualità politica” che, secondo l’Unione, lo Stato membro deve soddisfare per acquisire, col rispetto dei tempi previsti dal Piano Nazionale di Resistenza e Resilienza, il diritto ad incassare gli Stati di Avanzamento e a crescere a livello competitivo europeo.

Una di queste condizioni generali e comune a tutti i Membri e’ quella di assicurare lo “Stato di Diritto”, cioè la garanzia che qualsiasi cittadino goda dei diritti fondamentali e non sia oggetto di angherie, soprusi, svantaggi a causa della sua pelle, religione, origine, status sociale etc. Oltre al godimento dei diritti insiti alla democrazia (uguaglianza, etc), ovviamente, la UE ha messo per la prima volta questo paletto, che forse non è assicurato ovunque; per es. non si può imporre politiche per la famiglia, che lasciano fuori persone single, ovvero provvedimenti a chi ha una nazionalità’, escludendo gli altri. È opportuno che ciascuno di noi approfondisca concetti per non rischiare di farci sbattere fuori UE.

Tornando alle Condizioni, l’Italia ne ha ricevute 528, condizioni necessarie per incassare più di 220 miliardi.
Ebbene, di queste 528, 42 le deve soddisfare i prossimi 100 giorni, entro fine dicembre 21.
Alcune sono formali e burocratiche, di complessità politico-gestionale non preoccupante, ma tantissime sono pesanti: riguardano l’approvazione di leggi di Riforma, che ci permetteranno di essere di “qualità europea”, di dialogare con gli altri Membri e di soddisfare criteri sufficienti per la piena Resilienza continentale.
Altro che Elezioni Amministrative, Campionati Europei di Volley, Raggi si o no, no-vax o no-mask!

Le Riforme da fare riguardano la Giustizia Civile e Penale, il Mercato Attivo del Lavoro, il Fisco, l’Università, la Semplificazione, le modalità di Governo del Paese (“Governance”)!
Ma ci rendiamo conto? O meglio: il nostro Parlamento, tutto preso da campagne elettorali permanenti su questioni locali, ha letto questi documenti, ha preso coscienza di dove scalare montagne mai conosciute e di fare un lavoro, in qualità e quantitò, inimmaginabile?
Povero Draghi, maestrino con la frusta.

Entro il 31 dicembre 2021 dobbiamo presentare:
-il consuntivo delle attività particolareggiato, come da PNRR sottoscritto
-il pacchetto dei provvedimenti/Riforme approvati e implementati, avviati.

Se non lo faremo, non incasseremo alcun contributo previsto e tutto è rimandato al 30 giugno 2022, con ritardi incolmabili e con deficit finanziari indifendibili.
Senza tenere conto che in ogni semestre del 2022 sono previste altre circa 40 Condizioni aggiuntive “di qualità” da soddisfare, e questo per tutti i prossimi semestri, fino all’agosto 2026.

Dobbiamo scalare 528 cime, per essere all’altezza del mondo moderno.
Osserveremo da lassù panorami stupendi o ne vedremo delle belle?

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