Roma, sensibilizzata la sicurezza al ghetto ebraico

Tra i luoghi sotto massima sorveglianza figurano il Tempio Maggiore, le scuole ebraiche, il Portico d’Ottavia, e l’ambasciata israeliana

La Capitale vive giorni di alta tensione, con le misure di sicurezza attorno al ghetto e agli obiettivi sensibili della comunità ebraica che sono state ulteriormente rafforzate in risposta alle tensioni in Medio Oriente.

Un’atmosfera di preoccupazione si è diffusa anche a Roma, alimentata dalle recenti manifestazioni di stampo antisemita e dall’annuncio di cortei pro Palestina, inizialmente programmati a ridosso dell’anniversario del 7 ottobre e poi vietati dalle autorità.

Fonti interne rivelano che il livello di allerta nella Capitale era già altissimo, ma con gli ultimi sviluppi internazionali è stato innalzato ulteriormente.

L’uccisione del leader di Hezbollah, Nasrallah, in Libano e le minacce provenienti dall’Iran hanno scatenato una reazione a catena che ha spinto le forze di sicurezza italiane a moltiplicare gli sforzi per prevenire qualsiasi rischio.

Tra i luoghi sotto massima sorveglianza figurano il Tempio Maggiore, le scuole ebraiche, il Portico d’Ottavia, l’ambasciata israeliana e altri simboli della comunità ebraica romana.

Polizia e Carabinieri presidiano costantemente questi punti nevralgici, consapevoli che la situazione richiede un’attenzione senza precedenti.

A catalizzare ulteriormente l’attenzione c’è l’atteso corteo nazionale, previsto per sabato prossimo. Nonostante il divieto imposto dalla Questura per ragioni di ordine pubblico, i promotori dell’iniziativa sembrano determinati a proseguire con la manifestazione, presentando un ricorso al Tar contro quella che definiscono una decisione “immotivata”.

Le autorità, però, mantengono ferme le loro posizioni, e nei prossimi giorni si terranno nuovi colloqui tra le parti per cercare di gestire la situazione e scongiurare eventuali scontri in strada.


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