Regione Lazio: la giunta Rocca traballa, Forza Italia chiede più spazio
Gli azzurri disertano la giunta e paralizzano il ConsiglioTorna l’autunno, ed ecco che tornano a riemergere anche alcune tensioni all’interno della coalizione di centrodestra che governa la Regione Lazio. A riaccendere il malcontento è Forza Italia, il partito guidato da Antonio Tajani a livello nazionale e rappresentato nel Lazio dal senatore Claudio Fazzone, che reclama più spazio e visibilità.
Le difficoltà nel convocare la prima seduta del consiglio di settembre sono proprio il risultato di questo scontro interno, che sembra destinato a inasprirsi.
Le ultime riunioni dei capigruppo, compresa quella di giovedì 12 settembre, si sono concluse in un nulla di fatto. La tensione è palpabile e c’è perfino un “giallo” che alimenta ulteriori speculazioni: la presenza o meno di Giorgio Simeoni all’ultimo incontro.
Ma il motivo della contesa è ormai noto e chiaro. All’inizio della legislatura nel 2023, Forza Italia contava su tre consiglieri regionali (Cosmo Mitrano, Fabio Capolei e Giorgio Simeoni).
Nel corso dei mesi, tuttavia, il numero è aumentato fino a sette, grazie all’arrivo di Marco Colarossi e Roberta Della Casa (entrambi ex Movimento 5 Stelle), Angelo Tripodi (ex Lega) e Pino Cangemi, anch’egli fuoriuscito dalla Lega. A completare il quadro c’è Nazzareno Neri, eletto con l’Udc e ora nel Gruppo Misto.
Nonostante questa crescita numerica, Forza Italia ha mantenuto solo due assessori: Giuseppe Schiboni e Luisa Regimenti, quest’ultima anche coordinatrice romana del partito.
Un numero che viene considerato del tutto insufficiente a rappresentare il peso politico del gruppo, soprattutto se si guarda alla situazione della Lega, che ha visto ridursi i suoi eletti ma è riuscita a mantenere due assessorati con Pasquale Ciacciarelli e Simona Baldassarre.
Ma non è solo la Lega nel mirino di Forza Italia. Anche Fratelli d’Italia rappresenta un ostacolo difficile da aggirare. Tra gli esponenti azzurri cresce la frustrazione verso l’apparente monopolio di Fratelli d’Italia sulla rappresentanza istituzionale della Regione.
La gestione di Francesco Rocca viene percepita come sempre meno super partes, con Roberta Angelilli nel ruolo di vicepresidente e Antonello Aurigemma alla presidenza del consiglio regionale. Una presenza così dominante di Fratelli d’Italia, in un contesto in cui Forza Italia è ora il secondo partito per numero di consiglieri alla Pisana, appare sproporzionata agli occhi degli alleati.
Di fronte a questa situazione, Fazzone ha deciso di giocare a carte scoperte, ponendo delle condizioni precise: Forza Italia vuole una rappresentanza più ampia e significativa. E l’offerta recente di un ruolo di commissario a Simone Foglio per l’ente Lazio DiSco è stata considerata insufficiente.
Le richieste sono nette: un nuovo assessorato, presumibilmente togliendolo alla Lega, oppure una revisione complessiva delle cariche con Pino Cangemi alla presidenza del consiglio regionale o addirittura alla vicepresidenza della giunta. In entrambi questi ultimi scenari, qualcuno di Fratelli d’Italia dovrebbe lasciare il posto: si parla di Elena Palazzo, attuale assessore a Turismo, Sport e Ambiente, come possibile sacrificio. Tuttavia, sembra che né Aurigemma né Angelilli siano disposti a mollare le loro poltrone senza combattere.
Il pallino, ora, è nelle mani di Rocca, che cerca di delegare la decisione a Fratelli d’Italia. Fazzone e Forza Italia attendono una risposta concreta: se questa non dovesse arrivare, i due assessori azzurri Schiboni e Regimenti potrebbero uscire dalla giunta, con il partito che passerebbe all’appoggio esterno.
Nel frattempo, il consiglio regionale resta in una sorta di blocco controllato da Forza Italia, mentre le opposizioni denunciano lo stallo con parole sempre più forti. “Il consiglio non si riunirà nemmeno nelle prossime settimane – dichiarano Pd, M5S, AVS, Polo Progressista, Azione, Italia Viva – a causa delle irrisolte, e probabilmente ancora irrisolvibili, divisioni all’interno della maggioranza di centrodestra.
Uno stallo sempre più paradossale che sta di fatto impedendo l’operatività politica e amministrativa, mentre molte questioni urgenti della nostra Regione restano in attesa di essere affrontate con la serietà e la responsabilità che chi governa dovrebbe avere.”
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