Piazza dei Gerani, la piazza dei disperati
Abbandonata al degrado, modello per la Roma giubilareCentocelle, è uno dei pochissimi quartieri, insieme ai gloriosi Testaccio e Trastevere, che racconta ogni giorno il romano puro, la sua vita e la romanità.
Spesso questi quartieri, dopo un lungo silenzio, tornano a far parlare di sé; peccato che, quasi sempre, siano le notizie poco piacevoli a regalare per un giorno notorietà ad una via o ad una piazza.
E’ il caso di Piazza dei Gerani, diventata il simbolo del degrado ambientale e del totale stato di abbandono. Abbandono e latitanza delle istituzioni territoriali, delle forze dell’ordine, e triste conseguenza, anche dai cittadini. Un tempo orgogliosi di questo spazio dove portare i bimbi a giocare e ammirare la bella fontana ornata da reperti archeologici, più volte oggetto di distruttivi atti di vandalismo. Ormai nel totale disgusto la evitano perché vedono nella piazza un luogo di pericolo e insicurezza.
Oggi purtroppo è diventato un dormitorio a cielo aperto. I disperati notturni la usano per sfogare la loro disperazione consumando litri di birra, quando le scarse risorse economiche glielo consentono, o super alcolici quando se lo possono permettere, con l’illusione di scaldarsi, ubriacandosi, e affrontare la notte, dormendo sulle panchine. A nessuno preoccupa il fatto che le basse temperature di questi giorni stanno mietendo vittime fra i senza fissa dimora. Questo non fa notizia. Anzi è conveniente tacere.
Mentre Papa Francesco lancia moniti sulla perdurare della cultura dello “scarto” assistiamo indifferenti, anzi quasi disgustati a storie di assoluta povertà anche vicino casa nostra.
A proposito delle panchine. Ricordo la soddisfazione rappresentata da un consigliere della terminata consigliatura (credo appartenesse alla Lista Civica “Cittadini per Roma”), quando le vecchie e inutilizzabili panchine furono sostituite con le nuove, insieme a nuovi contenitori di rifiuti. Sembrava un piccolo passo verso “la riqualificazione della piazza e forse la resurrezione della piazza?”.
Purtroppo la soddisfazione è durata poco. La “piazza” è tornata alla sua antica vocazione: quello di un luogo di sporcizia, di insicurezza, di abbandono, simbolo dell’incuria, di un luogo che è preferibile non nominare, un argomento da evitare perché non porta consensi. Quanto potrà durare questa situazione?
Centocelle merita davvero questa brutta “cartolina”? Ci stiamo avviando verso le elezioni amministrative che dovrebbero restituire alla città e ai territori, nuove – speriamo – forze in grado di affrontare responsabilmente, con preparazione e capacità i problemi del nostro territorio evitando, come è avvenuto, che l’attenzione sia concentrata solo su una parte di esso. Non aggiungo altro.
Le foto a corredo di questo articolo le ho scattate il 22 gennaio scorso.