

Una multa di 500 euro per chi discrimina le persone LGBTQIA+. La proposta, avanzata dal Partito Gay, è stata ufficialmente presentata in Assemblea Capitolina dal Movimento 5 Stelle (M5S) alla vigilia del trentesimo Pride di Roma.
Grazie alla stretta collaborazione tra il partito di Giuseppe Conte e quello di Fabrizio Marrazzo, anche il consiglio comunale di Roma discuterà un’iniziativa che ha già trovato riscontro positivo in altre località. La proposta è chiara: sanzionare con 500 euro chiunque compia atti di violenza fisica o verbale contro persone lesbiche, gay, trans o appartenenti alla comunità LGBTQIA+.
Fabrizio Marrazzo, portavoce del Partito Gay, ha recentemente denunciato un’aggressione subita in via Nicola Zabaglia a Testaccio, di fronte a un murales arcobaleno già più volte vandalizzato.
“Erano in due, ventenni. Ora stanno per identificare il secondo dopo aver già identificato il primo e se questa proposta passasse, verrebbero multati entrambi di 500 euro,” ha dichiarato Marrazzo sui social media e alla polizia di Stato.
La proposta di delibera di Marrazzo è stata sostenuta dal M5S di Roma, con Paolo Ferrara come primo firmatario. “A Roma bisogna smettere di odiare,” affermano congiuntamente Marrazzo e Ferrara, vicepresidente dell’Assemblea Capitolina.
“Con questa delibera contro l’odio razziale, etnico, religioso e di genere, vogliamo dire basta a chi incita alla discriminazione e alla violenza, anche online.
L’obiettivo è vietare sul territorio di Roma le organizzazioni e la propaganda di idee fondate sulla presunta superiorità di un gruppo di persone su un altro, punendo tali comportamenti con sanzioni adeguate.”
L’atto, firmato anche dall’ex sindaca Virginia Raggi, dalla coordinatrice romana del Movimento Linda Meleo, da Daniele Diaco e dal consigliere della Civica Raggi Antonio De Santis, chiede alla giunta Gualtieri di “vietare su tutto il territorio di Roma Capitale, comprese eventuali piattaforme online e profili correlati, la diffusione di idee fondate sulla superiorità o sull’odio razziale, etnico, sessuale, di genere o sulla disabilità. Si propone inoltre di vietare l’istigazione a delinquere e l’attuazione di atti discriminatori e violenti per tali motivi.”
L’obiettivo è che Roma diventi “un laboratorio nazionale sui diritti LGBTQIA+, dopo il fallimento della legge contro l’omobitransfobia al Senato,” sottolinea Marrazzo. “Mi auguro che questa proposta trovi il più ampio consenso tra tutte le forze politiche di maggioranza e opposizione.”
Nel 2022 e 2023, il Partito Gay ha inviato la proposta a 7.900 comuni italiani e alle regioni, ottenendo approvazioni in dieci comuni, tra cui Monterone nel lecchese, Madonna del Sasso in provincia di Verbania e Caltagirone nel catanese.
Un altro obiettivo del Partito Gay è istituire una Giornata contro l’omobitransfobia, in concomitanza con la Giornata Mondiale del 17 maggio, accompagnata da campagne di sensibilizzazione.
Marina Zela, cofondatrice e legale del Partito Gay, si è resa disponibile a partecipare alle audizioni in commissione per supportare la definizione della migliore applicazione della sanzione, nel rispetto delle competenze, dello statuto e dei regolamenti del Comune di Roma.
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