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Mense scolastiche, le polemiche dei genitori sul menù europeo

Parte il progetto "Viva l'Europa. La voce delle mamme: "scelta fatta per risparmiare: si mangia poco e male". L'assessore: "ci sono nutrizionisti che controllano"

Il Comune di Roma a partire dal mese di dicembre 2014 ha introdotto una grande novità nel menù delle mense scolastiche. I circa 144mila bambini che quotidianamente usufruiscono del servizio mensa hanno iniziato a trovare nei loro piatti pietanze tipiche di alcuni Paesi aderenti all’Unione Europea.
L’iniziativa, intitolata Viva l’Europa e pensata per onorare il semestre italiano di presidenza UE , è stata lanciata con entusiasmo dall’Assessore Alessandra Cattoi.

Alessandra Cattoi
Alessandra Cattoi

“Proporremo alcuni cibi nuovi, altri certamente più conosciuti, che in ogni caso si avvicinano ai gusti dei più piccoli e rispettano le loro abitudini alimentari” si legge in una lettera inviata dall’Assessore a tutti i genitori romani, che poi continua: “l’iniziativa sarà proposta due o tre volte al mese per tutto l’anno scolastico, accompagnata da un simpatico depliant illustrativo, utile anche agli insegnanti per spiegare il significato educativo del progetto”.

Foto tratta da Facebook
Foto tratta da Facebook

L’intento di Viva l’Europa è dunque quello di sensibilizzare i più piccoli nei confronti dell’apertura alle culture gastronomiche di altri Paesi europei.
Tra i piatti proposti nei 15 menù – esclusivamente piatti unici – spiccano Fish and Chips (Regno Unito), Paella alla Valenciana (Spagna) e Gulash, sia nella versione ungherese che in quella ceca.

Scettica la reazione dei genitori, che hanno investito il profilo Facebook dell’Assessore Cattoi con una pioggia di critiche nei confronti dell’iniziativa.
“Queste scelte sono fatte sulla scia del risparmio”, “Non mi interessa far mangiare alle mie figlie il Gulash o la Paella. Perfino negli ospedali si mangia meglio” sono alcuni dei commenti che si leggono online.
A dire il vero sono moltissimi i genitori che – pur d’accordo con lo spirito dell’iniziativa – si lamentano delle quantità di cibo somministrate.
“Quelle quantità sono per dei neonati” si legge, o ancora “Con la giusta informazione ai bambini può anche essere interessante capire e sperimentare altre cucine, ma il problema rimane sulle quantità. Molti di loro escono alle 16.30 e sono ancora affamati”.
“Vorrei sapere quando verrà fornito ai maestri ‘il simpatico depliant illustrativo, utile per spiegare il significato educativo del progetto’ citazione dalla Sua lettera ai genitori – per ora i maestri della materna della nostra scuola non hanno ricevuto nulla, neanche una cartina geografica utile perlomeno a far capire dove è posizionata l’Italia”.

La signora M. G. D. scrive ad Abitare a Roma dicendo che “Prima formano gruppi di nutrizionisti per convincerci della bontà della nostra dieta mediterranea, e poi fanno sparire tutto in nome dell’integrazione e di altre belle parole. E così al posto del frutto c’è il cioccolato, sparisce il primo e compare il piatto unico col suo deprecabile contenuto”. E poi commenta: “Mi sembra quantomeno contraddittorio ed incoerente”.

È la stessa M. G. D. ad evidenziarci come “l’iniziativa sia stata contestata anche da tante maestre: un bambino affamato è un bambino distratto, stanco ed intrattabile. 24 bambini distratti, stanchi ed intrattabili sono ingestibili”. E in effetti non si fatica a trovare – sullo stesso profilo Facebook dell’Assessore Cattoi – segnalazioni di maestre concordi coi genitori nel denunciare le quantità offerte ai bambini.

Ma dall’altra parte della barricata nulla sembra muoversi. L’Assessore sembra non percepire il dissenso creatosi intorno a quest’iniziativa, e nel frattempo i genitori sono sempre più decisi a protestare con veemenza. Eppure era stata la stessa Cattoi a chiedere di inviare “contributi e suggerimenti” via mail (assessorato.scuola@comune.roma.it) o sul profilo Facebook. “Ora che il summit con i Nobel è terminato, sarebbe così carina da rispondere anche alle nostre domande sulla scuola e i menù?”, “Chissà se la signora legge o meno… non risponde a nessuna di noi… che non abbia nulla da dire?”.

L’unica risposta della Cattoi è stata (il 4 dicembre) “si tratta di cibo e quantità bilanciati, esattamente come avviene tutti i giorni. Perché tutto quello si mangia a scuola viene approvato da nutrizionisti del Comune.
Anche amministrazioni precedenti hanno proposto menu alternativi suscitando alcune perplessità, ma sono certa che iniziative del genere, come i menu europei, non compromettono in alcun modo la corretta alimentazione dei nostri figli”.

I toni insomma si fanno sempre più accesi, ma del resto in ballo c’è l’alimentazione dei bambini, e una simile reazione era forse prevedibile. Ma certo l’atteggiamento delle istituzioni non sembra affatto voler venire incontro alla voce dei genitori.


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Un commento su “Mense scolastiche, le polemiche dei genitori sul menù europeo

  1. Care mamme, se non vi va bene la quantità di cibo somministrato, fra l’altro stabilito dalle dietiste del comune e non dai cuochi, potete anche tenervi i vostri bambini a casa, così noi povere addette mense fatichiamo di meno per pochi spiccioli

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