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Rimedi stantii e un pizzico di ironia

A proposito delle decisioni prese dai nostri governanti per rimediare al danno provocato dallo scandalo della corruzione e del malaffare romano

Sullo scandalo della corruzione e del malaffare romano, mi ero astenuto dallo scrivere, in quanto l’ironia che sta alla base di quello che mi piace commentare era nell’occasione del tutto inapplicabile per il senso di nausea e di indignazione che credo ogni cittadino onesto ha avvertito dentro, sopraffatto anche dallo sgomento per il mancato controllo e l’impunità consentita a malavitosi, ben conosciuti da più di quarant’anni.

Ministero Marina Mercantile
Ministero Marina Mercantile

Impuniti a tal punto da costruire una frode sul carburante, mai fornito alla Marina Militare, utilizzando una nave cisterna inesistente perché affondata in Atlantico più di un anno fa! È il colmo della spudoratezza.

Al contrario ciò che lascia la porta aperta a un pizzico di amara ironia sono le decisioni prese dai nostri governanti per rimediare al danno, reprimere i malavitosi e risollevare il morale degli onesti, bovini cittadini, attingendo a piene mani al demagogico populismo, con l’annunciare, a tamburo battente e a copertura delle malefatte mafiose, la candidatura di Roma alle non tanto prossime Olimpiadi del 2024 che si terranno… domani.

Considerando quello accaduto con l’Expo a Milano, le Olimpiadi sono un altrettanto piatto, ancora più ricco, in cui si ficcherà di certo la corruzione mafiosa e anche quella non. O forse i nostri politici confidano che da qui al 2024, mafia, ndrangheta, camorra, sacra corona e mala del Brenta saranno solo un ricordo contenuto nei libri di storia per le scuole?

Un po’ l’iniziativa mi ha ricordato Petrolini con il suo “più bella e più grande che pria!”. Un po’ mi è tornato a mente il sonetto di Pascarella, che riporto a ripasso per chi già lo conosce e a beneficio di chi lo legge per la prima volta.

In aggiunta, per rinfrescare i valori della morale, che cosa può essere più utile di un Benigni nazionale che dispiega a modo suo i dieci comandamenti in TV, poggiando l’accento su settimo: non rubare? Sono sicuro che a qualcuno dei corrotti brillerà una lacrimuccia nell’occhio di pesce morto, prima di ricominciare a ordire qualche raggiro di una certa consistenza e non da rubagalline.

Cesare Pascarella
Cesare Pascarella

Li pajacci

di Cesare Pascarella

Si me ce so’ trovata, sor Ghetano?
Quanno vennero giù, stavo lì sotto!
Faceveno er trapeso americano;
Quanno quello più basso e traccagnotto,

Facenno er mulinello, piano piano,
Se mésse sur trapeso a bocca sotto,
Areggenno er compagno co’ le mano.
Mentre stamio a guarda’, tutt’in un botto

Se rompe er filo de la canoffiena,
Punfe!, cascorno giù come du’ stracci.
Che scena, sor Ghetano mio, che scena!

Li portorno via morti, poveracci!
Sur sangue ce buttorno un po’ de rena,
E poi vennero fora li pajacci.


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