Quel rastrellamento nazista del Quadraro

Identità resistenziale, conferenza il 18 aprile al Circolo Bocciofilo “Monte del Grano” in via Asconio Pediano n.13
di C. G. - 13 Aprile 2016

Corre la data della ricorrenza annuale e quest’anno sarà il 72° Anniversario del Rastrellamento nazifascista del Quadraro.

Lunedì 18 aprile 2016 alle ore 17 l’Associazione ETICA ha organizzato un incontro commemorativo al Circolo bocciofilo “Monte del Grano” in via Asconio Pediano n.13, limitrofo a piazza dei Tribuni.

Relatori:

53f911e1-03fe-444a-8918-829302563960a35614b7-f87e-44f6-8e94-01dfd2f08265Davide Conti, storico, consulente dell’Archivio Storico del Senato della Repubblica,

Carla Guidi, giornalista, autrice del libro “Operazione balena/Unternehmen Walfisch”. Presenta:

Massimo De Simoni Presidente Associazione Etica.

f25f3006-adcc-459b-a9ee-d8061d2bc8dcIl cantautore Amedeo Morrone eseguirà alcune sue composizioni e brani resistenziali.

Valter Sambucini parlerà delle foto del territorio del CD allegato al libro.

Si parlerà del forte radicamento sociale e dell’ampio sostegno di cui la Resistenza ha goduto nei quartieri dell’VIII Zona, l’ultima delle divisioni con le quali i movimenti della Resistenza avevano diviso il distretto romano, cioè quella parte di territorio compresa tra le vie Prenestina, Casilina e Tuscolana, credendo fermamente che non sono solo i grandi eventi a darci la percezione di un’epoca, ma la partecipazione attiva di tante persone rimaste sconosciute che hanno fatto la differenza. La conformazione territoriale ed umana hanno il sapore dell’identità di un luogo, luoghi periferici ma gli unici allora dove si respirava, nonostante tutto, un’atmosfera di effettiva libertà, quella “partecipazione di massa come vera resistenza di base che non si sottometteva alla violenza ma vi si opponeva attivamente” citando il libro di Rosario Bentivegna “Achtuhg banditen!”

muralesNell’VIII Zona si formarono organizzazioni partigiane importanti ed attive aderenti a vario titolo al Movimento Comunista d’Italia, anche denominato Bandiera Rossa dal nome dell’omonimo giornale, stampato proprio in una grotta al Quadraro. Queste non facevano parte del CLN ma diedero un grande contributo di lotta e di sangue alla Resistenza. Non solo quindi la conformazione del territorio permise azioni strategiche; il Quadraro, Centocelle, Cinecittà, Alessandrino, Tuscolano, Pietralata, Tor Pignattara, Borgata Gordiani divennero, sotto l’occupazione nazista, presto la frontiera oltre la quale i tedeschi e i fascisti temevano addirittura di avventurarsi.

Come scrive Aldo Pavia nella presentazione al libro sopracitato: “Nell’Operazione Balena (Unternehmen Walfisch) confluirono più interessi e più rabbiose motivazioni da parte dei nazisti. Non fu, come potrebbe sembrare dalla destinazione finale degli uomini deportati, un rastrellamento al solo scopo di recuperare forza lavoro a basso prezzo. Fu certamente, dal momento che vide impegnato la SS Herbert Kappler (il responsabile della Gestapo a Roma) un’operazione politica, tesa a sottrarre aria e linfa alla Resistenza che, nelle periferie e nelle borgate, trovava solidarietà, aiuto, partecipazione, rifugio. Nel suo libro di memorie, Eitel Moellhausen, console tedesco a Roma, ha scritto che Kappler era rimasto colpito dalla fermezza dei romani e che, di conseguenza, ogni suo atto repressivo doveva essere visto come una vera operazione di guerra nei confronti di una popolazione che aveva aperta ostilità nei confronti dei tedeschi. Ed il Quadraro era un vero, pericoloso ‘nido di vespe’. Un nido sicuro per i GAP, una base di partenza per continue, insistite operazioni di sabotaggio nei confronti delle colonne di uomini e di rifornimenti che i nazisti inviavano al fronte di Anzio e di Cassino.”

8cb245f2-a0aa-4b84-8fa5-1613c4a19a6eQuesta terza edizione del libro comprende, oltre la testimonianza Sisto Quaranta presente nella prima edizione (Edizioni Associale 2004) anche la testimonianza di Augusto Gro, deportato dal Quadraro dopo essere tornato a casa da Piombino con la licenza dalla Marina, con le stesse caratteristiche dell’altro racconto autobiografico, ma anche l’intervista a Lorella Ascoli, figlia di Michele Ascoli, sfuggito alla deportazione ma catturato al Quadraro, non riconosciuto fortunatamente in quanto ebreo in quella circostanza.

Gli intervistati sono stati invitati dall’autrice a raccontare la vita stessa che si faceva nel quartiere durante i fascismo, il viaggio della deportazione, la sofferenza dei campi di lavoro ma anche il periglioso ritorno. I due testimoni infatti sono stati liberati l’uno dall’esercito americano, l’altro da quello russo ma le differenze delle due narrazioni risiedono anche nel loro diverso modo di reagire al pesante trattamento e le diverse strategie messe in atto per salvarsi la vita.

Particolare attenzione è stata posta nel libro alla memoria del territorio con l’ausilio degli articoli allegati di G. Giannini, P. Grella, A. Palumbo.

Davide Conti, ricercatore presso la Fondazione Lelio e Lisli Basso – sezione internazionale, coordina i corsi didattici e tiene lezioni di storia sull’Italia repubblicana presso la Scuola di Giornalismo della Fondazione Basso. Tra il 2008 e il 2009 è stato collaboratore ausiliario del consulente tecnico della Procura della Repubblica di Brescia, Aldo Giannuli, nell’ambito dell’inchiesta sulla strage del 28 maggio 1974. Dal 2010 è consulente dell’Archivio Storico del Senato della Repubblica. Diverse ed importanti le pubblicazioni di questo giovane e prestigioso storico, reperibili facilmente sul web.

Tutte le foto allegate all’articolo sono di Valter Sambucini.

Timbrificio Centocelle

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