Occupazione creativa

di Aldo Pirone - 30 Settembre 2016

Ormai i dati sull’occupazione, la disoccupazione, l’inattività delle forze di lavoro sono diventati una sarabanda. L’Istat è diventato un oracolo quotidiano al quale magnificatori e detrattori del governo si aggrappano per gridare al successo o all’insuccesso quotidiano di Renzi. Ma come vengono rilevati settimanalmente i dati?

127201222042aStando all’Istituto di statistica, cito dal suo sito, l’aruspicina viene espletata ogni settimana intervistando un campione prestabilito e stabile “di oltre 250 mila famiglie residenti in Italia (per un totale di circa 600 mila individui) distribuite in circa 1.100 comuni italiani”. Come viene effettuata la rilevazione?

“La rilevazione viene effettuata durante tutte le settimane dell’anno. Le famiglie rientranti nel campione saranno intervistate 4 volte nell’arco di 15 mesi. Ogni famiglia viene intervistata per due trimestri consecutivi; segue un’interruzione per i due successivi trimestri, dopodiché essa viene nuovamente intervistata per altri due trimestri. Considerando che le transizioni dall’inattività all’occupazione degli individui di età superiore ai 74 anni sono pressoché nulle, dal 1° gennaio 2011, le famiglie composte di sole persone di 75 anni o più inattive non vengono reintervistate”. E chi viene considerato come occupato? Qui occorre consultare il glossario dell’Istat che, novello sacerdote, risponde: “Occupati: comprendono le persone di 15 anni e più che nella settimana di riferimento:

– hanno svolto almeno un’ora di lavoro in una qualsiasi attività che preveda un corrispettivo monetario o in natura;

–  hanno svolto almeno un’ora di lavoro non retribuito nella ditta di un familiare nella quale collaborano abitualmente.

–   sono assenti dal lavoro (ad esempio, per ferie o malattia). I dipendenti assenti dal lavoro sono considerati occupati se l’assenza non supera tre mesi, oppure se durante l’assenza continuano a percepire almeno il 50% della retribuzione. Gli indipendenti assenti dal lavoro, ad eccezione dei coadiuvanti familiari, sono considerati occupati se, durante il periodo di assenza, mantengono l’attività. I coadiuvanti familiari sono considerati occupati se l’assenza non supera tre mesi”.

Un giorno sì e l’altro pure il Presidente del Consiglio twitta, o va in giro, dicendo che da quando c’è lui ci sono “585.000 occupati in più”, come in effetti certifica l’Istat, “e le chiacchiere stanno a zero”. Ma si guarda bene dal prendere in considerazione l’altro dato fornito dall’Osservatorio, in questo caso dell’Inps, sul precariato che, come Cassandra, avverte che i buoni da 10 euro, i cosiddetti voucher per un’ora di lavoro, con cui vengono retribuite le prestazioni d’opera occasionali, sono lievitati nei primi sette mesi fino a  83,4 milioni, +36,2% rispetto allo stesso periodo del 2015. Un dato molto preoccupante perché basta uno solo di essi, consumato nella settimana della fatidica intervista, per cui si è considerati fra i fortunati aventi un’occupazione. Insomma a quanto pare il sedicente aumento dell’occupazione deriva per gran parte dalla nuova frontiera del precariato spinto offerta dai voucher, da una parte, e dal prolungamento, dall’altra, dell’attività lavorativa degli over 50 dovuto alla riforma Fornero delle pensioni. E’ vero, le chiacchiere stanno a zero, sono i dati non positivi, purtroppo, che lievitano.


Dicci cosa ne pensi per primo.

Commenti