A proposito di “Direttorio”
Un ripasso di storia per i parlamentari del M5S, ma non soloCredo potrebbe essere utile un po’ di ripasso per i parlamentari del M5S, ma non solo.
Se è vero che la storia è la madre dei timori che riponiamo nel domani, il direttorio per antonomasia è quello costituitosi a Parigi nel 1795 che mise fine al periodo noto come “il Terrore” dove il determinato Robespierre spadroneggiava da solo sul governo della repubblica. E fin qui il parallelo con quanto accade oggi all’interno del M5S è sufficientemente chiaro: si costituisce un direttorio per evitare il dispotico interventismo del capo e del suo consigliori nel taglio delle teste parlamentari riottose (cfr. il Terrore), seppure elette per candidatura del movimento stesso.
Addirittura, per evitare un nuovo accentramento di poteri, il direttorio a 5 voluto da Barras prevedeva ogni anno il ricambio di almeno 1/5 dei suoi componenti, in un continuo rimpasto, garante del governo e della prevenzione di eventuali inciuci (si direbbe oggi).
Di quello all’interno del M5S, non conosco il regolamento; non so se sarà rinnovabile come e quando, ma la sua costituzione ha per obiettivo qualcosa di comparabile a quanto si riproponeva il direttorio francese, più di due secoli fa: massima trasparenza e non più arbitrarie decisioni a deliberare il dilagante taglio delle teste che, se in un primo tempo è opportuno e inevitabile, cadendo nell’eccesso può favorire l’avversario, chiunque esso possa essere e comunque contrapporsi.
Quindi dovremmo concludere che la Storia, Maestra di Vita, ancora una volta ha fatto da falsariga nella strategia tesa a frenare il dilagante proliferare delle espulsioni all’interno di un movimento che non vuole assolutamente essere confuso con un partito, come se lo scranno parlamentare fosse più pulito ed esente dallo sporcarsi se vi siede un rappresentante che non si identifica con chi è marchiato dal peccato originale di appartenenza partitica. E questo è purtroppo elitario oggi, come lo era anche al tempo della rivoluzione francese, dove la soluzione proposta da Barras, all’apparenza garantista, nominava sei ministri che facevano e disfacevano a piacimento senza che il parlamento potesse entrare nelle decisioni.
Ma procedendo col ripasso della storia, per chi non sapesse come andò a finire – e temo siano tanti – il direttorio francese ebbe breve durata: appena cinque anni. Quello M5S si vedrà.
A seguito dei suoi successi militari, con il colpo di stato del 18 Brumaio, nel 1799 il condottiero Napoleone Bonaparte lo sostituì con un fragile e transitorio consolato a tre, sulla strada della corona imperiale, che di lì a poco si sarebbe posto sul capo da solo nel 1804, nominandosi imperatore dei francesi.
Meditate grillini… meditate…
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