Rifondare le fondazioni e non solo

GiProietti - 14 Maggio 2021
La Stampa nei giorni scorsi si è molto interessata delle accuse della Fondazione dei socialisti europei -FEPS- a Massimo D’Alema, di avere intascato diecimila euro al mese dal 2013, quando uscì dal Parlamento italiano, al 2017, quando, per i noti scontri tra lui e Renzi, diede le dimissioni da Presidente della Federazione.
Il Segretario Generale attuale della FEPS, che è la Federazione di tutte le Federazioni di sinistra in UE (sono 25, di cui 4 italiane), poiché capì che i finanziamenti pubblici della Unione Europea sono fondamentali per le attività dei Socialisti Europei, aveva deciso di fare un Audit interno e un po’ di Controllo di Gestione, per presentare un dettagliato consuntivo dell’utilizzo dei fondi pubblici ed accattivarsi la benevolenza dei finanziatori.
Così scoprì che, dopo il 2017, fino al 2020, erano state risparmiate da FEPS centinaia di migliaia di euro, pur essendo il volume delle attività e il numero di dipendenti rimasti costanti.
Analizzando meglio le carte, si scoprì che nell’ultimo quadriennio sotto la presidenza D’Alema, l’on. Massimo aveva percepito quasi 500 mila euro di “stipendio”, che nessun Presidente FEPS, né prima, né dopo, aveva mai intascato.
Tutto originava da un contratto, stipulato nel ’13 tra D’Alema e il Segretario Generale tedesco di allora, di cui nessuno conosceva l’esistenza, compreso il Board della FEPS.
Il Board, per la legge belga, equivale ad un Consiglio di Amministrazione, ed era ovvio che dovesse essere informato, sia dell’attivazione di questa nuova voce di costo, sia della sua entità.
Il Presidente attuale, il portoghese Rodrigues, ha cercato di recuperare da D’Alema i 500mila euro, ma senza risultato. Perciò il 30 marzo ha portato in Assemblea generale, composta dai 25 rappresentanti delle Federazioni nazionali, la questione della consegna al Tribunale di Bruxelles di tutti i documenti, al fine di fare causa a D’Alema.
Risultato: 23 a favore del procedimento giudiziario e 2 astenuti. Perciò anche i 4 italiani hanno riconosciuto l'”anomalia” della vicenda.
Vorrei sentire le argomentazioni della difesa dell’on. Massimo, che conosco come una persona per bene e molto “sottile”, prima di arrivare a conclusioni affrettate.
Ma volevo sottolineare un fatto evidente: il ricorso agli Audits interni e agli strumenti di Controllo di Gestione seri, quelli che hanno messo in luce la fuori uscita del mezzo milione di euro, vi assicuro, da esperto del settore, sono molto più praticati, per legge, nei Paesi Europei ed Occidentali, che in Italia.
Poi aggiungiamo che nelle Fondazioni italiane, mi pare, siano molto più larghe le maglie di discrezionalità, gestita dai soliti noti.
Il numero di queste istituzioni nel nostro Paese è cresciuto a dismisura e gestiscono a loro piacere milioni di euro. Provate a leggere qualche Consuntivo e cercate di capire il livello di qualità nella rendicontazione di fondi PUBBLICI O SEMI PUBBLICI (contributi da Enti pubblici, Società miste, etc).
Tutti i fondi di origine pubblica vanno rendicontati seriamente, pena la galera!
E lo stile nostrano, “arrangiato”, ma complice del malaffare, deve allinearsi a quello molto più civile e serio dei Paesi Occidentali.
Auguri di Buon Lavoro, Corte dei Conti!
Ma datevi da fare anche voi Politici, varando le Riforme, che Draghi vi butterà a bizzeffe sui vostri alti scranni.
La UE e la Civiltà esigono queste riforme: semplificazione, fisco, sistema giudiziario, sistema delle Deleghe e delle Responsabilità (di Gestione e Controllo): altrimenti i 240 miliardi del PNRR li vediamo col telescopio.
Rifondiamo le Fondazioni (così scopriamo le magagne), rifondiamo i Partiti, facciamo pulizia con leggi generali che ci riavvicinino all’efficienza ed efficacia dei Sistemi pubblici Occidentali.
Allora sì che i virus non attecchiranno più…

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