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Periferie, solito copione con i politici incapaci

Gruppi estremi puntano a scatenare una guerra tra poveri

Riportiamo la lettera del Monsignor Enrico Feroci, direttore della Caritas di Roma, pubblicata sulla Cronaca di Roma de “La Repubblica”:

Caro direttore, se non fosse per la sofferenza, la paura, i sacrifici della gente del posto e i danni arrecati al futuro della nostra città, definiremmo quanto sta accadendo a Tor Sapienza come una “recita a soggetto”, in cui ognuno interpreta una parte alla meno peggio. Un copione ambientato nelle periferie che a Roma assume caratteristiche particolari.

monsignor enrico feroci
Monsignor Enrico Feroci

Non vorremmo però fermarci a sottolineare l’incapacità delle istituzioni e della classe politica. E nemmeno vorremmo che la spregiudicatezza di politici che cavalcano il malcontento attirando i gruppi più estremi e facinorosi spingesse la popolazione ad una “guerra fra poveri”, dove la mancanza di riferimenti culturali in una città ferita e rassegnata miete già le sue vittime sia tra i cittadini italiani che stranieri.

Dagli anni Cinquanta, in quell’area compresa tra la Casilina e la Tiburtina, c’è sempre stato un “diverso” di cui aver paura: calabresi, abruzzesi, albanesi, romeni, zingari, fino ai rifugiati dei nostri giorni. Allo stesso tempo, proprio in quella zona, ricordiamo magnifiche esperienze di solidarietà e condivisione, esempi di accoglienza e integrazione, di rinascita e speranza, di sviluppo economico e partecipativo civile.

Opere non nate dal caso, ma favorite da investimenti “umani”, da generazioni cresciute con la speranza di un futuro migliore e con testimoni credibili a guidarli. Tra questi la figura di un giovane prete romano che proprio lì iniziò la sua missione e che ancora oggi può rappresentare un punto di riferimento per un modo diverso di convivenza tra persone e popoli: don Luigi Di Liegro.


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