Parco di Centocelle. Contro lo “sfascio” anche la cultura scende in campo
Dal 23 novembre al Quadraro quattro lezioni di storia tenute da illustri professori incentrate sul valore delle periferie e sulle memorie che in esse sono racchiuseSalvatore Salmeri, consigliere PD del V Municipio, continua instancabilmente a trainare la battaglia per il completamento del Parco archeologico di Centocelle.
In questi mesi insieme all’associazione Cinecittà bene comune e alla società sportiva “Spartaco rugby” ha dato vita a molteplici iniziative sul territorio per tenere viva l’attenzione su questo importante intervento dai numerosi significati e risvolti: urbanistico, culturale, ambientale ed economico occupazionale.
Salmeri ha chiamato anche la cultura a scendere in campo. E la cultura ha risposto. *Dal 23 novembre al Quadraro al Circolo sportivo Arca in via degli Angeli 146 prenderanno il via quattro lezioni di storia tenute da illustri professori incentrate sul valore delle periferie e sulle memorie che in esse sono racchiuse.
L’ostacolo principale, al completamento del Parco continua ad essere, come è noto, la presenza degli autodemolitori. Regione e Comune continuano con le proroghe. Senza la delocalizzazione almeno dei 4 “sfasci” presenti nell’area, dove devono cominciare i lavori per attrezzare atri 15 ettari di Parco del secondo stralcio del Piano particolareggiato, si rischia di fare lavori inutili e di sprecare soldi pubblici.
Sono questioni ben presenti alla ”locomotiva” Salmeri al quale abbiamo chiesto di aggiornarci sugli ultimi sviluppi di questa importante battaglia.
Consigliere Salmeri, il 23 novembre al Quadraro ci sarà la prima delle quattro lezioni di storia che avete organizzato per rilanciare la realizzazione del Parco archeologico di Centocelle. Il ciclo di lezioni sarà tenuto da nomi di spicco come i professori Andrea Giardina, Andreina Ricci, Alessandro Portelli, Vittorio Vidotto. Inoltre siete riusciti a impegnare in questa battaglia anche un big della TV come Giovanni Minoli.
Dunque anche la cultura si mobilita per il Parco?
Sì, e siamo solo all’inizio. Il prof. Giardina si appassionò fin dalla nostra prima mobilitazione, a gennaio, quando incartammo il parco con striscioni e manifesti e riuscimmo a non far aprire il cantiere perché sarebbero stati soldi sprecati se prima non si delocalizzavano gli autodemolitori che erano dentro quell’area. Mi propose di spostare le Lezioni di Storia dall’Auditorium al Quadraro a sostegno della nostra battaglia. Ci disse che la questione del Parco era più importante della pedonalizzazione dei Fori imperiali e che andava superata la dicotomia tra centro e periferia che secondo lui, e ovviamente anche per noi, non valorizza appieno le grandi bellezze del nostro territorio. Considerare di secondo piano i copiosi i beni archeologici della periferia è un criterio classista e dannoso per tutti i cittadini che abitano in quartieri che non possono andare all’onore delle tardive, molto tardive, cronache cittadine solo quando accadono fatti come quelli di Tor Sapienza.
Con Giovanni Minoli abbiamo già collaborato per la sua trasmissione TV “La storia siamo noi” sul rastrellamento del Quadraro. E’ particolarmente legato al quartiere e ritiene che questa mobilitazione partita dal basso debba avere la sua visibilità. Minoli crede, come tutti noi, che il poco coraggio avuto da parte della politica a non regolamentare la categoria degli “sfasciacarrozze” delocalizzandoli in aree più consone può, nel tempo, far scoprire una nuova “terra dei fuochi” in virtù dell’impatto assai inquinante che questo tipo di attività produce sul territorio. Finora si è preferito chiudere gli occhi e prorogare all’infinito la loro permanenza in un’area dove non possono più stare.
Sono ormai molti mesi che i cittadini aspettano l’inizio dei lavori per il secondo stralcio del Parco, quindici nuovi ettari da aggiungersi ai trentatré già a disposizione. Perché questi ritardi?
I ritardi sono conseguenza, come ho detto, dell’iniziativa di gennaio. I soldi spesi nelle periferie devono essere spesi con lo stesso criterio di quando vengono spesi al centro storico e nei quartieri ricchi. Per questo e necessario delocalizzare i 4 “rottamatori” che ancora sono dentro l’area del secondo stralcio dove deve iniziare il cantiere. E difficile convincersi che il parco si bonifica lasciando dentro gli “sfasci”. In realtà così si sprecano solo i sodi pubblici. Questo non è accettabile.
E, allora, a che punto è la delocalizzazione di questi quattro autodemolitori?
Gli incontri che si sono susseguiti in questi mesi non hanno portato finora a nessuna soluzione. Dal comune assicurano che prima dell’apertura del cantiere ci saranno novità importanti. Noi, però, non ci fidiamo e per questo abbiamo fatto un presidio a 200 mt dagli “sfasci” e iniziato una serie d’iniziative che porti luce e visibilità alla vertenza. Spostare i quattro rottamatori sarà molto importante. Costituirà un precedente che ci darà forza per portare a compimento il Piano particolareggiato del Parco.
E quando verranno delocalizzati tutti gli altri “sfasci” che costituiscono il principale tappo per il completamento del Parco? A quando l’apertura del Parco dal versante di via Papiria nel quartiere Don Bosco?
Non lo sappiamo. Comune e Regione dicono che ci stanno lavorando ma finora abbiamo visto solo proroghe su proroghe. E’ certo comunque che la consapevolezza che questo è il primo problema da risolvere ha fatto passi avanti grazie alla nostra mobilitazione di questi mesi. E bisogna, anche gradualmente se necessario, risolvere il problema degli accessi al Parco. Da via Papiria-quartiere Don Bosco innazitutto, ma anche, con un ponte pedonale, migliorare l’accesso da Centocelle e poi dal versante di Torrespaccata.
Per ora dominano degrado, illegalità, inquinamento ma domani sarà un grandissimo polmone verde capace di creare lavoro, produrre cultura e rispetto per l’ambiente. Ci stiamo concentrando sul versante del Quadraro perché rappresenta un’opportunità importante e di rottura rispetto al passato. Chi fa politica per l’interesse pubblico e collettivo deve avere il coraggio di cambiare le cose. Io sono fiducioso. In Consiglio municipale la risoluzione che è stata presentata a dicembre da me e dal capogruppo del PD Angelo Collocchia è stata votata all’unanimità da tutti i partiti politici di maggioranza e d’opposizione.
Quanti finanziamenti sono in ballo per questa nuova fase di lavori?
Oltre i 3 milioni di euro sono stati deliberati altri 2,5 milioni di euro per il recupero delle ville archeologiche da parte della sovrintendenza. E’ una grande occasione.
Al Sindaco Marino cosa chiedete di fare?
Di rispondere con i fatti alle nostre sollecitazioni. Per lui, che oggi è sotto attacco e in caduta evidente di consensi, potrebbe essere motivo per cambiare passo alla sua azione ricominciando dalle periferie dove massimo è il disagio e massima l’insofferenza verso una politica dell’amministrazione che, dopo i disastri morali e materiali lasciati da Alemanno, è percepita come sostanzialmente incentrata dentro le Mura Aureliane.
Occorre che la giunta capitolina, d’intesa con i Municipi, appronti un vero e proprio piano organico d’interventi nelle periferie più degradate. Sicurezza, trasporti, decoro urbano, raccolta dei rifiuti, servizi sociali, sono le priorità su cui Sindaco e Giunta dovrebbero concentrarsi. Il completamento del Parco archeologico di Centocelle potrebbe costituire la prova concreta del cambiamento di passo.
Quindi, Sindaco, se ci sei batti un colpo.
* “Lezioni di storia” al Circolo sportivo Arca in via degli Angeli 146
23 novembre ore 11 “Dalla Palestina al Quadraro” con Andrea Giardina
18 gennaio ore 11 “Periferie romane al centro della storia” con Andreina Ricci
8 febbraio ore 11 “Memorie di periferia” con Alessandro Portelli
22 febbraio ore 11 “Città al margine o nuovo centro?” con Vittorio Vidotto
Apriamo il Parco Archeologico di Centocelle
Questo articolo è stato utile o interessante?
Sostieni Abitarearoma clicca qui! ↙