Questo governo è anche il mio governo
Credo che qualunque Governo, legittimamente eletto, sia anche il mio Governo.
Perciò mi batto perché faccia bene il suo difficile mestiere di governare, decidere, assicurare benessere ed armonia, compatibilmente con la disponibilità di risorse.
Con questa premessa, sento il dovere di esprimere il mio parere su alcune decisioni assunte dal Gabinetto Meloni.
1.PNRR
Una frase ricorrente nelle bocche di politici di destra è: Non vi preoccupate sui ritardi, ci pensa Fitto!
È una frase demagogica, di ignoranti rivolta a ignoranti.
La scelta di mettere il Coordinamento Pnrr sotto il Ministro senza portafoglio dei Rapporti con UE è un errore concettuale. Come dire, è solo questione di conti, di ragioneria, di far quadrare le tabelle dei macroprogetti.
NON E’ COSI’.
Dirigere la gestione di questo progetto complesso e fondamentale è compito di tutti i Ministeri coinvolti, con la regia del Presidente del Consiglio. Perché la ragioneria è la pagina finale di una programmazione complessa, di implementazioni di riforme difficilissime e critiche per noi, di assunzione di tante decisioni sui gruppi di responsabilità, sull’armonizzazione tra Stato Centrale ed Enti locali, sulla allocazione articolata di risorse umane competenti e sul controllo dell’efficacia ed efficienza di tutti questi Centri di Responsabilità e di Spesa, con la difficilissima consuntivazione semestrale che va, questa sì, inviata ai Ragionieri di Fitto, per incassare da UE.
Stiamo attenti: prima Riforme e Decisioni strutturali sul Sistema di Gestione e Controllo e solo alla fine i conti spiccioli di Fitto!
2. Esempi di riforme urgenti sono: Fisco, Sistema Giudiziario, Appalti
Vedo troppo approccio “demagogico”, di parte, a questi grossi problemi.
Sembra che alcuni Ministri, invece di lavorare e fare lavorare in silenzio, siano più interessati a farsi sentire dai loro portatori di acqua, dai loro ‘bacini di consenso’. Questo modo di fare è la negazione del grande salto di qualità di cui abbiamo bisogno.
STIAMO MESSI PEGGIO DI QUASI TUTTI GLI ALTRI 26 PAESI DELLA UE, le riforme per noi sono come l’aria, come la necessaria opportunità per competere, per fare squadra, per dimostrare che tutti gli scandali non sono “Italian Job”, come scrivono i giornali di Bruxelles!
La UE ci ha imposto riforme gravose perché conosce la corruzione, il menefreghismo, la demagogia allegra, che ci contraddistinguono. Il numero di riforme così elevato solo a noi italiani è stato imposto! Lo vogliamo capire, che tanti Stati non scommettono più su di noi, se non debelliamo il malaffare, anche politico?
Oggi va al CdM la Riforma degli Appalti. Chi se ne intende, perché mastica questi problemi da 40 anni, lo sa che non è la Riforma che si aspetta l’Europa.
Dobbiamo rendere esecutiva questa Riforma entro il 31 marzo 2023, per acquisire le Risorse del Pnrr. Allora correggiamola, ascoltando l’Autorità competente, formiamo le strutture fondamentali per gestirla, assicuriamo l’interfaccia con le Procure, affrettiamoci.
Altro che “lasciamo lavorare chi fa”. È una frase quasi ridicola per gli Europei, che ci aspettano al varco…
Poi la Giustizia: Nordio, con queste tue Tavole discese dal Sinai sei sicuro di rispettare gli eroici operatori nelle aule giudiziarie (ci sono, mandiamo in galera coloro che imbrogliano con i Codici)?
Ci stanno aspettando a Bruxelles!
3.Disegno di Legge Finanziaria 23
La Commissione ha dato disco verde alla parte dell’articolato che rispetta i saldi, quelli comunicati da Draghi a settembre 2022.
Tutte le altre “bandierine da stadio”, per i negozianti e la borghesia di destra, che infiocchettano la proposta fanno arricciare le labbra ai Governi dei Paesi virtuosi, quelli che ci puntano e ci giudicano, giustamente, inadeguati nelle decisioni importanti.
Continuiamo a parlare di tetto del contante, di limite di spesa minimo per i POS, a dire che non c’entrano niente queste cose con l’evasione fiscale!
Ma sappiamo tutti che non è cosi: l’ha detto anche al Parlamento il Rappresentante della Banca d’Italia, ascoltato solo da tre parlamentari su 50!
Questa è la voglia di alzare il livello e di farci stimare dal Mondo Finanziario?
Ora Draghi non è più alla BCE, che ha appena deciso di toglierci la boa di salvataggio dell’acquisto delle montagne di nostri Titoli di Stato. Se non abbassiamo il nostro debito, il primo al mondo, non miglioriamo niente.
Con l’aggravante di essere gli unici in UE a non avere ratificato il MES, strumento di regolazione e di ordine politico-economico tanto faticosamente adeguato alle nuove esigenze! E quando Lagarde ci invita «gentilmente» ad allinearci a tutti gli altri, un Ministro importante come Crosetto non può rispondere, beffardo: «Che faccio, obbligo il Parlamento a sbrigarsi?».
Ma ci rendiamo conto che non stiamo alla Garbatella, o alla riunione dei rappresentanti dei partiti di governo? Ma se arriva il vigile con una multa, che faccio, rispondo: «Mica posso obbligare mio figlio a rispettare il Codice della Strada?». Devo pagare e basta!
Sembra che ancora annaspiamo a capire che non siamo più all’asilo, ma nel massimo Contesto Internazionale!
E mi arrabbio perché le vostre inadeguatezze sono le mie. Ma io mi vergogno di me, voi invece dite che siete bravi!
Per favore, zitti e a lavorare!
GiProietti
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Quello che trovo inappropriato la voglia di consigliare e i dossier da ottemperare.bisognerebbe pensare che le elezioni sono state fatte a ridosso di scadenze ineludibili, dover rovesciare una narrazione castrastofista portata in Europa per tutta la campagna elettorale,con prese di posizioni da diversi paesi poco lusinghieri.
Mi stupisce l’intransigenza dimostrata da subito nei congronti della Meloni,mentre negli altri si aspettavano i cento giorni( non Caterina Caselli) per capire mentre in attesa ci si sperticava in elogi.In questi pochissimi mesi è palpapile il vento di cambiamento. se qualcuno aspettava mago Otelma ha certamente sbagliato canale.