Di Padre in Figlio, un’emozione chiamata Lazio

Nella serata Di Padre in Figlio, generazioni di laziali in festa. All’Olimpico presente anche un acclamatissimo Sergio Cragnotti
di Marco Savo - 25 Maggio 2016

Tu chiamale se vuoi emozioni. C’era una voglia matta di Lazio, di respirare quell’atmosfera che ha fatto innamorare migliaia di tifosi della Prima Squadra della Capitale. Emozioni forti vissute lunedì 23 maggio 2016 allo Stadio Olimpico, in occasione della seconda edizione di Di Padre in Figlio.

dipadreinfiglioUna serata d’altri tempi che ha visto protagonisti i tifosi, gli stessi che hanno deciso di dire basta alla Lazio di Lotito ed alle barriere dell’ex Prefetto di Roma Gabrielli. La curva Nord dunque è tornata a far sentire la sua possente voce, ad intonare quei cori che l’hanno resa grande. L’Olimpico non era pienissimo ma il colpo d’occhio è stato lo stesso mozzafiato con Curva Nord, Monte Mario e Tevere strapiene. Sugli spalti c’erano tutte le generazioni di tifosi, soprattutto c’erano tanti bambini anche in fasce, perché la Lazio è una passione che scorre nelle vene a qualunque età. Non c’era miglior spot per il calcio che la serata dell’Olimpico biancoceleste.

stadioolimpicoChe anno è… che giorno è… – Troppe e troppo belle le emozioni che questa serata ci ha lasciato in eredità. Forse l’immagine più bella è stata vedere la commozione di Mogol passare sui maxischermi dello stadio. Dagli altoparlanti infatti ha risuonato “I Giardini di Marzo”, del lazialissimo Lucio Battisti di cui Mogol ne è stato l’autore, e sugli spalti migliaia di lucine accese come in un concerto. Cinquantamila anime biancocelesti che hanno intonato a squarciagola  Che anno è… che giorno è… questo è il tempo di vivere con te…. Un inno che è ricerca di una Lazio che non c’è più. Una voglia di lazialità assopita dalla presidenza di Claudio Lotito. Emozione e rabbia per un sentimento forte però tenuto in castigo da una Società troppo distante dalla sua gente. Una Lazio rappresentata in questa festa solo da Danilo Cataldi.

La Polisportiva – Ma la S.S. Lazio non è solo calcio ma bensì una grande Polisportiva, composta da ben 64 sezioni che hanno sfilato tutte ad inizio serata sul prato dell’Olimpico. Fra gli atleti presenti anche quelli della Sezione paracadutismo che nonostante il vento non favorevole ai lanci sono riusciti nell’impresa di atterrare al centro del campo, fra il tripudio di tutti i tifosi presenti  Poi la serata è continuata con una serie di video ed iniziative a spiegare, specialmente ai più piccoli, che cos’è la Lazio e soprattutto che cos’è la lazialità. Ed in una serata come questa non poteva mancare Olympia, il simbolo fiero della Prima Squadra della Capitale. L’aquila biancoceleste infatti si è fatta ammirare in volo. “Perché l’Aquila è Roma”, riecheggiava negli altoparlanti dello Stadio Olimpico.

leformazioniLazioParola al campo – Sul prato dell’Olimpico poi si sono sfidati i giocatori che hanno fatto grande la Lazio. La prima squadra ad entrare in campo è stata quella del ’74, del primo scudetto: Pulici, Petrelli, Wilson, Oddi, Martini, D’Amico, Nanni, Stefano Re Cecconi, Chinaglia Jr. Un manipolo di uomini omaggiati dalla coreografia che li ritraeva ed adagiata in Curva Maestrelli. Dopo questa Lazio è stata la volta di quella dei -9, una squadra importantissima rappresentata dal mister d’allora Eugenio Fascetti e da Fabiana Fiorini, la figlia del bomber Giuliano scomparso nel 2005. Un giocatore entrato nel cuore dei tifosi, grazie a quel goal del 21 giugno 1987, nella partita contro il Vicenza, che consentì alla Lazio di accedere agli spareggi salvezza dalla Serie C contro Campobasso e Taranto.

CragnottiC’è solo un Presidente… – La storia della Lazio dunque è stata caratterizzata da vittorie e cadute da cui la sua gente ha saputo sempre rialzarsi. Una storia che sotto la gestione Cragnotti ha vissuto il suo punto più alto. Quella del 2000 infatti fu una Lazio che riuscì a vincere ad ogni latitudine e nella serata dell’Olimpico è stata rappresentata da Marchegiani, Ballotta, Gottardi, Negro, Favalli, Pancaro, Dabo, Marcolin, Giannichedda, Rambaudi, Stankovic, Casiraghi. Ma soprattutto dal presidente Cragnotti il quale ha ricevuto il giusto tributo dai suoi eterni tifosi. “C’è solo un presidente, c’è solo un presidente…”, ha infatti cantato la gente laziale. Cragnotti ha poi così commentato la serata Di Padre in Figlio:“Voglio ringraziarvi per il grande affetto che ancora oggi mostrate nei miei confronti. Io spero di aver fatto quello che era possibile, quello che era nella mia mente. I momenti sono stati tanti – ha continuato Cragnotti –  senz’altro l’apice lo abbiamo ottenuto con la vittoria dello scudetto. Una vittoria che forse nessuno immaginava in quel momento, poi una giornata particolare, ci ha fatto volare fino al grande traguardo. Io nel mio  cuore conservo la vittoria più importante: quella contro il Manchester United a Montecarlo. Spero che la nostra società – ha concluso –  sappia ancora conservare un obiettivo importante, quello di far volare sempre questa società, perché la Lazio merita sempre grandi traguardi”. Ed a proposito degli anni 2000 l’Olimpico ha omaggiato anche un giocatore che non ha vestito la maglia biancoceleste, ciòè quel Alessandro Calori, l’autore del goal vittoria del Perugia sulla Juventus che di fatto consegnò lo scudetto agli uomini di Sven Goran Eriksson.

curvanordIl Triangolare – In campo poi è andato in scena il triangolare, le prime due squadre che si sono sfidate sono state quella del ’74 contro quella dei -9. Il primo goal della serata ha portato la firma dell’ex capitano Tommaso Rocchi, anche lui presente all’Olimpico insieme agli ex compagni Cristian Ledesma, Ousmane Dabo ed al mister Delio Rossi. “È una grande emozione tornare qui all’Olimpico – ha dichiarato Cristian Ledesma – meglio di così non si poteva. Sono onorato di essere stato chiamato alla festa della gente, dopo un anno così ci voleva. Per ricreare l’entusiasmo serve un allenatore esigente, non solo sul mercato ma a livello progettuale (il n.1 sulla lista di Lotito attualmente è l’ex CT Cesare Prandelli n.d.r.)”. Emozionato anche Rocchi: “L’Olimpico in festa è una bella emozione. Tornare dopo un po, ritrovarsi con compagni e vecchi amici, le urla ed entusiasmo è una bella serata di lazialità. Ripartire dai giovani da Roma? La parte più importante della mia vita è qui alla Lazio, ho preso ora il patentino, ma facciamo una cosa alla volta. Prandelli o Inzaghi? Situazione difficile, la società farà le sue valutazioni, Inzaghi ha fatto le ultime partite e Prandelli è un grande allenatore”. Entusiasta della serata lo è stato anche Dabo: “È stato bello rivedere i giocatori e i tifosi biancocelesti. Alla Lazio sono stato benissimo, è sempre un piacere tornare all’Olimpico”.

Nella serata di Padre in Figlio anche le voci di Cesar, Castroman, Ruben Sosa (l’uruguaiano nella serata dell’Olimpico ha anche sbagliato un calcio di rigore) Agostinelli, Facco, Petrelli, Strankovic, Peruzzi, Pancaro, Negro, Gottardi, Orsi e dei tedeschi Riedle e Doll. Fra gli ex giocatori presenti anche Daniele Portanova il quale non ha mai vestito la maglia della Lazio ma che ne è un tifoso con tanto di militanza in Curva Nord. L’ex Bologna è andato anche in goal lasciandosi andare ad una bella esultanza sotto la sua Curva, una gioia tanto sognata che in parte si è realizzata in questa serata.

Timbrificio Centocelle

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