Misteri italiani e memoria nera
Del delitto di via Poma e ancora sulla strage di BolognaIl delitto di Via Carlo Poma. A 33 anni di distanza, nulla di nuovo sotto il sole (o forse si)
Il 7 Agosto del 1990, nell’Ufficio dell’Associazione Italiana Alberghi della Gioventù (AIAG) sito in Via Carlo Poma, 2, dove lavorava come segretaria, viene uccisa, con 29 coltellate, la giovane Simonetta Cesaroni. A 33 anni di distanza da quel delitto, si cerca ancora l’assassino. Non è stato, infatti, il portiere dello Stabile, Pietrino Vanacore indagato e poi scagionato (suicida nel 2010, due giorni prima di testimoniare in Tribunale). Non è stato, infatti, Raniero Busco, l’ex fidanzato della ragazza uccisa, indagato, arrestato, incarcerato per nove anni e poi assolto, in via definitiva, dalla Corte di Cassazione. Non è stato, infatti, Federico Valle, il nipote dell’Architetto Valle, che aveva progettato lo Stabile di via Carlo Poma, indagato e anche lui, successivamente, scagionato.
Allora, chi ha ucciso Simonetta Cesaroni?
A 33 anni di distanza – grazie ad un esposto della Famiglia di Simonetta, la Procura della Repubblica di Roma ha riaperto le indagini per omicidio volontario contro ignoti e indaga ora su due nuovi fatti: un profilo di DNA, di persona ancora sconosciuta e la rapina, avvenuta il 16 luglio del 1999, al caveau della Banca aperta all’interno della Città Giudiziaria di Piazzale Clodio, ipotizzando collegamenti con il delitto di Via Poma.
La rapina a Piazzale Clodio, che ebbe del rocambolesco, ha visto tra i suoi partecipanti anche l’ex NAR Massimo Carminati, detto “Er cecato”, noto alle cronache giudiziarie per il famoso “Mondo di Mezzo”. Sul punto le cronache ci dicono che tra le cassette di sicurezza svaligiate (ce n’erano 999, ma non tutte furono aperte, si trattò, infatti, di un’apertura “mirata” di solo di 147 di quelle cassette, il cui elenco era contenuto in un foglio in mano ad uno dei rapinatori con una benda all’occhio sinistro). Tra quelle 147 cassette di sicurezza aperte c’era quella di Francesco Caracciolo di Sarno, all’epoca del delitto Cesaroni Presidente regionale dell’Associazione Italiana Alberghi della Gioventù.
Non è dato sapere cosa contenesse quella specifica cassetta di sicurezza, ma sarebbe utile saperlo, dato che all’epoca del delitto gli Inquirenti registrarono alcuni strani comportamenti di Francesco Caracciolo di Sarno.
Altro fatto “strano” che le cronache sul delitto di Via Poma, riaperto di recente a Piazzale Clodio, riportano alla luce c’è quello che, la sera del delitto Cesaroni, colloca Sergio Costa, Agente dell’allora SISDE e genero dell’allora Capo della Polizia Vincenzo Parisi, presente presso la Sala Operativa della Questura di Roma. il nome dell’Agente Segreto Sergio Costa non risulta, però, nei primi rapporti delle Volanti, inviate la sera del delitto nella Via romana del Quartiere Delle Vittorie e, altra circostanza strana, nei giorni e mesi successivi, l’Agente Segreto Sergio Costa continua ad informarsi sull’andamento delle indagini, non avendone apparentemente motivo. Dunque, la sciarada del delitto Cesaroni si riapre e stavolta speriamo ne esca, oltre al nome dell’assassino. la verità vera su quella storiaccia.
Ancora sulla strage di Bologna
Si sa, spesso i Social, in particolare Twitter e Facebook, sono lo scudo dietro il quale si nascondono gli odiatori da tastiera, ovvero quelli che pensano di avere gli attributi, ma non li mostrano, conoscendo invece molto bene, come direbbe il fiorentino Niccolò (mi raccomando, con due C) Machiavelli (mi raccomando, con una sola C), la “realtà effettuale delle cose”. Il personaggio politico di cui scrivo oggi qui, però, non appartiene a questa categoria, ma a quella attualmente in auge (e al governo) che tenta da tempo, per una sorta di vendetta politica ritardata, di revisionare la Storia, negando fatti acclarati. Nella fattispecie si tratta di Marcello De Angelis di Fratelli D’Italia, Capo Ufficio Stampa del Presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca.
Il De Angelis – che è anche il cognato di Luigi Ciavardini, il NAR condannato come esecutore (in concorso con altri camerati pari suo) per la strage fascista-piduista alla Stazione Ferroviaria di Bologna, del 2 Agosto 1980 – ha spedito ieri, urbi et orbi, un post su FB nel quale dichiara di sapere – con certezza – dell’innocenza degli ex NAR processati e condannati per la strage di Bologna, ma non si reca in Procura a Bologna, rilasciando una dettagliata testimonianza su quanto dichiara di sapere, bensì rilancia la “pista palestinese” per quella strage e sostiene che – chi la nega e anche si oppone alla Commissione d’Inchiesta Parlamentare (richiesta da Federico Mollicone e camerati di FDI) – mente ed ha certamente qualcosa da nascondere, compresi il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che – nel 43° Anniversario della strage – aveva, a chiarissime lettere, ricordato la matrice neofascista della strage e i conseguenti depistaggi di diversi apparati infedeli dello Stato (vedi sotto) nonché il Presidente del Senato Ignazio Benito Maria La Russa che, sorprendentemente, aveva dichiarato, senza mezzi termini il 2 Agosto scorso, essere fascista la matrice di quella strage. Ecco il testo del post di De Angelis:
-“Intendo proclamare al mondo che Cristo NON è morto di freddo e nessuno potrà mai costringermi a accettare il contrario. Così come so per certo che con la strage di Bologna non c’entrano nulla Fioravanti, Mambro e Ciavardini. Non è un’opinione: io lo so con assoluta certezza. E in realtà lo sanno tutti: giornalisti, magistrati e “cariche istituzionali” “..
Marcello De Angelis, 63 anni, sposato con Francesca, giornalista Rai, è stato sei mesi in carcere a Brighton. Nel 1989 è tornato in Italia per rispondere del reato di banda armata. Condannato a 5 anni e mezzo, ne ha scontati 3 per uscire nel 1992. L’anno dopo ha fondato il gruppo musicale 270bis, ovvero l’Articolo del Codice penale sulle associazioni eversive. Da extraparlamentare, ex Terza Posizione, poi è entrato nel Movimento Sociale Italiano e in Alleanza Nazionale. Nel 2006 è stato eletto senatore di An, nel 2008 deputato con il Pdl. Dal 2011 al 2014 ha diretto Il Secolo d’Italia. L’allora leader di Terza Posizione, Roberto Fiore lo ricorda così: –
- “Lui era dei Parioli, veniva dal liceo “Azzarita”, io dal “Lucrezio Caro”. Avevamo vent’anni, eravamo peronisti, vestivamo come i montoneros argentini, portavamo i jeans, la maglietta bianca, i capelli lunghi e andavamo tutti i giorni in piazza a fare a botte con quelli di Autonomia Operaria.”.
Fonte:- https://www.open.online/2023/08/07/strage-di-bologna-marcello-de-angelis-chi-e/
Ora, nel segnalare che da più parti, oltre che dall’ANPI, sono state chieste – con forza – le dimissioni di De Angelis dalle cariche che ricopre in Regione – (Bonaccini: “Venga a dirlo a Bologna, in faccia ai parenti delle vittime“). Schlein, M5S e Calenda-IV chiedono le dimissioni, Forza Italia ha protestato, richiamandosi alle Sentenze della Magistratura Bolognese e della Cassazione, ma dichiarando essere le possibili dimissioni di De Angelis “una questione di coscienza”) è bene ragionare sui motivi – interni alla destra di governo (in particolare a FDI) – per i quali è stata innescata ulteriormente questa polemica. Sembra, infatti, che le dimissioni di De Angelis siano state richieste a Rocca (che temporeggia e lo difende dichiarando che De Angelis parla a titolo personale) direttamente da Palazzo Chigi (leggi Giorgia Meloni in persona) con una telefonata nella quale la Premier ha chiarito a Rocca il da farsi, ovvero dimissionare De Angelis, senza peraltro coinvolgere la Presidenza del Consiglio dei Ministri, ovvero Rocca dovrà fare tutto da solo. E’ noto come sulla “pista palestinese” per la strage di Bologna si sia, da tempo, innescata una guerra “a bassa intensità” all’interno di FDI tra l’ala governista e quella diciamo così movimentista.
La prima schierata sulle posizioni di Mattarella e di Ignazio La Russa, sebbene la Meloni eviti pervicacemente, quando parla di Bologna, di usare le parole “strage fascista”, i secondi, invece, pervicacemente attaccati alla “pista del terrorismo internazionale”, segnatamente quello palestinese, e fautori di una Commissione d’Inchiesta Parlamentare che dovrebbe verificare – non si sa bene in base a quali nuovi documenti – le acquisizioni sulla pista neofascista della strage, sentenziate, in via definitiva, dopo decenni di indagini, dalla Corte D’Assise di Bologna e dalla Cassazione Penale, ma ancora in Primo grado (con una condanna all’ergastolo) per quanto riguarda il ruolo nella strage di Paolo Bellini, ex Avanguardia Nazionale, ma organico ai NAR e non solo a loro, accusato di essere tra gli esecutori materiali della strage.
Dunque, su questa vexata questio, è in corso una guerriglia politica all’interno del Partito della Premier che ha dettato la linea ai suoi e ora si attende le dimissioni di De Angelis, mentre una frangia del Partito che non rinuncia a vedere in auge la tesi negazionista, più che ventennale su quella strage, ovvero quella del “terrorismo palestinese”, assolverebbe, d’un colpo, i camerati Mambro, Fioravanti, Ciavardini e Cavallini (già condannati a Bologna) nonché il camerata Paolo Bellini. Fascista, killer mafioso e consulente della Mafia per gli attentati del 1982-1983 a Roma, Milano e Firenze, condannato, come ho scritto sopra, all’ergastolo in Primo grado per quella strage e attualmente agli arresti per impedire una fuga e l’eventuale sua vendetta verso Patrizia Bonini, la ex moglie che lo ha incastrato, ritrattando la precedente testimonianza, che dava a Bellini un alibi per quel Sabato 2 Agosto del 1980.
Dulcis in fundo, le cronache di ieri ci dicono che tra i registi di questa guerriglia interna a FDI ci sarebbe l’ex Sindaco di Roma, Gianni Alemanno (nella Capitale più noto come Ale-danno) che ha condiviso il post di De Angelis lodando “il coraggio” del camerata ex Terza Posizione, e che starebbe fondando un Movimento politico, evidentemente di destra, alternativo a FDI … e questa notizia ci ricorda la saggezza del detto popolare che recita: “il peggio non è mai morto”.
Sempre convinti – insieme all’Associazione dei Familiari delle Vittime – della giustezza delle acquisizioni giudiziarie della Magistratura bolognese su quella strage, attendiamo di conoscere gli sviluppi dell’”Affare De Angelis” e ne riferiremo puntualmente qui.
- «La strage della stazione di Bologna ha impresso un segno indelebile nella coscienza civile del nostro popolo» «Il micidiale ordigno, che il 2 agosto 1980 causò la morte di 85 persone e provocò immani sofferenze tra i familiari e gli amici, nella città di Bologna come nel resto del Paese, ha impresso un segno indelebile nella coscienza civile del nostro popolo».
Lo ha scritto il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel messaggio inviato al Presidente dell’Associazione tra i familiari delle vittime della strage della stazione di Bologna, Paolo Bolognesi.
«L’immagine della stazione ferroviaria con l’orologio fermo al minuto della tremenda esplosione – ha proseguito Mattarella – è divenuta simbolo della disumanità del terrorismo, dell’attacco sferrato al cuore della democrazia italiana e della risposta, ferma e solidale, che la società e lo Stato seppero dare agli eversori assassini. La strage di Bologna – ha continuato il Capo dello Stato – era iscritta in una strategia che mirava a destabilizzare le istituzioni e la sua matrice è stata accertata dalle conclusioni giudiziarie. Permangono ancora domande senza risposta e la memoria è anche sostegno a non dimettere gli sforzi per andare avanti e raggiungere quella piena verità, che è premessa di giustizia. L’Associazione dei familiari delle vittime ha dispiegato in questi anni un impegno assiduo e coinvolgente che, di recente, ha portato all’introduzione del reato di depistaggio, ulteriore strumento a disposizione della magistratura. Il terrorismo – che il nostro Paese ha conosciuto e sconfitto grazie alla sua unità e alla fedeltà, mai venuta meno, ai principi della democrazia e del diritto – oggi si manifesta nel mondo in forme nuove e con una ferocia non certo inferiore. Il senso di umanità che ci lega e i valori democratici che poggiano sul valore assoluto della persona ci daranno la forza per battere la follia distruttrice dei nuovi seminatori di morte. La più piccola vittima della strage del 2 agosto, Angela Fresu, una bimba a cui gli assassini e i loro mandanti hanno negato la vita, oggi avrebbe 39 anni. Con il suo vorrei ricordare i nomi di tutti coloro che quel giorno versarono sangue innocente. Desidero stringermi ai familiari – ha concluso il Presidente Mattarella – e confermare la partecipazione al dolore di coloro i quali subirono la perdita di un loro caro. Rinnovo la mia solidarietà ai cittadini e alla municipalità di Bologna, che hanno sempre saputo difendere con orgoglio la democrazia e la Repubblica quando queste sono state attaccate con azioni violente e trame oscure».
- (2 Agosto 2023). Fonte: https://www.quirinale.it/elementi/460
Ultim’ora: Marcello De Angelis – dopo un colloquio con il Presidente della Regione Lazio Francesco Rocca – si è scusato del suo post, per lettera (“solo dubbi” – ha scritto – “massimo rispetto per il Presidente della Repubblica”. E le vittime della strage? E i familiari?) ma non si è dimesso. Uno schiaffo dritto in faccia alla Meloni (che lo voleva dimissionario e che resta, dunque, prigioniera del suo fascismo e dei suoi stessi camerati) e a La Russa oltre che, naturalmente, alle 85 vittime della strage fascista-piduista di Bologna e ai loro familiari.
“Le dichiarazioni sulla strage di Bologna del portavoce della Regione Lazio sono vergognose, si dimetta” “Le dichiarazioni sulla strage di Bologna di De Angelis, responsabile della comunicazione istituzionale del presidente della Regione Lazio, confermano che bene avevamo fatto nel chiedere la revoca della nomina a chi è incompatibile con i valori della Repubblica democratica e antifascista della Costituzione. Dichiarare l’innocenza dei fascisti riconosciuti autori del massacro della stazione di Bologna non è solo disconoscere la verità accertata in modo definitivo dalla magistratura, ma è una vergognosa e proterva menzogna che offende le vittime e la stessa istituzione rappresentata dal suo autore. De Angelis si dimetta o si revochi immediatamente la sua nomina” – 5 Agosto 2023
Dichiarazione all’Ansa di Fabrizio De Sanctis, componente della Segreteria Nazionale ANPI e Presidente del Comitato Provinciale ANPI di Roma – www.anpi.it
Marcello De Angelis era stato invitato a parlare ad una iniziativa pubblica a Montauro (Catanzaro) vertente su “cosa vuol dire essere oggi di destra”. Dopo il duro intervento del Presidente Provinciale ANPI di Catanzaro, Mario Vallone, che potete leggere sotto, l’iniziativa è stata annullata. .
- “NO alla presenza di Marcello De Angelis a Montauro. Il solo pensiero che un ambiguo personaggio come Marcello De Angelis, amico e parente di fascisti passati e presenti sia invitato a parlare nella nostra regione ci fa inorridire. Ancor di più oggi dopo le vergognose affermazioni sulla strage di Bologna in pieno sfregio di tutte le sentenze che, dopo decenni di indagini, in modo definitivo hanno condannato all’ergastolo i suoi amici fascisti. Ci ha pensato qualche giorno fa il Presidente Sergio Mattarella a ricordare la storia di quella orribile strage e il ruolo dei fascisti come esecutori materiali. La verità non la cancella nessuno, nemmeno questo De Angelis che non si sa perché ricopre il ruolo di responsabile della comunicazione nella regione Lazio. Bene ha fatto il presidente dei familiari delle vittime Paolo Bolognesi a dire che siamo stanchi di questi pallonari. Bene ha fatto l’ANPI nazionale a insorgere. Ci pensino bene gli organizzatori dell’evento a Montauro, avete invitato non solo un fascista ma un ex parlamentare che non rispetta i valori costituzionali e infanga impunemente la memoria di decine di vittime innocenti. Si può fare a meno di questa presenza, saltare un appuntamento non è così grave quando di mezzo c’è la verità storica e giudiziaria oltre al rispetto di tante vite spezzate dalla barbarie fascista”. #maipiufascismi. – www.anpi.it — 6 Agosto 2023
Ugo Fanti, Presidente della Sezione Anpi di Roma Aurelio-Cavalleggeri “Galliano Tabarini”