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Richiamo alla Libertà e all’Esilio baluardo inconquistabile

Il richiamo con la tradizione permane con il mantenere nella ragione sociale la dizione di Liberi comuni in esilio per Pola Zara Fiume accanto ad Associazione Dalmati Italiani nel mondo e così come avviene da qualche anno per i fiumani e i polesani.

Una parola vera e drammatica da mantenere per la storia è ESILIO e l’altra – LIBERI – la libertà non ha prezzo e questa fu la vera e profonda motivazione ideale e spirituale dell’esodo Giuliano Dalmata, insieme alla volontà di rimanere per sempre italiani.

Giunti in Italia gli esuli hanno dimostrato dignità e difeso sempre la democrazia nella desolazione dei campi profughi. Chi sognava Stalin non li poteva accettare per questi motivi che ripeto: Patria e Libertà. Oggi in quelle ANPI dove regnano le nostalgie sovietiche o si celebra il compagno Tito si cerca di rovesciare questa storia degli esuli Giuliano Dalmati, per motivi di bassa lega e pseudopolitici. Alle ANPI, o almeno alla maggioranza delle sezioni, il destino e le sofferenze degli esuli non interessano, ma gli esuli sono solo strumentali per lotte politiche contro le destre. Le destre moderne rispettano questa storia perché condividono gli ideali di Patria e Nazione per i quali i Giuliano – Dalmati sono stati discriminati per decenni e decenni e non per risvegliare il fascismo.

Gli esuli sono ancora oggi discriminati, ma almeno una legge la 92/2004, Il Giorno del Ricordo, gli riconosce una storia di alta dignità. Le Anpi vogliono che sia tolto il Giorno del Ricordo. Non dobbiamo mai demordere dal difendere i pochi diritti acquisiti e il richiamo a LIBERTÀ e all’ESILIO sono il nostro baluardo inconquistabile. Per questo i Liberi Comuni in esilio non devono scomparire finché l’ultimo sarà!

Cosi dicevano i nostri vecchi.


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Un commento su “Richiamo alla Libertà e all’Esilio baluardo inconquistabile

  1. Tutta una mascherata: il peccato originale di una italietta, quella di allora, è un altro. I danni di guerra a Josip Broz, alias T.I.T.O. acronimo di “Terroristica Internazionale Tajna (Segreta) Organizzazione” sono stati interamente pagati con i beni (case, terre, attività) degli Esuli. Sfido poi a scrivere la storia: a che pro? “Forse” qualche funzionario (o più su) furbo ha pensato “Questi vengono via senza niente, senza lavoro e senza bagaglio: cinque-dieci anni e sono tutti morti. Tacciano la storia, vergognosamente, ed abbiamo risolto gratis un grosso problema”. Credo sia inutile mettersi a cercare eventuali documenti provanti: bastardi si, ma non scemi. Un ex professore di Storia, già anni fa, disse in pubblico che la “nostra” storia non l’aveva mai insegnala perché NON L’AVEVA MAI LETTA. L’obolo ricevuto quale risarcimento di metà della casa di mio nonno (che è finito a coprire il 10% di un’adozione a distanza, in Etiopia) è arrivato sessant’anni dopo l’abbandono; casa valutata nel 1945 a lire 450.000, rimborso pari ad 1/12 ed in “3 comode rate” di poco più di 60.00€ cadauna. Provate a non pagare il bollo auto per qualche anno per verificare la proporzione…

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