Ama: Nel 2019, 970 sanzioni per “pendolarismo dei rifiuti”

Continua la lotta di AMA e Roma Capitale per contrastare il fenomeno del cosiddetto pendolarismo dei rifiuti. Da gennaio l’azienda, attraverso il suo nucleo di agenti accertatori, ha elevato quasi 1.000 sanzioni (per la precisione 970) a cittadini che hanno abbandonato sacchetti di immondizia o altri materiali presso le batterie di cassonetti stradali in prossimità delle cosiddette “terre di confine” ovvero quelle aree del territorio capitolino confinanti con i comuni limitrofi.

Lo rende noto AMA in una nota.

Fino ad oggi nel 2019 sono state complessivamente 183 le operazioni mirate di presidio effettuate dal personale Ama per contrastare questo fenomeno che, oltre a deturpare il decoro, rappresenta un ulteriore aggravio per il lavoro dell’azienda sul territorio. I siti attenzionati sono stati 20, in particolare a ridosso del GRA e delle grandi arterie stradali che collegano Roma con il resto della Regione (Municipi VI, VII, VIII, XI, XII, XIII, XIV e XV).

Molte delle sanzioni elevate hanno riguardato cittadini residenti fuori dal Comune di Roma. È stato rilevato, infatti, che troppo spesso i residenti di questi comuni, serviti attraverso il “porta a porta”, gettano i propri rifiuti all’interno o nei pressi delle postazioni Ama invece di conferirli correttamente nel loro territorio. Questi comportamenti scorretti e incivili avvengono nella maggioranza dei casi in modo repentino pertanto, quando è possibile, la contestazione al trasgressore dell’illecito viene effettuata immediatamente, altrimenti gli ispettori aziendali, che operano sempre in coppia, annotano le targhe delle automobili, controllano dove vengono depositati i sacchetti e ne verificano immediatamente il contenuto. Nel caso in cui vengano riscontrati comportamenti corretti, i dati base annotati vengono subito depennati. In caso contrario, gli agenti redigono un verbale che viene poi trasmesso, per la notifica a domicilio, alla Polizia Municipale con cui AMA collabora in maniera sempre più assidua.

L’azienda stima che ogni anno vengono raccolte almeno 10.000 tonnellate di rifiuti abbandonati intorno ai cassonetti nelle “terre di confine”, con un costo complessivo (per la gestione e lo smaltimento) di oltre 2 milioni di euro.


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