Memoria dei Diritti: in un libro la storia di Amnesty International in Italia
Da diversi anni, Amnesty International, la più, grande ed importante Organizzazione Internazionale per la Difesa dei Diritti Umani, ha scelto come simbolo della propria azione, in tutto il mondo, una candela accesa avvolta nel filo spinato e i colori giallo e nero. Una spiegazione di cosa voglia dire quella candela accesa circondata dal filo spinato, la dà Olivier Razac, scrittore e Filosofo francese nel suo volumetto intitolato “Storia Politica del Filo Spinato, Genealogia di un dispositivo di potere”, in Italia per i tipi di Ombre Corte (2017). Scrive, infatti, Razac [in Amnesty International] “ll simbolo negativo diventa positivo, quando si tratta di distruggerlo”. Dunque, la candela spezza la gabbia in cui la costringe il filo spinato e porta la luce dei diritti nel buio della loro negazione. Quella candela è dunque un simbolo di speranza e di vicinanza per e a tutti coloro che, in una qualunque parte del mondo e qualunque sia la loro idea politica, vivono una violazione dei loro diritti, attraverso un qualsivoglia impedimento a praticarli. Liberamente ed incondizionatamente.
Ma come è nata l’idea di Amnesty international poi, con gli anni, diventata un Movimento Internazionale con milioni di iscritti e più di centocinquanta Sezione in tutto il mondo. Una OING ovvero una ONG Internazionale che, nel 1977, ha ricevuto il Premio Nobel per la Pace?
Tutto nasce da un articolo di giornale (“The Forgotten Prisoners”, “I Prigionieri dimenticati”) pubblicato sull’Observer, Settimanale della Domenica del Quotidiano inglese The Guardian – dall’Avvocato inglese Peter Benenson, il 28 Maggio del 1961. Benenson nell’articolo denuncia l’arresto e la condanna, in Portogallo, di due studenti colpevoli di aver brindato alla libertà delle colonie (l’Angola, la Guinea e il Mozambico che, proprio quell’anno, diventeranno indipendenti, dopo una lunga e sanguinosa lotta, anche armata) e scrive – ancora come esempio delle violazioni dei diritti umani nel mondo – di sei “prigionieri per motivi d’opinione”; sei casi di persone incarcerate solo per avere espresso le proprie idee e chiede ai lettori di fare qualcosa in loro difesa. Ma cosa? Di inviare lettere ai Governi dei Paesi di quelle persone perseguitate per chiedere la loro liberazione e la, possibilità per loro di praticare i diritti lesi.
Questo articolo arriverà anche in Italia e diversi cittadini italiani scriveranno all’Avvocato inglese per unirsi alla sua idea e alla sua battaglia per i Diritti. Umani. Negli anni Amnesty International è cresciuta, ha aperto il suo Segretariato Internazionale, a Londra (1973) e, dopo due anni è nata la Sezione Italiana dell’Organizzazione.
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Quanto avete letto fin qui è una sorta di necessario Prologo per segnale la presentazione di un Volume che racconta gli anni italiani di Amnesty International, proprio a partire da quel 1975. Il Libro s’intitola “Amnesty International in Italia” (Edizioni E/O, 2023) e l’ha scritto il Professor Antonio Marchesi, che insegna Diritto internazionale e Protezione internazionale dei Diritti Umani nel Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Teramo. Marchesi è iscritto ad Amnesty International dal 1977, ha collaborato (e collabora) con il Segretariato Internazionale di Amnesty e per diversi anni è stato il Presidente della Sezione Italiana dell’Organizzazione.
Conosco personalmente il Professor Marchesi (che è anche iscritto alla nostra Sezione ANPI) e nei miei primi anni di militanza in Amnesty l’ho avuto come Presidente. Da lui ho imparato molto di quello che so sui Diritti Umani e sono sicuro che il suo racconto – di come Amneasty è nata, cresciuta ed ha lavorato in questi 48 anni di vita in Italia, vissuti dai suoi militanti e simpatizzanti per “dare voce a chi non può parlare” – essendo un racconto che arriva dall’interno dell’Organizzazione e dunque trattandosi di un resoconto esatto e dettagliato dell’attività della Sezione Italiana di AI, vi coinvolgerà dalla prima all’ultima pagina.
Il Volume sarà presentato dall’Autore Domani, 19 Aprile, con inizio alle ore 18,00, presso la Libreria Le Storie, in Via Giulio Rocco, 37/39 (Municipio VIII). Interverranno, Amedeo Ciaccheri, Presidente del Municipio VIII di Roma Capitale, Maya Vetri, Assessore alle Politiche Culturali del Municipio VIII e Goffredo Fofi.
Ugo Fanti, Presidente della Sezione Anpi di Roma Aurelio-Cavalleggeri “Galliano Tabarini”