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Pillola Ru 486: nel Lazio si potrà assumere in day hospital

Non sarà più obbligatorio il ricovero di tre giorni in ospedale. Polemiche sulla scelta della giunta Zingaretti

E’ stata approvata dal governatore del Lazio Nicola Zingaretti la delibera per ampliare le modalità per l’interruzione volontaria di gravidanza medica negli ospedali del Lazio mediante la somministrazione della pillola Ru 486. Questo significa che da adesso la somministrazione del farmaco potrà avvenire anche in day hospital, abolendo così l’obbligo di ricovero di tre giorni previsto dall’ex giunta regionale. Spetterà comunque al medico che prende in carico la paziente la decisione di estendere o meno la durata del ricovero, ovviamente sulla base del quadro clinico della donna.

20071106_ru486Nel caso in cui la paziente decida di assumere la pillola in day hospital dovrà seguire questa procedura: accesso e preospedalizzazione, controllo degli esami e somministrazione del farmaco ed infine controlli clinici. La visita ambulatoriale finale, invece, deve avvenire entro 21 giorni dalla prima somministrazione del farmaco.

«Interrompere una gravidanza è sempre un evento difficile per una donna – ha commentato il presidente – e il nostro dovere è garantire assistenza e il diritto alla salute. È un atto di profondo rispetto per le donne. Questa è una decisione attesa da molto tempo, già adottata in altre regioni italiane e in altri Paesi. A questa scelta si aggiunge anche il lavoro che, su istanze delle associazioni – spiega Zingaretti – stiamo portando avanti da 4 mesi insieme a tutti gli operatori dei consultori del Lazio».

Anche se il provvedimento della Regione Lazio non convince proprio tutti. Contraria la consigliera regionale Olimpia Tarzia, fondatrice del Movimento per la vita, che afferma: “L’aborto chimico non è meno traumatico di quello chirurgico. Con questa delibera si bypassa la stessa 194, perché tutta la procedura abortiva deve avvenire entro le strutture ospedaliere – conclude la consigliera – Zingaretti getta le basi per incoraggiare l’aborto fai da te».

Mentre il presidente del Forum delle Associazioni familiari del Lazio, Emma Ciccarelli spiega: “I dati rilevati dal lavoro di ascolto nei consultori ci confermano che la scelta di abortire nel 90% dei casi è dettata da disagi economici e sociali della donna. Lavoriamo sul rimuovere queste cause e non utilizziamo pratiche mediche sbrigative».


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